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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Settembre 2008
 
   
  TEATRO CUCINELLI: SI ALZA IL SIPARIO: DAL 3 SETTEMBRE LO INAUGURA LO SPETTACOLO DI LUCA RONCONI, LUDOVICO EINAUDI E CESARE MAZZONIS.

 
   
   Milano, 8 settembre 2008 - Si alza il sipario sul nuovo Teatro Cucinelli. Un progetto avviato nel 2001 dall’imprenditore-filosofo umbro che gli ha dato il nome. Lo ha tenuto a battessimo lo spettacolo, in prima assoluta, Nel Bosco degli Spiriti a cura di Luca Ronconi, Ludovico Einaudi e Cesare Mazzonis. “Il Foro delle Arti è il luogo dove Arte e Spiritualità vorrei che s’incontrassero senza barriere né limiti ideologici. Fondamento del sogno che ha nutrito questo mio progetto, oggi divenuto realtà, è l’apprezzamento della Qualità Umana, come momento centrale di un ideale vissuto. Gli spazi aperti e chiusi del Foro, e cioè il Teatro, l’Ippodromo, l’Accademia, il Ginnasio, prendono a prestito liberamente, da alcuni dei momenti storici più significativi ed importanti per lo sviluppo dello Spirito Umano, l’aspetto emblematico di quello che fu il loro ruolo umanistico, riproponendolo all’attualità dei nostri tempi. Si tratta quindi di un contributo sentimentale e indipendente, il cui principale obbiettivo, attraverso l’esperienza dell’Arte e dello Spirito, è proteggere tutti quei valori umanistici, oggi spesso obliati se non minacciati, senza i quali perderemmo noi stessi. ” afferma Cucinelli. L’edificio del Teatro è lungo 38 metri per 13 di larghezza e 10 di altezza. Le sue eleganti e misurate forme rinascimentali, ispirate ai modelli dei teatri di Sabbioneta (V. Scamozzi, 1588 – 90) e Farnese di Parma (G. B. Aleotti, 1618), sono il simbolo parlante del momento culturale italiano ed europeo che esaltò i valori umanistici qui onorati, e può ospitare fino a 230 spettatori. Il Teatro Cucinelli nasce come parte importante del programma di valorizzazione del Borgo di Solomeo (Pg), voluto dall’imprenditore e da lui immaginato, condotto nel corso degli anni con una serie di interventi di riqualificazione e di restauri che hanno già interessato il Castello medioevale, sede dell’omonima azienda di cashmere; il Parco Settecentesco di Villa Antinori; Piazza della Pace e, oggi, il Foro delle Arti. Se si vuol comprendere il più autentico significato del Foro delle Arti –si deve immaginare un sogno, un sogno dalle radici lontane nel tempo, lungamente e passionalmente accarezzato, e studiato, con l’intuito, con l’immaginazione, con il cuore. Brunello Cucinelli è l’uomo di questo sogno. Apollineo, per l’istinto della Bellezza, e dionisiaco, per l’istinto della Creatività. Il Foro delle Arti è uno straordinario complesso di opere, sorto del Borgo di Solomeo, costituito dal Teatro Cucinelli, da un Ippodromo (di circa 500 posti), da un Ginnasio e dall’ Academia Solomei. Questa straordinaria realizzazione dedicata alle Arti, essa stessa forma artistica ricca di citazioni classiche dal Rinascimento e dal Mondo Antico, appare d’improvviso sullo sfondo di un orizzonte sconfinato e scintillante, dopo aver passato un andito voltato ad arco, sorretto da robuste travi di castagno. Accompagnati da ulivi secolari, si scende quasi religiosamente per una doppia rampa di scale, e ad un piano intermedio s’incontra l’Academia Solomei. Questo è un luogo di eventi didattici e di corsi di alta cultura, e la sua sede è fronteggiata da una vasta terrazza-giardino odorosa di limoni e di rose, che domina il sottostante Ippodromo. Da qui si raggiunge il livello dell’Arena: uno spazio a misura d’uomo, di forma ovale, delineato da un ulteriore giro di ulivi e contrappuntato da un più esterno filare di cipressi, ricordo del mitico Ippodromo greco che tracciò Ercole in persona, ma anche di quello della villa tusculana di Plinio il Giovane. Questo secondo giardino è deputato agli incontri e alle rappresentazioni, premessa indispensabile alla scena del Teatro, cui, quasi ad un antico tempio, si lega per mezzo di una scalea monumentale, terminata in alto con un pronao ionico curvilineo tetrastilo coperto a cupola e sormontato da una fiamma, simbolo della Conoscenza. Il pronao, a sua volta, domina e dona senso di sacralità alla serena facciata in pietra del Teatro, ispirato nella figura ai teatri Farnese di Parma e di Sabbioneta. “L’insieme di queste opere – aggiunge Cucinelli - si sviluppa secondo un itinerario che è lo specchio terreno di un corrispondente percorso metafisico, destinato a celebrare i valori non materiali dell’Uomo”. L’attività del Teatro, inizia con lo spettacolo Il Bosco degli Spiriti, messo in scena da Luca Ronconi su testi di Cesare Mazzonis e musiche di Ludovico Einaudi. Lo spettacolo nasce dalla commistione di due romanzi brevi dello scrittore nigeriano Amos Tutuola, dove la favola convive con la cronaca, il mito con il racconto picaresco, l´ancestrale e tribale con dati e usi contemporanei, che nel contesto diventano esilaranti. “Nel Bosco degli Spiriti – grottesca chimera generata dal montaggio delle due narrazioni appena ricordate esplicitamente concepita per il rito battesimale del nascente teatro di Solomeo, utopia seducente frutto dei sogni, delle curiosità e del versatile eclettismo di Brunello Cucinelli – nasce quindi di lontano, nel cuore dell’Africa misteriosa, ma non ci sarà nulla di etnico nel nostro spettacolo e nulla di prodigiosamente immaginifico”, spiega Luca Ronconi. “L’esotismo, laddove farà capolino, sarà solo ludica citazione, opportunamente deviata e ‘en travesti’ o, al più, sapido ingrediente di un succulento timballo drammaturgico cucinato sulle variazioni del mito”. Il linguaggio musicale de Nel Bosco degli Spiriti è un progetto di Ludovico Einaudi, raffinato interprete della grande koinè sonora contemporanea. Osserva ancora Ronconi “Se per taluni aspetti la musica può darsi di per sé come un diretto riverbero delle cadenze della favola (nella mobilità di certa sua sintassi, nel suo spingersi ai confini estremi di razionalità ed emozione, in alcuni suoi giochi appassionati di improvvisazione), allora il canto potrà diventare il ponte tra la parola e la musica; e la danza, a sua volta, l’anello di congiunzione della musica con l’azione scenica, in una stimolante riflessione intorno ai nuovi modi e alle nuove possibilità del teatro musicale”. "Le mie passate esperienze con la musica africana – aggiunge Ludovico Einaudi - mi hanno messo in contatto con una cultura che ancora oggi ha un filo diretto ed estremamente vivo con una storia molto antica, che si perde nel tempo. E´ per questo che quando ho letto il libro di Tutuola ho ritrovato la stessa natura fiabesca che avevo incontrato nelle antiche ballate cantate dai griot, i cantastorie dell´Africa Occidentale. Per la musica di Nel Bosco degli Spiriti ho creato un gruppo di lavoro composto da musicisti con delle caratteristiche diverse tra loro, alcuni africani, altri occidentali. Strumenti etnici, un pianoforte, altri strumenti inventati utilizzando barili, pezzi di bicicletta, ventilatori, conchiglie, fischietti, incudini e martelli insieme a strumenti elettronici, una tavolozza di colori per rendere musicalmente l´intricata foresta popolata da creature terribili descritta da Tutuola". .  
   
 

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