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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Settembre 2008
 
   
  PASCOLI E PRATI PERMANENTI, UNA RISORSA AGRICOLA E AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

 
   
  In Italia i pascoli occupano una superficie di 4,7 milioni di ettari e la Sardegna, con il suo milione di ettari (il 60 per cento della superficie regionale), è una delle regioni dove questa particolare formazione vegetale assume un valore importante perchè racchiude un’elevata biodiversità ed è parte integrante del paesaggio dell’Isola. Pascoli e prati permanenti, inoltre, costituiscono un forte legame tra allevamento, attività agricola e ambiente della nostra terra. Su questi temi è stato incentrato il seminario di ieri a Uta organizzato da Agris e Laore, le Agenzie regionali per la ricerca e l’assistenza tecnica in agricoltura, al quale hanno preso parte ricercatori di Agris, di altri Centri di ricerca e docenti universitari che hanno fatto il punto su pascoli e praterie artificiali, anche alla luce del ruolo che svolgono come habitat agricolo e forestale di pregio naturale, ma anche nella difesa del suolo e nella conservazione della biodiversità. La prima relazione del seminario, coordinato dal direttore generale di Agris Giuseppe Pulina, è stata tenuta da Angelo Loi, che lavora a Perth, al Dipartimento di Agricolture and Food della Western Australia. Loi ha trattato gli aspetti tecnico-scientifici relativi alle esperienze di selezione di nuove specie di leguminose da pascolo e foraggio per i sistemi agricoli a clima mediterraneo, i cui terreni, assieme a quelli dell’Australia, sono caratterizzati da bassa piovosità, suoli fortemente acidi e a elevato rischio di salinizzazione. Il lavoro del ricercatore di origini sarde, che ha riguardato sia la selezione di nuove specie che la messa a punto di tecniche colturali a basso impatto, ha consentito di mettere proficuamente a coltura oltre 20 milioni di ettari, salvaguardandoli dalla desertificazione sia fisica che antropica. Tali esperienze possono essere impiegate utilmente anche nelle condizioni ordinarie della Sardegna. I ricercatori di Agris dei dipartimenti di Ricerca nelle Produzioni vegetali e nelle Produzioni Animali hanno invece fatto il punto su patrimoni di conoscenze scientifiche e tecniche relative alla foraggicoltura della nostra Isola e alle modalità di utilizzazione sostenibile ed economica delle risorse foraggere da pascolo, con particolare riguardo agli ovini da latte. I “meriagos”, denominazione proposta per una formazione vegetale al confine tra pascoli arborati e bosco tipica zone mediterranee, sono stati al centro dell’intervento di Michele Puxeddu (Ente Foreste). La valorizzazione e lo studio dei “meriagos”, è stato detto, possono essere l’occasione di superare l’antico conflitto fra zootecnia e silvicoltura, integrandole per la preservazione di un bene ad alto valore ambientale e paesaggistico. A conclusione del seminario, l’assessore regionale dell’Agricoltura Francesco Foddis, mettendo in luce il rinnovato e “istituzionalizzato” legame tra il mondo accademico e l’opera del personale di Laore e Agris alla luce della riforma degli enti strumentali, ha rimarcato gli sforzi della Regione e delle Agenzie nel trasferire sempre più sul comparto e sulla vita quotidiana dell’operatore agricolo i risultati della ricerca, esigenza questa sollevata anche dalle organizzazioni di categoria presenti all’appuntamento. Foddis si è anche soffermato sul nuovo Programma di sviluppo rurale 2007/2013, che prevede specifiche misure di sostegno per la salvaguardia e il potenziamento di questi importanti ecosistemi. Sempre il Psr, ha auspicato l’assessore, assieme a una corretta gestione delle praterie spontanee e coltivate della Sardegna, può rappresentare un’occasione per la valorizzazione ambientale e turistico-ricettiva in chiave multifunzionale del settore. .  
   
 

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