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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Settembre 2008
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: PIÙ IMPEGNO CONTRO L´EVASIONE E ABOLIRE I PARADISI FISCALI

 
   
  Bruxelles, 8 settembre 2008 -Il Parlamento sollecita maggiore impegno ai governi nella lotta contro le frodi fiscali e l´adozione di una strategia europea efficace in questo campo. Incita L´ue a promuovere l´abolizione dei paradisi fiscali, anche avvalendosi del proprio potere commerciale. Chiede poi di esaminare la possibilità di ampliare il campo di applicazione della direttiva sull´imposizione del risparmio e di riformare radicalmente il regime Iva basandolo sul principio di origine, ma senza armonizzare le imposte. Approvando con 391 voti favorevoli, 93 contrari e 178 astensioni la relazione di Sharon Bowles (Alde/adle, Uk), il Parlamento prende anzitutto atto delle stime che situano le perdite globali (dirette e indirette) derivanti dalle frodi fiscali tra i 200 e 250 miliardi di euro, equivalenti al 2-2,25% del Pil nell´Unione europea. Su tale importo, ricorda, le frodi nel settore dell´Iva rappresentano 40 miliardi di euro e interessano, secondo le stime, il 10% del gettito Iva, l´8% del gettito totale delle accise sulle bevande alcoliche nel 1998 e il 9% del gettito totale delle accise sui prodotti del tabacco. Ma chiede alla Commissione di studiare un sistema europeo armonizzato per la raccolta dei dati sulla frode fiscale per poter valutare più precisamente la reale portata del fenomeno. Una strategia europea contro la frode fiscale - I deputati esortano poi gli Stati membri a «impegnarsi seriamente nella lotta contro la frode fiscale» e ricordano che «non è possibile eliminare l´economia informale senza applicare idonei incentivi». Si rammaricano quindi dell´ostruzionismo «praticato da alcuni Stati membri negli ultimi dieci anni», che ha ostacolato l´adozione da parte del Consiglio di «una strategia efficace dell´Unione europea nella lotta contro la frode fiscale». Tale strategia, a loro parere, dovrebbe mirare a ovviare alle perdite fiscali dovute alle frodi individuando i settori in cui sia la legislazione comunitaria sia la cooperazione amministrativa tra gli Stati membri possono essere migliorate, senza creare inutili oneri per le amministrazioni fiscali e i contribuenti. Il Parlamento sottolinea peraltro che gli Stati membri non possono lottare individualmente contro la frode fiscale a livello transfrontaliero e occorre pertanto migliorare gli scambi di informazioni e la cooperazione fra gli Stati membri e con la Commissione. Inoltre, insiste sul fatto che, al fine di proteggere il gettito fiscale, gli Stati membri dovrebbero adottare misure comparabili contro gli autori delle frodi indipendentemente dal luogo in cui si registrano le perdite di gettito. Invita quindi la Commissione a proporre meccanismi atti a promuovere questo tipo di cooperazione tra gli Stati membri. L´aula ha peraltro respinto la richiesta di misure comparabili «sul piano delle sanzioni e delle azioni penali». Abolire i paradisi fiscali e riformare la tassazione del risparmio I deputati esortano l´Unione europea a mantenere all´ordine del giorno «l´abolizione dei paradisi fiscali a livello mondiale», considerando i loro effetti negativi sul gettito fiscale dei singoli Stati membri. I paradisi fiscali, inoltre, potrebbero esercitare una pressione al ribasso eccessiva sulle aliquote fiscali e, in generale, sul gettito fiscale. D´altro canto osservano che, in tempi di disciplina di bilancio, qualsiasi erosione della base fiscale «pregiudicherà la capacità degli Stati membri di rispettare il patto di stabilità e crescita riformato». In tale contesto, il Parlamento invita il Consiglio e la Commissione ad avvalersi del potere commerciale dell´Ue in sede di negoziazione degli accordi commerciali e di cooperazione con i governi dei paradisi fiscali «al fine di convincerli ad abolire le disposizioni e le pratiche fiscali che favoriscono l´evasione e la frode fiscali». Alla Commissione, pertanto, è chiesto di proporre immediatamente una clausola sul buon governo in materia fiscale nei negoziati sui futuri accordi commerciali. Sottolinea inoltre che l´abolizione dei paradisi fiscali richiede, tra l´altro, una strategia articolata su tre assi: contrastare l´evasione fiscale, ampliare il campo di applicazione della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio ed esigere che l´Ocse, attraverso i suoi membri, sanzioni i paradisi fiscali che non cooperano. In proposito, il Parlamento si rammarica del fatto che gli Stati membri ostacolano, «avanzando sempre nuove riserve e utilizzando tattiche dilatorie», una riforma della direttiva sull´imposizione fiscale dei risparmi e sollecita la Commissione a presentare quanto prima le sue proposte, «indipendentemente dalle resistenze che incontrano». Nel sottolineare che la riforma deve rimediare alle sue varie lacune che ostacolano l´individuazione di operazioni di evasione e di frode fiscali, invita la Commissione a esaminare la possibilità di ampliamento nel campo di applicazione della direttiva «per quanto concerne i tipi di entità giuridica e le fonti di reddito finanziario». Riformare radicalmente il regime Iva I deputati rilevano che la questione della frode fiscale in materia di Iva è particolarmente preoccupante per il funzionamento del mercato interno in quanto ha conseguenze dirette a livello transfrontaliero, comporta considerevoli perdite di entrate e incide direttamente sul bilancio Ue. Ricordano, peraltro, che l´attuale regime, instaurato dal 1993, doveva essere transitorio e che il Parlamento ha chiesto alla Commissione di presentare proposte in vista dell´adozione di una decisione finale sul sistema definitivo Iva entro il 2010. Il sistema vigente, inoltre, approfittando del mercato unico rende più difficile la lotta alle frodi ed ha portato a un incremento della frode "carosello". Il Parlamento chiede quindi «una revisione radicale» dell´attuale sistema, senza sovraccaricare di burocrazia le imprese oneste. In tale contesto, ricorda che la creazione di un regime Iva basato sul "principio di origine" (in virtù del quale alle operazioni tra gli Stati membri soggette all´Iva sarebbe applicata l´aliquota d´imposta prevista nel paese di origine anziché l´aliquota zero) «costituisce, a lungo termine, uno strumento efficace di lotta contro la frode fiscale». Per applicare un tale regime, ricorda, è necessaria la creazione di un sistema di compensazione. Respinta a larga maggioranza la parte in cui si rilevava anche la necessità di procedere a una «armonizzazione fiscale tra i paesi, al fine di evitare la concorrenza fiscale». Nel rilevare poi che un sistema di inversione contabile l´Iva (reverse charge) ha il vantaggio di eliminare i rischi di frode "missing trader", i deputati sottolineano però che il sistema Iva doppio sarebbe incompatibile con il buon funzionamento del mercato interno e condurrebbe all´instaurazione di un quadro più complesso, oltre a presentare altri problemi tecnici. Pertanto formulano un invito alla prudenza e sollecitano un attento esame prima dell´introduzione del sistema di inversione contabile, rilevando però che l´applicazione di una soglia al fine di limitare il rischio del consumo finale non tassato contribuisce alla lotta contro la frode. D´altra parte, i deputati ritengono che la migliore soluzione per fare fronte alle frodi in materia di Iva connesse a forniture transfrontaliere consista nell´introdurre un sistema in cui l´esenzione Iva per le forniture intracomunitarie sia sostituito da una tassazione con un’aliquota del 15%. Allo stesso tempo occorrerebbe semplificare notevolmente la varietà e la complessità delle aliquote ridotte. La tassazione delle forniture intracomunitarie renderebbe necessario un riequilibrio dei pagamenti tra gli Stati membri attraverso una stanza di compensazione che faciliterebbe il trasferimento delle entrate tra gli Stati membri. .  
   
 

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