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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Settembre 2008
 
   
  DUE ECCEZIONALI APPUNTAMENTI AL TEATRO STREHLER, DAL 27 SETTEMBRE ALL’1 OTTOBRE: DA GOGOL A CECHOV, AL PICCOLO È DI SCENA IL TEATRO RUSSO. L’ALEXANDRINSKY DI SAN PIETROBURGO CELEBRA I 200 ANNI DALLA NASCITA DI GOGOL. IL MALY TEATR DI MOSCA PER LA PRIMA VOLTA A MILANO

 
   
  Milano, 15 settembre 2008 - Al Piccolo è di scena il teatro russo, con due eccezionali appuntamenti. Sabato 27 (ore 19. 30) e domenica 28 settembre (ore 16), il Teatro Alexandrinsky di San Pietroburgo e il suo direttore, Valery Fokin, portano in scena, dopo Il revisore, ospitato nella scorsa stagione, un altro classico di Nikolaij Gogol, Il matrimonio. Martedì 30 settembre (ore 19. 30) e mercoledì 1 ottobre (ore 20. 30), per la sua prima visita sulle scene del Piccolo di Milano, il Maly Teatr di Mosca, tra le più prestigiose istituzioni di Russia, sceglie invece, con due atti unici - Una domanda di matrimonio e L’orso - un classico del suo repertorio, Anton Cechov. Centocinquantacinque anni fa Il matrimonio conosceva la sua ‘prima’ al Teatro Alexandrinsky di San Pietroburgo. Oggi torna in scena nella lettura moderna e insieme filologica di Fokin. “E’ un testo molto sottile, tenero, incredibilmente toccante, e allo stesso tempo infinitamente divertente”: così il direttore del prestigioso teatro pietroburghese presenta la commedia che ha scelto per celebrare i duecento anni dalla nascita di Nikolaij Gogol (1809-1852). “Un testo”, prosegue Fokin, “a più strati, ricco di sfumature. Gogol è un autore estremamente raffinato, che ci parla di persone e non di caricature. Sta a noi coglierne tutta la ricchezza”. Uno scapolo impenitente sta per cedere alla tentazione di prender moglie, sollecitato in questo senso da un amico e da una mezzana. La scelta cade sulla giovane figlia di un mercante, anche lei accompagnata a un matrimonio per il quale pare proprio non sentire particolare interesse…Gogol mette in ridicolo tutta l’ipocrisia dei matrimoni combinati e del condizionamento sociale che impone a uomini e donne di convolare, sempre e comunque, a giuste nozze, anche quando gli individui, per temperamento, non siano affatto adatti alla vita di coppia. La regia di Fokin sottolinea il conflitto tra la libertà individuale, il desiderio di vivere al di sopra delle convenzioni e l’assurdo carosello in cui i due protagonisti, loro malgrado, si trovano coinvolti. “In questa commedia – conclude scherzosamente Fokin – è presente un altro tema che personalmente mi riguarda da vicino : il desiderio di trovare il proprio divano, Cosa intendo dire? Il divano non è solo un arredo confortevole, ma una parte di ciascuno di noi, un territorio privato, una piccola patria, se volete”. Da Gogol a Cechov: del grande autore russo il teatro di Mosca privilegia due atti unici intrisi di un’ironia leggera, di uno sguardo benevolo sui personaggi e sulle loro debolezze. In Una domanda di matrimonio si raccontano gli esilaranti tentativi di un proprietario terriero di combinare il matrimonio tra la propria figlia e il padrone della tenuta vicina. Tra equivoci, litigi, terreni contesi, cani da caccia e svenimenti è tutto un andirivieni di proposte, annullamenti, ripensamenti. Alla fine i due si fidanzeranno, ma chissà quale vita coniugale li attenderà… L’orso è la storia di una bellissima vedova, votata alla memoria del marito defunto, che pure per tutta la vita l’ha tradita e umiliata. Giunge inattesa la visita di un debitore del marito, ma la vedova rifiuta di vederlo. L’uomo crede che l’atteggiamento della vedova sia una posa, per evitare di saldare il conto. La donna reagisce con veemenza alla calunnia e i due finiscono paradossalmente per sfidarsi a duello. Naturalmente tra due temperamenti focosi non potrà che scoppiare l’amore: la vedova non sarà più inconsolabile… .  
   
 

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