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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Settembre 2008
 
   
  BI6 BIENNALE DELL’IMMAGINE GEOGRAFIE DELL’INVISIBILE VI° RASSEGNA INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA, ARTI DELL’IMMAGINE, CINEMA E VIDEOARTE 21 SETTEMBRE – 23 NOVEMBRE 2008 CHIASSO LIGORNETTO, MONTE, MENDRISIO

 
   
  Chiasso, 17 settembre 2008 - Geografie dell’invisibile è il titolo della sesta edizione della Biennale dell’Immagine 2008 (Bi6), evento focalizzato sull’arte fotografica e sulle arti visive contemporanee, tra cui videoarte e cinema, organizzato e promosso dai Dicasteri Cultura e Servizi attività sociali del Comune di Chiasso, in collaborazione con la Galleria Cons Arc, e con il coinvolgimento di enti pubblici e privati, gallerie e musei. La rassegna è articolata in 14 eventi espositivi, disseminati tra Chiasso e il Mendrisiotto (Ligornetto, Monte, Mendrisio), con la partecipazione di 42 fotografi e artisti dell’immagine. Affermatasi nell’arco di sei edizioni come uno dei più originali appuntamenti del genere in Svizzera e in Europa, Bi6 è oggi divenuta un irrinunciabile punto d’incontro tra le più innovative esperienze creative in questo campo, per scoprire un ambito disciplinare in grande fermento e in costante rinnovamento. Questa nuova edizione concentra la propria attenzione su un soggetto che apparentemente sembrerebbe in contraddizione con il mondo delle immagini: ciò che è invisibile. Geografie dell’invisibile è infatti il titolo che caratterizza il ciclo di esposizioni della sesta edizione. Una fotografia, o più in generale un’opera d’arte, non può essere considerata soltanto come pura visualità. Ogni immagine contiene infatti una pluralità di elementi che si possono afferrare con lo sguardo; molti altri invece sono percepibili solo dall’inconscio. Geografie dell’invisibile si prefigge di considerare la complessa relazione tra visibile e invisibile, ovvero tra ciò che nel tentacolare sistema di comunicazione mediatica è rappresentato, e ciò che, viceversa, rimane nascosto, defilato, e inafferrabile allo sguardo. Un tema complesso, che coglie una delle caratteristiche più significative ed inquietanti del nostro tempo. Una particolare attenzione è focalizzata sulle rapidissime, e talvolta sconvolgenti trasformazioni del paesaggio, in una grande mostra dal titolo Ereditare il paesaggio. Qui, con il contributo di 9 grandi maestri – Barbieri, Basilico, Castella, Chiaramonte, Cresci, Fossati, Guidi, Jodice e Vitali – e di 19 giovani fotografi, da essi prescelti, la fotografia assume il significato di un’esplorazione attorno ai mutamenti in atto nel territorio: la frantumazione del paesaggio, il proliferare di un’architettura senza qualità, l’espandersi incontrollato della città: Napoli, Milano, Boston, Parigi, Città del Messico…. La città come espressione più rappresentativa dei mutamenti in atto nel nostro tempo. La percezione di uno sradicamento globale di dimensioni bibliche ci è offerta dall’obiettivo di Andreas Seibert, che caparbiamente, nella Cina dello sbalorditivo ‘boom’ economico, insegue gli effetti devastanti di fenomeni migratori senza precedenti, dove immense moltitudini (si parla di centocinquanta-duecento milioni di persone) emigrano in cerca di migliori situazioni di lavoro, lasciando alle loro spalle situazioni insostenibili: ambienti svuotati e degradati, altri ricreati per l’occasione, straripanti di folle, famiglie lacerate, case svuotate, villaggi abbandonati…e, inevitabilmente, il dilagare di fenomeni di violenza. Il tema dell’esponenziale espansione della città che si trasforma in una mostruosa megalopoli è affrontata, con accenti meno drammatici, e talvolta non privi di lieve ironia, da Banu Cenettoglu, che, con un chiaro riferimento a Istanbul, una delle città più popolate del mondo, offre l’immagine di un’umanità spaesata, che occasionalmente abita quei “non luoghi” che altro non sono che scampoli di verde natura, miseri residui di un’inarrestabile cementificazione del territorio. Un’altra artista, Ursula Biemann, rincorre anch’essa il dirompente fenomeno dei flussi migratori: masse di uomini e di merci, che percorrono, tra polverose strade, camion, automobili e blocchi di militari armati, le grandi arterie transeuropee attraverso paesi come Nigeria, Mauritania e Marocco. L’immagine fotografica come pura rappresentazione, come ‘messa in scena’, con scenografie e personaggi ritratti in un ambiente claustrofobico e iperrealistico, è la cifra scelta da due artisti in qualche modo tra loro speculari, Chantal Michel e Christian Tagliavini, le cui opere, ironiche e inquietanti, segnano un’inedita collaborazione tra Les Journées photographiques de Bienne e la Biennale dell’Immagine. Questo ciclo di esposizioni, che, come si è scritto, coinvolge un considerevole numero di gallerie, musei e di enti, con il coinvolgimento di artisti dell’immagine (tra i quali ricordiamo anche Paul Scheuermaier, Franco Beltrametti, Matteo Emery, Christof Klute, Harald Mol, Benno Meuwly, Curt Tannhäuser, Mariano Snider), è completato da un programma di dibattiti, incontri, testimonianze, tavole rotonde. Per stimolare, così ci auguriamo, qualche utile spunto di riflessione in merito alle metamorfosi in atto nel nostro tempo. L’obiettivo della Bi6 è dunque quello di rintracciare punti di vista sulle mappe del reale e dell’immaginario personale e collettivo, che ci permettano di scorgere nuovi limiti, nuovi spazi, nuovi rilievi, nuovi percorsi, per riacquistare almeno in parte la capacità di leggere con l’intelligenza delle emozioni il mondo che ci circonda. Sono tracce di quel ‘teatro dell’ipervisibilità’ che la Bi6 cercherà di esplorare, con l’intento di suscitare riflessioni, emozioni, ma anche di sorprendere i propri visitatori con immagini fisse e in movimento, in grado di accompagnarli tra i meandri di una delle tematiche più complesse ed affascinanti della nostra epoca. Il programma espositivo Spazio Officina, Chiasso (me - ve: 15. 30 - 19. 30 | sa - dom: 10. 30 - 12. 30 e 15. 30 - 19. 30) Ereditare il paesaggio - Nove grandi maestri della fotografia italiana – Barbieri, Basilico, Castella, Chiaramonte, Cresci, Fossati, Guidi, Jodice e Vitali - presentano diciotto giovani fotografi per confrontarsi con loro sulla fotografia di paesaggio. La mostra si propone come un’occasione di confronto e di dialogo tra due generazioni, che travalica i confini tra arte, sociologia, urbanistica e fotografia. Ex Polizia, Chiasso (me - ve: 15. 30 - 19. 30 | sa - dom: 10. 30 - 12. 30 15. 30 - 19. 30) Andreas Seibert From Somewhere to Nowhere - Il fotografo svizzero Andreas Seibert focalizza la propria attenzione attorno al fenomeno della più grande migrazione di uomini in tempo di pace: è quella che si può attualmente osservare in Cina, dove centocinquanta-duecento milioni di persone emigrano in cerca di lavoro, di denaro e di una vita migliore. Chantal Michel Sans titre Christian Tagliavini Cromofobia - Fear of Colors. In collaborazione con Les Journées photographiques de Bienne I due giovani autori, propongono una ricerca sulla ‘messa in scena’ dell’immagine fotografica, narrativa, teatrale e artificiale. Le loro opere sono esposte prima a Bienne ed in seguito a Chiasso, e saranno inserite nella programmazione ufficiale delle due manifestazioni. Mariano Snider Confinanti autorizzati. La videoinstallazione realizzata da Mariano Snider esplora luoghi privati: appartamenti, stanze, cucine, situazioni simili per dimensione e struttura, rivelano mondi e modi di vita personali sempre diversi. L’arredamento e gli oggetti di ogni casa mettono in scena la vita di chi ci abita. Museo Vela, Ligornetto (ma - dom: 10. 00 - 17. 00) Paul Scheuermeier. Parole in immagine. Un omaggio a Paul Scheuermeier (1888-1973) linguista ed etno-fotografo Nel 1919 il linguista zurighese Paul Scheuermeier per quindici anni attraversò l’Italia e la Svizzera Italiana alla ricerca di informazioni sui termini dialettali più arcaici, sulla loro pronuncia e sugli oggetti a cui questi facevano riferimento: parole, persone, immagini e cose furono il leitmotiv del suo lavoro. Testimonianze che oggi costituiscono un patrimonio di inestimabile valore storico e culturale. Stellanove Spazio d’Arte – Mendrisio (gio: 15. 00 - 19. 00 | sab: 10. 00 - 17. 00 | dom: 10. 00 - 14. 00) Franco Beltrametti Collages e poesie. Il quadro, più ancora il segno al suo interno, come in questi ‘collages’, hanno una funzione di "porta", passaggio tra una realtà contingente, transitoria, veloce e - di volta in volta - il vuoto, il silenzio, il caso, la poesia stessa: un altrove che irrompe cifrato. Galleria Mosaico, Chiasso (ma - ve: 15. 00 - 18. 00 | sab: 14. 00 - 18. 00) Matteo Emery. Involucri L´ esposizione raccoglie opere realizzate negli ultimi due anni ed è composta da una serie di fotografie ed installazioni, realizzate con la tecnica ‘media-mixtes’. Un analisi dell´uomo non solo negli aspetti psicologici ma anche in quelli anatomici, alla ricerca di quello che l´occhio non può vedere ma solo immaginare. Galleria Cons Arc, Chiasso (lu - ve: 9. 00 - 12. 00 14. 00 - 18. 00 | sab: 9. 00 - 12. 00) Christophe Klute . Luoghi dell’utopia Si propongono due lavori distinti, una prima serie riguarda le Unité d´Habitaton di Le Corbusier, edificio rivoluzionario degli anni Cinquanta nato con l’obiettivo di porre un argine ai problemi di ricostruzione e urbanizzazione delle aree urbane francesi. La seconda, a Sarnen, in un intenso monocromo scandito da volumi anch’essi modernistici, figurano immagini appartenenti all’interno di un convento, una sorta di invito ad una sobrietà dimenticata. Max Museo, Chiasso (me - ve: 15. 30 - 19. 30 | sab - dom: 10. 30 - 12. 30 15. 30 - 19. 30) Ursula Biemann, Sahara Chronicle 2006-2007. Una raccolta di brevi video documenta l’esodo in atto dall’area sub-sahariana verso l’Europa; il materiale è stato prodotto da Ursula Biemann nel corso di tre viaggi effettuati nei principali snodi della grande rete transeuropea di trasporti estesa in paesi come il Marocco, la Nigeria e la Mauritania. Banu Cenettoglu. Scary Asian Man L’artista turca Banu Cenettoglu propone in questa installazione un ciclo di immagini che documentano la sua ricerca focalizzata sul particolare rapporto tra esseri umani e spazi residui o ‘non luoghi’. Monte Associazione Montearte Harald Mol Sottoprodotto . 14 fotografie a colori esposte su pannelli appositamente posati all’aperto lungo la strada della Valle di Muggio tra Castel San Pietro e Monte. L’uomo, preoccupato per la sua evoluzione, crea con cieca convinzione un tessuto urbano tendente alla perfezione. In contemporanea, crea inconsciamente su altri livelli dei “paesaggi” non voluti ma altrettanto interessanti che non possono durare nel tempo perché sono spazzati via da forze maggiori che spesso provengono dalla natura. Confine Svizzera – Italia (lu - dom: 20. 30 - 21. 30) Benno Meuwly Curt Tannhäuser Lux Pons. Il progetto artistico Lux Pons prevede il posizionamento di circa 30-40 proiezioni luminose, poste nella zona neutrale, ‘no man’s land’ tra Svizzera e Italia, che rischiareranno le facciate delle case, le nicchie, il terreno, gli alberi e i campi da entrambe le parti del confine. Attraverso la propagazione della luce nelle varie direzioni il territorio diviso verrà idealmente unificato. .  
   
 

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