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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Maggio 2006
 
   
  SETTORE LAPIDEO: RIDIMENSIONATI DALLA CRISI, MA PIÙ EFFICIENTI E COMPETITIVI UN’INDAGINE IMM SU 2000 AZIENDE ITALIANE RIVELA LE ATTESE E IL NUOVO VOLTO

 
   
  Carrara, 16 maggio 2006 - Produzione e consumo di marmo sono in espansione in tutto il mondo, ma le aziende italiane non riescono a percepire con chiarezza e ad agganciare questo trend favorevole. Gli imprenditori lamentano, in particolare, la difficoltà di affrontare individualmente la sfida della competizione globale e la riduzione dei margini operativi necessari per le scelte produttive e di mercato. La situazione di incertezza sembra però attenuarsi con i primi mesi dell’anno in corso. Questo lo scenario che emerge dall’indagine congiunturale annuale realizzata a cavallo tra 2005 e 2006 dall’Internazionale Marmi e Macchine (Imm) di Carrara su un campione di 2. 000 aziende (con 11mila addetti) delle aree produttive più importanti, il 30% del comprensorio apuo versiliese. Per stabilire un valido confronto col passato i quesiti erano uguale alle precedenti rilevazioni. Eccoli insieme alle risposte e ad alcune osservazioni. 1) Livello della domanda: è ritenuto complessivamente stabile, positivo e in aumento nelle aziende lapidee a livello nazionale, in calo secondo le risposte fornite dalle aziende del comprensorio ligure-toscano con andamenti diversi per aziende del marmo rispetto a quelle di tecnologie e servizi. 2) Mercati: invariate le aree di maggior importanza per gli sbocchi commerciali. Da tutti gli imprenditori l’Italia è considerata primo mercato. Le aziende del marmo hanno come secondo mercato il Nord America, quelle delle tecnologie e collaterali l’Unione Europea. 3) Fatturato: in espansione sia nelle aziende apuo versiliesi (ma in ribasso quello relativo a materiali grezzi, lastre o lavorati in genere) sia nel resto d’Italia. Emerge dalle risposte il fattore dimensione aziendale che influisce su vari aspetti: collocazione di mercato, prezzi, competitività elaborazione di strategie adeguate alla competizione globale. 4) Investimenti: progetti assai contenuti in tutti i distretti. 5) Occupazione: relativamente modesta l’incidenza del lavoro flessibile. Forse a causa della scarsa dinamicità del mercato le aziende non ne hanno usufruito. Aumenta invece il monte ore lavorate soprattutto nelle aziende collaterali: Toscana +3%, resto d’Italia +8%. 6) Portafoglio ordini: per le aziende lapidee toscane è in media di 132 giorni contro i 97 del resto d’Italia. Per le aziende collaterali è, rispettivamente, di 141 giorni e di 115. Dall’indagine emerge l’immagine di un settore con elementi di difficoltà e diffuso pessimismo (più in Toscana che altrove), anche se meno che in passato. Le previsioni a medio termine offrono però segnali positivi. Dal comprensorio ligure toscano si annuncia infatti una performance migliore per grezzi ( positivo per il 73% degli intervistati) e lastre ( in aumento per il 66%), mentre nelle altre regioni prevale una prospettiva positiva per il segmento dei lavorati secondo il 57% delle aziende. Il distretto ligure-toscano sta vivendo una fase di riposizionamento sia nei confronti del mercato, sia nella struttura produttiva, con variazioni significative soprattutto per le aziende che hanno dimostrato maggiori capacità di sopravvivere, di competere e di reagire ai cambiamenti. In sintesi: il settore ha dimensioni estese localmente, ma in progressiva riduzione. Sta uscendo profondamente modificato e ridimensionato dalla crisi di questi anni, ma forse più strutturato per rispondere alle esigenze di un mercato più aggressivo ed esigente, ma anche più ampio. .  
   
 

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