Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 09 Settembre 2008
 
   
  DICHIARAZIONE DI MORTE CEREBRALE: SE NE PUÒ DISCUTERE MA SULLA BASE DI PROVE SCIENTIFICHE LA SOCIETÀ ITALIANA DI ANESTESIA ANALGESIA RIANIMAZIONE E TERAPIA INTENSIVA (SIAARTI) RICHIAMA UN CORRETTO METODO DI DISCUSSIONE

 
   
   Milano, 9 settembre 2008 - Nell’editoriale di Lucetta Scaraffia, apparso sull’Osservatore Romano del 2 settembre, si introduce il concetto secondo cui nuove ricerche scientifiche hanno riaperto la discussione e alcuni sono "concordi nel dichiarare che la morte cerebrale non è la morte dell´essere umano. Il rischio di confondere il coma (morte corticale) con la morte cerebrale è sempre possibile". In merito a questo articolo, Siaarti deve ribadire che ad oggi non esistono studi scientifici definitivi che supportino le conclusioni tratte dall’editoriale dell’Osservatore Romano, studi che sono guida indispensabile all’agire del medico. “Pertanto, - precisa il suo portavoce Prof. Ferdinando Raimondi - pur ritenendo necessario e fondamentale mantenere aperta ogni discussione sul piano scientifico ed etico, la Siaarti ribadisce la sua adesione alla definizione di morte della persona basata sulla cessazione irreversibile delle funzioni encefaliche e al suo riconoscimento tramite i suddetti criteri scientifici”. La Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva esprime perplessità di fronte ad affermazioni non dotate della necessaria chiarezza e robustezza scientifica; esse infatti possono indurre nell’opinione pubblica sentimenti di incertezza e sfiducia, in grado di aprire laceranti conflitti nelle delicate relazioni umane che si instaurano tra i medici e i familiari di coloro che si trovano nella condizione di morte cerebrale. Siaarti respinge l’ipotesi che l’utilizzazione del criterio di morte cerebrale per definire il decesso di una persona derivi dalla necessità di effettuare prelievi di organi e successivi trapianti. Tali attività, infatti, sono possibili soltanto con il consenso espresso in vita dal potenziale donatore, anche con la formula del silenzio assenso, prevista per legge ma praticamente inapplicata, o dagli aventi diritto (come disposto dal Dlgs 8 aprile 2000). E’ quindi da escludere che dalla dichiarazione della morte possa discendere automaticamente il prelievo di organi. .  
   
 

<<BACK