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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Settembre 2008
 
   
  RIFIUTI: FVG PRIMA A SPERIMENTARE DISSOCIATORE MOLECOLARE NON È NECESSARIA ALCUNA SELEZIONE DEL RIFIUTO.

 
   
  Udine, 10 settembre 2008 - Il Friuli Venezia Giulia sarà una delle prime regioni in Italia a sperimentare la "dissociazione molecolare" nel campo del trattamento dei rifiuti. L´indirizzo, che porterà a breve alla stipula di un accordo tra le quattro Province, Regione e Slovenia, è stato reso noto oggi dall´assessore regionale all´Ambiente, Vanni Lenna, al termine di un incontro che era stato richiesto dall´Upi regionale proprio per discutere di tematiche inerenti lo smaltimento rifiuti, l´energia, il ciclo integrato dell´acqua. La sperimentazione, di cui è capofila la Provincia di Gorizia, potrebbe iniziare già entro l´anno nel territorio goriziano, ha fatto sapere il presidente Enrico Gherghetta, assieme all´assessore all´Ambiente Mara Cerniz, che ha "toccato con mano" la tecnologia del dissociatore in Islanda ove funziona un impianto che per ora è l´unico attivo in Europa. Con questo procedimento il materiale organico può essere trasformato in energia, per la precisione in un gas sintetico ad alto valore energetico chiamato Syngas, risolvendo nel contempo i problemi che presentano gli inceneritori "normali". Con i dissociatori infatti si abbattono tutte le problematiche legate sia all´aspetto sanitario sia all´aspetto ambientale derivanti dall´incenerimento. Il processo di dissociazione molecolare non emette in atmosfera nulla perché la trasformazione avviene in un ambiente completamente sigillato. Di un progetto del genere in Italia si ha per ora notizia solo della presentazione nel marzo di quest´anno a Roma della sperimentazione del primo dissociatore dell´Unione europea da installare all´interno degli impianti della Belvedere spa, proprietaria di una discarica a Piccioli, in provincia di Pisa. A marzo il tempo stimato per la costruzione dell´impianto toscano era di cinque mesi. In ogni caso, la tecnologia in Italia è ancora desueta, ma assicura chi l´ha studiata, assolutamente ecosostenibile e produttiva. Talmente produttiva che l´imprenditore privato pronto a pagare la costruzione dell´impianto in Friuli Venezia Giulia (il costo di una centrale da 20 mila tonnellate, in grado di coprire un bacino produttore di 50 mila tonnellate di rifiuti, è di 8 milioni di euro chiavi in mano) si è già fatto avanti. "La novità in aggiornamento alla strategia prevista per il Piano regionale dei Rifiuti che ci apprestiamo a redigere - spiega Lenna - sta nel fatto che la Regione ha intenzione di definire con il piano la sola cornice ad un sistema. Poste dunque le condizioni per cui gli impianti devono funzionare, con la quota di differenziata prevista da normativa europea, ci sembra un inutile appesantimento definire il numero e la precisa tipologia di smaltimento degli impianti bacino per bacino". Il piano sarà dunque una cornice nella quale verranno definite solo le tecnologie ammesse alla raccolta e valorizzazione dei rifiuti "che risponderanno - precisa Lenna - al mio manifesto d´intenti che riassumo nel motto ´niente più camini, niente più buche´. Tutto il sistema si regolerà quindi sulle scelte di mercato più opportune". Nella fattispecie il dissociatore molecolare si affiancherebbe alla raccolta differenziata, secondo le percentuali previste per legge (il 45 per cento di differenziata entro il 2008 e il 65 entro il 2009). Per raggiungere lo smaltimento delle 580 mila tonnellate l´anno di rifiuti prodotti in regione, gli impianti di dissociazione funzionanti (ad impatto ambientale bassissimo visto che richiedono lo spazio di un piccolo appezzamento di terreno) dovrebbero essere una decina. Piena sintonia al progetto è giunta dagli altri rappresentanti alla riunione, l´assessore all´Ambiente della Provincia di Udine, Enio De Corte, il presidente della Provincia di Trieste, Teresa Bassa Poropat e il vice Walter Godina, il direttore dell´Upi, Rodolfo Ziberna. Assente per impegni, ma concorde con gli indirizzi, il presidente della Provincia di Pordenone. Come funziona un impianto di dissociazione molecolare? E´ un sistema utilizzato per lo smaltimento dei rifiuti che prevede un trattamento di tipo termo-chimico che permette di scomporre le sostanze organiche trasformandole in forma gassosa. I rifiuti vengono trattati in una camera stagna in cui si ha il controllo della quantità di aria immessa, il trattamento prevede la gassificazione o un mix di questa e di pirolisi dei rifiuti, una combustione in carenza di ossigeno. In queste condizioni si ha una disgregazione dei rifiuti solidi e la produzione di cosiddetto syngas che può essere usato come un normale combustibile gassoso. Tutto il processo avviene all´interno di camere sigillate in cui è pompata forzatamente una certa quantità d´aria. Dalla camera sigillata può uscire solo un gas sintetico. La dissociazione molecolare, inoltre, consente di recuperare tutti i materiali non carboniosi. I materiali non dissociabili rimangono, in pratica, inalterati. Con un semplice procedimento meccanico è possibile estrarre tutto il vetro e il metallo presente nei rifiuti "dissociati". La percentuale di prodotto lavorato arriva fino al 97 per cento. In questo modo il residuo finale si aggira intorno al 3 e non al 25 come in un normale inceneritore. Uno dei maggiori vantaggi è che il rifiuto può essere "conferito" così com´è. Non c´è bisogno di pre-trattare la massa da "dissociare". Il sistema è in grado, in pratica, di trattare contemporaneamente qualsiasi tipologia di rifiuto a base carbonica con un´umidità inferiore al 35/40 per cento: i rifiuti solidi urbani indifferenziati, la frazione organica dei rifiuti urbani, la biomassa, i rifiuti industriali, i rifiuti agricoli, i pneumatici, i vari tipi di plastica, i rifiuti ospedalieri, i rifiuti della macellazione, ecc. Non è necessaria alcuna selezione del rifiuto. Sono ben accetti: il materiale sfuso, macinato, raccolto in balle, caricato su pallets, ecc. La tecnologia, apparentemente fantascientifica, è assolutamente reale e concreta. Ad esempio, non utilizza combustibile per funzionare. L´unico combustibile è quello necessario per portare, in una ventina di minuti, l´impianto alla temperatura d´esercizio. Una volta avviato si "sostiene" da se. Tra gli altri pregi, quello della mancanza d´emissione di diossine. Il dissociatore molecolare raggiunge una temperatura d´esercizio inferiore ai 400 gradi. Per questo la diossina che è emessa dai 400 agli 800 gradi è praticamente assente. Uno dei principali problemi legati all´incenerimento dei rifiuti è completamente annullato, ridotto praticamente a zero. Per quanto concerne le nanopolveri c´è da dire che nel dissociatore molecolare la combustione è "controllata", pertanto le nanopolveri hanno valori più bassi di quelli prodotti dalla combustione, ad esempio, del metano, considerato il combustibile più pulito. A livello normativo, infine, il dissociatore è parificato all´incenerimento. .  
   
 

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