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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Settembre 2008
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: COLMARE IL DIVARIO RETRIBUTIVO TRA UOMINI E DONNE

 
   
   Bruxelles, 10 settembre 2008 - Il Parlamento sollecita misure per colmare le differenze salariali tra uomini e donne, anche imponendo ai datori di lavoro di elaborare piani d´azione specifici. Chiede di eliminare penalizzazioni derivanti dal congedo maternità e dall´attività autonoma e di promuovere l´imprenditoria femminile. Nel rilevare gli effetti positivi delle "quote rosa" in politica, chiede un´azione Ue concertata contro la violenza sulle donne, inclusa la tratta, e misure per scoraggiare la domanda di prostituzione. Nel rispondere al rapporto della Commissione sulla parità tra le donne e gli uomini nel 2008, il Parlamento ha approvato con 563 voti favorevoli, 65 contrari e 61 astensioni la relazione di Iratxe García Pérez (Pse, Es) che ribadisce anzitutto la doppia natura della politica sulla parità di opportunità a livello comunitario: da un lato assicura che la parità tra uomini e donne sia rispettata in tutti gli ambiti politici e, dall´altro, riduce, con interventi specifici, la discriminazione nei confronti delle donne. Nuove misure per colmare il divario retributivo I deputati manifestano preoccupazione dinanzi alla mancanza di progressi per quanto riguarda il divario nella retribuzione tra uomini e donne, che si è stabilmente assestato sul 15% dal 2003, scendendo di un solo punto dal 2000. Esortano pertanto la Commissione e gli Stati membri a valutare le strategie e le azioni in tale ambito e, ove opportuno, a stabilire, in collaborazione con le parti sociali, nuove misure, o nuovi approcci nell´applicazione delle misure esistenti, per migliorare la situazione. A tale riguardo, sostengono la proposta volta a rafforzare la legislazione europea applicabile in materia, «imponendo ai datori di lavoro l´obbligo di eseguire verifiche sui salari e di elaborare piani d´azione specifici atti a colmare il divario salariale». Il Parlamento osserva peraltro che anche le donne con un livello d´istruzione superiore agli uomini «percepiscono salari inferiori, ottengono impieghi più precari e avanzano più lentamente nella carriera» rispetto a quest´ultimi. Nell´esortare quindi la Commissione e gli Stati membri a esaminare le ragioni e a trovare delle soluzioni, chiede inoltre di istituire la giornata internazionale della parità retributiva il 22 febbraio. E combattere le altre discriminazioni in ambito lavorativo I deputati invitano la Commissione e gli Stati membri a adottare le misure necessarie ad attuare l´integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche sociali e in materia di occupazione e sicurezza sociale e a combattere ogni forma di discriminazione. Rilevano infatti che vi sono sempre notevoli differenze tra le donne e gli uomini in tutti gli altri aspetti relativi alla qualità dell´ambiente di lavoro. Ad esempio, i tassi di occupazione delle donne con figli a carico raggiungono solo il 62,4%, rispetto al 91,4% degli uomini. Inoltre la partecipazione delle donne al mercato del lavoro à ancora ampiamente caratterizzata da un´elevata e crescente quota di lavoro parziale, pari al 31,4% per le donne nell´Ue a 27 rispetto al 7,8% degli uomini, cosicché le donne rappresentano il 76,5% dei lavoratori a tempo parziale. Anche i contratti di lavoro a tempo determinato sono più frequenti tra le donne (15,1%, ossia un punto in più rispetto agli uomini), mentre la disoccupazione di lunga durata è sempre molto più frequente per le donne (4,5%) che per gli uomini (3,5%). Nel ricordare che qualsiasi politica in materia di conciliazione della vita professionale e familiare deve basarsi sul principio della libera scelta delle persone ed essere adeguata alle diverse fasi della vita, il Parlamento ritiene che l´accordo quadro relativo al congedo parentale possa essere migliorato nei seguenti punti: attuazione di misure volte a incoraggiare i padri a prendere un congedo parentale, rafforzamento dei diritti dei lavoratori che prendono un congedo parentale e attenuazione del regime di congedi, aumento della durata e dell´indennizzo del congedo parentale. Gli Stati membri dovrebbero inoltre proporre misure specifiche per ridurre gli effetti negativi dei congedi di maternità sulla carriera, la retribuzione e i diritti pensionistici. Le imprese sono invece invitate ad applicare misure flessibili di politica familiare volte a facilitare la ripresa lavorativa dopo un´interruzione di carriera. Allo stesso tempo occorre migliorare la disponibilità, la qualità e l´accesso dei servizi per la cura dell´infanzia e dei servizi per la cura delle persone a carico ed assicurare la compatibilità di tali servizi con gli orari di lavoro a tempo pieno delle persone su cui ricade la responsabilità dell´assistenza a bambini e a persone non autosufficienti. Il Parlamento chiede poi alla Commissione di presentare senza indugio una proposta di modifica della direttiva 86/613/Cee relativa all´applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un´attività autonoma, comprese le attività nel settore agricolo, al fine di eliminare la discriminazione indiretta, di sviluppare un obbligo positivo di parità di trattamento e di migliorare la situazione giuridica delle mogli coadiuvanti. Invitando poi gli Stati membri ad attribuire una particolare attenzione alla presenza di strutture a sostegno della maternità per le donne che esercitano un´attività indipendente, chiede anche di promuovere l´imprenditorialità femminile nel settore industriale e di fornire assistenza finanziaria e strutture di consulenza professionale alle donne che costituiscono società. Promuovere l´attività politica delle donne: le quote rosa hanno effetti positivi Ritenendo che, nel complesso, la partecipazione delle donne al processo decisionale, a livello locale, nazionale e comunitario, «sia insufficiente», i deputati invitano la Commissione, gli Stati membri e i partiti politici a prendere in considerazione «azioni positive volte a migliorare la situazione». In tale contesto, sottolineano «gli effetti positivi dell´uso delle quote elettorali sulla rappresentanza delle donne». Combattere la violenza: politiche Ue contro la tratta delle donne Il Parlamento sottolinea l´importanza di combattere la violenza contro le donne e invita pertanto gli Stati membri e la Commissione a intraprendere un´azione concertata in tale ambito, anche attraverso nuove misure. Tuttavia, accogliendo con 360 voti favorevoli e 313 contrari una proposta del Ppe/de, ha soppresso l´invito rivolto a Commissione e Consiglio a creare una base giuridica chiara per combattere tutte le forme di violenza contro le donne e a prendere una decisione sulla piena comunitarizzazione di politiche finalizzate alla lotta contro la tratta di esseri umani e sulle relative questioni dell´immigrazione e dell´asilo, specie sul diritto di asilo per motivi di repressione e persecuzione fondati sul genere. I deputati invitano inoltre la Commissione e gli Stati membri a unire i loro sforzi nella lotta contro la criminalità organizzata e le reti di traffici, nonché a adottare e rafforzare misure legislative, amministrative, educative, sociali e culturali volte a «scoraggiare la domanda di prostituzione». Allo stesso tempo, prendendo atto dell´importanza del fatto che le donne abbiano il controllo dei propri diritti sessuali e riproduttivi, sostengono le misure e le azioni volte a migliorare l´accesso delle donne ai servizi della salute sessuale e riproduttiva e ad aumentare la consapevolezza dei loro diritti e dei servizi disponibili. .  
   
 

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