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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Settembre 2008
 
   
  IL FORTE DI CADINE TORNA A VIVERE DOPO I RESTAURI. PRESENTATO IL VOLUME “PROGETTO GRANDE GUERRA”

 
   
   Trento, 25 settembre 2008 – Doppio appuntamento, ieri, con la Memoria e con il Progetto Grande Guerra. Alle 16, alla presenza delle autorità politiche e dei funzionari e tecnici della Soprintendenza per i beni architettonici della Provincia autonoma di Trento, sono stati ufficialmente presentati i lavori di restauro del Forte di Cadine “Strassensperre Bus di Vela”, “un passo significativo – è stato detto – all’interno del programma di recupero del patrimonio storico della prima guerra mondiale”. Due anni di lavoro per recuperare e in parte ricostruire il forte, che a breve ospiterà il Centro di informazione del sistema fortificatorio trentino”. Alle 18, invece, alle Gallerie di Piedicastello, sempre la Soprintendenza per i beni architettonici ha presentato il volume Progetto Grande Guerra – tutela e valorizzazione dei beni Architettonici. Esperienze a confronto”, che raccoglie di atti di un convegno organizzato dalla Provincia nel maggio 2005 a Lardaro. Il Forte Di Cadine - Il forte è posto a chiusura della stretta ed angusta valletta del Vela, collocato a cavallo della strada che scende verso Trento da Cadine. Faceva parte assieme al Doss di Sponde dello sbarramento del solco di Cadine e ad esso si collega attraverso una comoda strada militare. La caratteristica di questa “Tagliata” sta nel fatto che la chiusura dell’asse stradale non era affidato ad un solo portone come in altri casi, ma all’intero corpo del manufatto. Per la sua costruzione fu deviato il torrente Vela a protezione della tagliata, che prima di passare sotto il fabbricato, entra in un tunnel sotto il recinto del primo cortile. Il forte fu costruito negli anni 1860-1862 e rientrava pertanto nel gruppo di forti austriaci, costruiti nel Trentino, nel primo periodo. L’opera è caratterizzata da una struttura casamatta di pietre calcaree squadrate di colore rosa e di conglomerati realizzati con inerte calcareo e calce. A est del forte una fuciliera costeggia la strada sulla sinistra della valle; sempre sulla sinistra, al di là della strada, un secondo copro di guardia controllava l’accesso alla tagliata. Note storiche - Progettista: Cap. Dello Stato maggiore del genio Gerstenbrand. Direzione dei lavori: Cap. Dello Stato maggiore del genio Gerstenbrand. Supervisione affidata alla direzione delle costruzioni fortificate (Befestingungs-bau-direction) di Trento, diretta dal Maggiore del Genio Gustav Hermann. Data di Inizio lavori: 11. 07. 1860, Conclusione dei lavori: maggio 1861. Tipologia: opera in casamatta, secondo “scuola francese” in conci di pietra lavorati in calcare rosso, articolata su due corpi: il principale attraversato in larghezza dalla strada ed un secondo più arretrato, sulla cui copertura si trovano due pezzi in barbetta. Si tratta quest’ultimo di un intervento risalente probabilmente al 1864. Armamento: 3 cannoni da 12 cm M 1861 in casamatta, in feritoia ad apertura minima; 2 cannoni da 10 cm. M 1863 in barbetta; 3 feritoie fuciliere con affusto. Inoltre secondo il Rapportsplan del 1909, due riflettori all’acetile da 30 cm. Due da 25cm. E due lanterne all’acetile. (…) Guarnigione: nel 1888 la guarnigione di fanteria venne determinata con un ufficiale e 34 uomini, saliti a 55 nel 1909. Un po’ di storia 1864 – Il Comando del Corpo d’armata dispone la costruzione di batterie in terra tra il forte e la Caserma Doss di Sponde, nonché l’allargamento dell’ingresso del del cortile superiore. 1901 – Viene realizzata una cisterna sotto il locale dormitorio per gli ufficiali (dove venne aperta la finestra), nel secondo corpo di fabbrica, per un costo complessivo di 6000 corone. L’impianto idrico installato dalla ditta S. Juhasz di Graz, era alimentato da due fonti situate poco sopra la sovrastante caserma difensiva del Doss di Sponde. Le tubature furono fatte passare lungo la parete sinistra della Poterna. 1902 – Viene ricostruita la linea telegrafica in collegamento con la piazzaforte di Trento. 1906 – Viene installato un nuovo portone a prova di colpi di fucile; costruzione di un forno per il pane(progetto). 1909 – Nel contesto del riarmo del forte furono realizzati degli zoccoli appresso alla feritoie cannoniere per consentire l’istallazione dei cannoni da 9 cm M04. 1913 – Vengono installati dei tubi per sparo con pistole di illuminazione all’angolo tra il muro di gola del corpo di casamatta e il muro sinistro del cortile superiore. 1915 – Il Forte viene dimesso e disarmato, dopo di che non fu mai coinvolto in operazioni belliche. Si segnala soltanto che durante la seconda guerra mondiale esso fu trasformato dalle truppe tedesche in centro di sorveglianza contro eventuali azioni di partigiani. Il 29 aprile 1945, pare in risposta ad una rappresaglia contro alcune persone del posto fatta dai Tedeschi, vi fu un tentativo di attacco da parte del Gap del Monte Bondone, comandato da Giovanni Bontempelli. Scopo dell’azione era impadronirsi delle armi depositate nel forte e, in un secondo momento, far saltare l’intero complesso. Nella sparatoria cadde Beppino Tasin, mentre Pio Janes venne ferito. Nel 1949 il complesso venne radiato dall’Esercito Italiano. Il Futuro Centro Di Informazione Del Sistema Fortificatorio Trentino Il progetto di restauro del complesso fortificato è finalizzato alla sua futura destinazione a Centro di Informazione sulle fortificazioni del trentino. In particolare la struttura dovrebbe diventare un riferimento per il pubblico interessato, non solo studiosi ma, anche semplici appassionati e turisti di passaggio che richiedono informazioni sul patrimonio storico legato alle vicende della Grande Guerra, sui possibili itinerari, sulle attività di promozione e fruizione, sulle attività culturali e di spettacolo che sono presenti sul territorio. L’esigenza della Soprintendenza è stata quella di creare un centro informativo che non solo comunichi piacevolmente ad un pubblico eterogeneo “il racconto” di se stesso e di ciò che esiste da visitare sul territorio, ma che contemporaneamente racconti tutto ciò che si è fatto e si sta facendo in materia di fortificazioni nel trentino, senza peraltro dimenticare l’identità specifica dello sbarramento del Vela e dell’importantissimo ruolo storico della prima cinta fortificata di Trento. In questo senso si è operato nell’individuazione delle diverse destinazioni funzionali delle casematte e nel progetto di recupero dell’identità del sistema fortificato. Per quanto riguarda questo ultimo punto il progetto individua la rievocazione delle forme fortificate dello sbarramento, attraverso la riproposizione del disegno storico difensivo, nella sistemazione delle aree di pertinenza e nella ricostruzione del modellato esterno con postazione di cannoniere. Così è stato concepito il ripristino della strada originale e la ricostruzione della tagliata, il disegno dell’area di pertinenza con la formazione dei terrapieni di protezione al fine di ricreare la sensazione di “sbarramento” e di mascheramento del Forte. Questa quinta scenografica assieme alla ricostruzione del ponte pedonale sul torrente Vela, che consente il raggiungimento dell’ingresso del Forte e che costringe alla visita dell’opera di convogliamento in galleria sotterranea del torrente, restituisce al forte la giusta cornice di ambientamento dell’opera fortificata. L’altro intervento che consentirà la ricostruzione della morfologia del forte, risiede nella sistemazione e rimodellamento degli originali profili delle postazioni in barbetta e la ricostruzione delle stesse compresa la riproposizione del sistema protettivo ai cannoni su affusto da campagna realizzato in grandi cilindri di cannicciato intrecciato riempiti di terra. Intervento questo che verrà realizzato in fase di allestimento. Il progetto propone la dislocazione di differenti funzioni all’interno del primo, del secondo corpo di guardia e della galleria. Immagina un percorso di visita che parte dalla corte del secondo livello dove sarà possibile avere informazioni relative al Centro di informazione, al progetto Grande Guerra, agli ambiti territoriali delle fortificazioni del territorio trentino; il primo corpo di guardia è destinato alle funzioni principali del centro di informazione: l’allestimento prevede il punto informativo, pannelli informativi che riguardano il territorio fortificato trentino, la cinta fortificata di Trento, la tagliata stradale di Cadine e l’allestimento della casamatta con il cannone originale della fortezza. Nel secondo corpo di guardia seminterrato si trovano i servizi igienici e con l’allestimento delle due casamatte a destra della poterna si proseguirà con la presentazione dei progetti di recupero delle fortificazioni. La lunga (65 ml. ) e suggestiva poterna avrà l’importante ruolo di comunicazione: vi troveranno esposizione i sistemi fortificati del trentino. Il percorso nel parco, la visita alle coperture e la ricostruzione delle postazioni cannoniere esterne. Il forte possiede un’ampia pertinenza boschiva attraversata dalla strada militare che lo collegava con il Forte Doss di Sponde, ora abitato e di proprietà privata. Il progetto redatto a cura del Servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale propone la pulizia di quest’area, la sistemazione della strada e la creazione di alcune aree attrezzate per la ricreazione, all’interno dell’area boscata (intervento ancora in corso di attuazione). All’uscita della Poterna il percorso di visita continuerà e risalirà facilmente sopra la copertura della galleria fino alla suggestiva visita delle postazioni in barbetta. Le attività di promozione Più che un museo di se stesso e di rappresentanza degli altri forti, questa tagliata dovrebbe in futuro divenire un’importante centro di promozione e coordinamento di tutte la attività culturali che riguardano le fortificazioni. Potrà essere inoltre sede occasionale di esposizioni e di spettacoli che riguardano la Grande Guerra Il Libro “Progetto Grande Guerra – Tutela E Valorizzazione Dei Beni Architettonici. Esperienze A Confronto Il volume “Progetto Grande Guerra - tutela e valorizzazione dei beni architettonici. Esperienze a confronto” propone ad appassionati e tecnici del settore l’esperienza sviluppata dalla Soprintendenza provinciale per i Beni architettonici attorno al tema della valorizzazione dei beni culturali legati alle vicende della Prima guerra mondiale. In particolare contiene alcuni studi caratterizzati dal diverso approccio al tema del recupero del complesso sistema fortificatorio austro-ungarico in territorio trentino; progetti sviluppati da studiosi del settore sulla base di linee guida e temi assegnati. Il libro presentato questo pomeriggio alle Gallerie di Piedicastello raccoglie le relazioni e gli interventi che hanno dato vita all’omonimo convegno organizzato dalla Provincia autonoma di Trento a Lardaro nel maggio 2005, che aveva l’obiettivo di fare pubblicamente il punto sulla grande iniziativa culturale, promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia, volta al recupero, allo studio, alla conoscenza ed alla valorizzazione dei beni legati a questo evento bellico, conosciuta con il nome di “Progetto Grande Guerra”: un insieme organico e coordinato di iniziative, profondamente radicato sul territorio. È, questo, uno sforzo per recuperare e mantenere in lettura un patrimonio che, se pur legato a fatti drammatici ed alle grandi sofferenze del nostro popolo, segna il territorio provinciale in maniera profonda e diffusa, caratterizzandone l’identità stessa pur, spesso, nella forte dissonanza di questi elementi rispetto al contesto che li ospita. Conservare questi beni vuol dire ricordare la nostra storia con il monito che tali accadimenti non abbiano più a succedere; per questo la forza culturale di questo progetto non deve essere limitata alla sola, se pur lodevole, attività conservativa, ma anche essere stimolo per un rinnovato messaggio di pace. Il programma di Legislatura, all’interno del più esteso Progetto Memoria vede come obiettivo di forte valenza politico-culturale il Progetto Grande Guerra. Una forma concreta di riconoscimento che i beni lasciati in eredità dal passato hanno un grande rilievo per la memoria, per la storia e per l’identità collettiva delle popolazioni dei territori che sono stati interessati dalle vicende di quell’avvenimento epocale. La revisione legislativa in tema di beni culturali promossa a livello provinciale ha poi dato formalizzazione ai concetti sopradescritti e permesso alla Giunta Provinciale di concretizzarli nelle apposite direttive tecnico-amministrative di avvio del Progetto. La volontà dell’Amministrazione Provinciale, oltre a promuovere studi generali relativi ad ambiti territoriali già interessati da iniziative parziali, dando in tal modo stimolo e riconoscibilità al lavoro promosso in questi anni da Enti ed Associazioni che hanno investito in questo settore, si è espressa nell’individuazione di progetti pilota di censimento e di recupero di alcuni sistemi fortificati che, per valenza storica, per condizioni favorevoli legate alla loro condizione territoriale, per la loro potenzialità specifica di valorizzazione, potessero essere individuati come modelli di riferimento. Il confronto infine con esperienze di altre Regioni, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, in questo caso, ma il dialogo è aperto anche con Veneto e Lombardia, consente di valutare meglio la valenza del programma intrapreso, consapevoli peraltro della necessità che gli interventi esprimano coordinamento e continuità. .  
   
 

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