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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Settembre 2008
 
   
  IL PROSCIUTTO DI PARMA, TRA QUALITÀ, TRADIZIONE E CONTRAFFAZIONI

 
   
  Il prosciutto di Parma e la qualità Se l’Italia è la regina europea dei prodotti di qualità con 171 tra prodotti Dop (denominazione di origine protetta) e Igp (indicazione geografica protetta) su 780 riconosciuti in Europa, il Prosciutto di Parma è sicuramente il re dei prosciutti italiani nel mondo. Tra i primi prodotti agroalimentari italiani ad ottenere il riconoscimento europeo, il Prosciutto di Parma vanta ormai dodici anni di qualità riconosciuta dal marchio D. O. P. E garantita dal Consorzio del Prosciutto di Parma. I numeri del prosciutto di Parma all’estero Sono stati quasi tredici milioni i chili di Prosciutto di Parma (2 milioni di Prosciutti) esportati nel 2007: il 9,2% in più rispetto al 2006, per un valore complessivo di 180 milioni di euro. L’export rappresenta oggi il 22% della produzione annuale di Prosciutto di Parma. Un dato eccezionale se paragonato alla media nazionale dell’industria agroalimentare, che si attesta al 15% e, soprattutto della salumeria italiana, che supera di poco il 10%. Con un valore di circa 180 milioni di Euro, il Parma rappresenta oggi il 37% dell’export complessivo di prosciutto crudo italiano (inclusi speck, coppa e culatello). Ottimo il trend di medio periodo: negli ultimi 5 anni l’export ha fatto registrare un incrementato di oltre 500. 000 pezzi. Da segnalare, in particolare, le ottime performance del pre-affettato: il Parma in vaschetta registra un incremento del 25% rispetto al 2006. Le aziende del Consorzio hanno venduto circa 50 milioni di confezioni pari ad oltre 5 milioni di Kg di prodotto. Di queste, 14 milioni di confezioni sono rimaste in Italia mentre 36 milioni hanno varcato i confini. Il Parma si vende in oltre 60 paesi del mondo. Con una quota del 65%, l’U. E. Assorbe ancora la parte preponderante delle esportazioni, ma la quota export nei paesi extraeuropei è in forte crescita ed ha superato abbondantemente la quota mezzo milione di pezzi. Analizzando le performance dei singoli Paesi, ottimi i risultati della Francia (+5,6% con 455 mila prosciutti), che si conferma il primo mercato, degli Stati Uniti (+17,8% con 426 mila prosciutti), della Gran Bretagna (+18,1% con 280 mila prosciutti) e in generale dei paesi del Nord Europa che crescono a due cifre. Oltreoceano stabile il Canada, fioriscono invece le nuove realtà del continente asiatico, quali Hong Kong, Singapore, Dubai, Corea e Thailandia. Ma attenzione alle contraffazioni Il vero Prosciutto di Parma è riconoscibile in tutto il mondo dal simbolo della corona ducale a cinque punte, una garanzia per i consumatori, italiani e stranieri, di genuinità, bontà e rispetto della tradizione. Sulla protezione, valorizzazione e tutela del marchio, registrato in più di quaranta Paesi, vigila il Consorzio del Prosciutto di Parma. Attivo dal 1963, riunisce 167 aziende produttrici impegnate nella produzione del più famoso prosciutto crudo del mondo secondo un rigido disciplinare. Si parte già dalla selezione dei maiali, che devono essere italiani, di razza Large White, Landrance e Duroc, tipiche di 10 specifiche regioni del Centro Italia, e vengono alimentati esclusivamente con granoturco, orzo e siero derivato dalla produzione del parmigiano reggiano. 10 le fasi che scandiscono il processo che porta il Prosciutto di Parma sulle tavole dei consumatori: isolamento, raffreddamento, rifilatura, salagione, riposo, lavatura-asciugatora, pre-stagionatura e toelettatura, sugnatura, stagionatura e sondaggio-marchiatura. Perché consumare il prosciutto di Parma Il prodotto è controllato in tutte le fasi di produzione per garantire alti e costanti livelli di igienicità e qualità, non è manipolato, è senza aggiunta di additivi, facilmente digeribile e fornisce un ridotto apporto calorico (solo 280 kcalorie ogni 100 grammi e appena 150 kcalorie in caso di eliminazione del grasso visibile), basso contenuto medio di colesterolo (da 92 a 76 mg/100 g), alto apporto proteico (23 grammi per cento grammi di prodotto) e buon apporto vitaminico (cento grammi di prosciutto di Parma coprono il 70% del fabbisogno giornaliero di vitamine B1 e B6) e minerale (da 1/4 a 1/6 del fabbisogno giornaliero ogni 100 grammi di prosciutto). Alcune curiosità sul Prosciutto di Parma Forse non tutti sanno che un antesignano del Prosciutto di Parma era comunemente diffuso già sulle tavole degli antichi romani e che il primo banchetto a base di questo prosciutto che le cronache riportano fu allestito dai parmensi in onore di Annibale il Cartaginese. Prosciutti e insaccati erano poi diffusi largamente tra le popolazione galliche e longobarde e di prosciutto, alimento a lunga conservazione, erano riempite le stive dei temibili corsari genovesi di fine settecento. Il prosciutto di Parma compare già nei menu dei migliori ristoranti della Ville Lumière agli inizi dell’ottocento e spesso la sua fama si è incrociata con quella dell’arte italiana dell’opera: era infatti ingrediente comune nella raffinata cucina di Rossini. .  
   
 

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