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Notiziario Marketpress di
Venerdì 19 Settembre 2008 |
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FIERA MILLENARIA 2008 BIODIVERSITA’: PROGETTO E CONVEGNO ALLA MILLENARIA
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Avviato lo scorso anno, in occasione della Fiera Millenaria, il progetto per la tutela e il recupero della biodiversità nelle campagne mantovane prosegue con l’obiettivo di costituire una banca dati aggiornata e realizzare sul territorio un vero e proprio “Conservatorio della biodiversità mantovana”. Importante risorsa biologica ma anche risorsa di turismo rurale perché in grado di rafforzare l’identità sociale e culturale alla nostra provincia. Il progetto è promosso dal Consorzio agrituristico mantovano, dalla Provincia di Mantova, dall’Istituto tecnico agrario “Strozzi” di Palidano e dalla Fiera Millenaria di Gonzaga. “Il segnale è positivo – commenta Marco Boschetti, direttore del Consorzio Agrituristico Mantovano - dalle nostre campagne c’è un forte impegno a non disperdere la tradizione. Il vantaggio non è solo culturale ma anche economico. I nostri contadini si sono fatti veramente custodi di un progetto che si sta concretizzando con forza grazie alla loro partecipazione”. E sabato 20 settembre, per il mercato contadino parte anche la piazza di Ostiglia. Ad oggi sono quattro le aziende che hanno fatto della biodiversità un progetto di lavoro: ad Asola, Schivenoglia, Marmirolo e Quistello (qui la salvaguardia delle mele campanine di altissima qualità). Proprio nei mesi scorsi è stata reintrodotta la coltivazione della cipolla di Sermide che si può trovare nei mercati contadini della nostra provincia e, a distanza di un anno, la fiera Millenaria di Gonzaga presenta un’interessante mostra su 10 varietà colturali in via di estinzione curata dall’Istituto “Strozzi” di Palidano. Durante i giorni della fiera sono state accolte segnalazioni di varietà ancora sconosciute e su cui saranno condotte analisi tecniche. Una prima ricerca sul patrimonio autoctono (piante da frutto, razze di animali, ortaggi) e iniziative concrete di recupero hanno caratterizzato la prima fase del progetto. La ricerca condotta insieme agli studenti dell’Istituto tecnico agrario “Strozzi” di Palidano ha fatto emergere importanti risultati. Per la frutta sono state registrate le varietà di pere cocomerina, curato, moscatellina bianca, mele decio, piatta mantovana, poppina mutti, calvilla bianca, rosa mantovana, abbondanza, renetta ananasse, uva grappello gentile, uva marzemino, uva negrara, melone moscatello, melone rospo, pesco rosso di Pozzolo, l’anguria Myaco di Suzzara, l’albicocca bella, l’uva d’oro, la mela campanina. Per la verdura il finocchio mantovano, il radicchio mantovano, la zucca mantovana, la cipolla di Sermide, l’invidia riccia, l’estiva mantovana, l’invidia riccia di Viadana, la cicoria mantovana, il radicchio bianco mantovano. Per i cereali il mais cinquantino di San Fermo, il mais cinquantino comune, mentre per gli allevamenti zootecnici la bianca della Valpadana, il cappone rurale mantovano Nei mesi scorsi, in collaborazione con l’istituto di cerealicoltura di Montanaso Lombardo. Gli agricoltori di tutto il mondo hanno impiegato secoli a selezionare migliaia di sementi, distinguendoli in base alle loro caratteristiche e tramandandole di generazione in generazione. Le grandi multinazionali sementiere sono, invece, da tempo impegnate nella creazione di nuovi semi in laboratorio, attraverso la manipolazione genetica, e nella sterilizzazione delle sementi prodotte. Per questo è necessario salvare e selezionare i semi delle piante coltivate per poi riseminarli. Secondo gli studi della Fao nell´ultimo secolo i tre quarti della diversità genetica delle colture agricole sono andati perduti. In un secolo si sono estinte oltre trecentomila varietà vegetali. In Italia sono a rischio di estinzione 1. 500 varietà di frutta e stessa sorte è riservata agli animali di cui, negli ultimi 50 anni, abbiamo perso almeno cinque razze di bovini, tre di caprini, oltre dieci tra ovini e suini, sette di equini e quattro di asini. In provincia di Mantova sono 50 le varietà in pericolo. Il Progetto Biobam, presentato nel convegno del 14 settembre alla Millenaria, promosso in collaborazione con la Gazzetta di Mantova, si inserisce in tale contesto ponendosi l’obiettivo generale del coinvolgimento della comunità locale in azioni di conoscenza, tutela e potenziamento della biodiversità del paesaggio agrario del Basso Mantovano. Un’attività che ha censito ed evidenziato gli elementi di valore naturalistico e paesaggistico ancora presenti sul territorio - per i quali le amministrazioni dovranno individuare specifiche forme di tutela e valorizzazione – fornendo indicazioni fondamentali per l’individuazione della Rete Ecologica. I risultati dello studio hanno evidenziato il soddisfacente stato di conservazione della biodiversità presente all’interno degli agroecosistemi del Basso Mantovano, in grado di ospitare ancora una comunità faunistica ricca e discretamente strutturata con presenza di specie avifaunistiche di significativo rilievo conservazionistico. È emersa l’importanza degli ecosistemi elementi naturali puntuali (macereti, bugni, raccolte d’acqua temporanee, grandi alberi isolati) e di quelli lineari (siepi, filari alberati, corsi d’acqua): la tutela degli aspetti ben conservati di questi elementi e il loro ripristino nelle situazioni più compromesse appare una delle principali priorità delle future attività di riqualificazione ambientale per garantire a questo territorio adeguati livelli di connettività ecologica. I risultati del progetto Biobam non costituiscono un punto d’arrivo ma devono rappresentare uno strumento di riferimento e supporto alle decisioni, in grado di orientare le future scelte pianificatorie, per giungere a un assetto urbanistico idoneo a garantire le esigenze di sviluppo del territorio e quelle di conservazione del patrimonio naturale e paesaggistico. Il tema dell’importanza delle aree agricole per la tutela della biodiversita’ è già stato al centro di ricerche e specifiche strategie nazionali e comunitarie. In particolare i Ministri dell’Ambiente della Comunità europea si sono impegnati attraverso la Risoluzione di Kiev sulla Biodiversità (Conferenza Interministeriale, 2003) e il Messaggio di Malahide (Conferenza Ue sulla Biodiversità 2004) ad identificare le aree agricole ad alto valore naturalistico entro il 2006 e a prevedere una gestione appropriata delle stesse entro il 2008. . . |
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