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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Settembre 2008
 
   
  "PACCHETTO TELECOM": COORDINAMENTO UE SULLO SPETTRO RADIO

 
   
  Bruxelles, 25 settembre 2008 - Il Parlamento europeo ritiene necessario garantire lo stretto coordinamento Ue nella gestione dello spettro radio e l´interoperabilità delle tecnologie nella revisione della normativa sulle comunicazioni elettroniche. Chiede inoltre di incentivare gli investimenti nelle reti ad alta velocità e di garantire l´uso di tutte le tecnologie sulle frequenze disponibili. La separazione funzionale della rete andrebbe imposta solo a titolo eccezionale. Respinge poi la proposta di istituire una nuova autorità indipendente. Nell´ambito del "pacchetto telecom" la Commissione propone di modificare la direttiva quadro per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (2002/21), la direttiva accesso (2002/19) e la direttiva autorizzazioni (2002/20). La revisione mira a adattare il quadro normativo per le comunicazioni elettroniche aumentandone l´efficacia, riducendo le risorse amministrative necessarie all´applicazione della regolamentazione economica da parte delle Autorità nazionali di regolazione (procedura per l´analisi dei mercati) e rendendo l´accesso alle frequenze radio più facile e più efficiente. Approvando con 597 voti favorevoli, 55 contrari e 29 astensioni la relazione di Catherine Trautmann (Pse, Fr), il Parlamento sottolinea anzitutto che un quadro normativo equo ed equilibrato per le reti e i servizi di comunicazione elettronica «costituisce un pilastro essenziale dell´intero settore audiovisivo dell´Unione europea». I deputati precisano, in seguito, che lo scopo deve essere di ridurre progressivamente le regole settoriali ex ante man mano che aumenta il grado di concorrenza sul mercato per arrivare infine a un settore delle comunicazioni elettroniche «disciplinato esclusivamente dal diritto della concorrenza». Un emendamento, d´altro canto, include tra le finalità della direttiva quelle di facilitare l´accesso per gli utenti disabili e favorire l´utilizzo delle comunicazioni elettroniche da parte degli utenti svantaggiati. Il Parlamento sottolinea che una delle questioni chiave nei prossimi anni per conseguire gli obiettivi dell´agenda di Lisbona è quella di «offrire incentivi adeguati agli investimenti in nuove reti ad alta velocità, che sosterranno l´innovazione nel campo dei servizi Internet ricchi di contenuti e rafforzeranno la competitività internazionale dell´Unione europea». Tali reti, evidenziano i deputati, «presentano un enorme potenziale in termini di benefici per i consumatori e le imprese in tutta l´Unione europea». E´ pertanto essenziale promuovere investimenti sostenibili per il loro sviluppo, «salvaguardando al contempo la concorrenza e ampliando la scelta per il consumatore grazie alla prevedibilità e alla coerenza regolamentari». Un lungo emendamento chiede agli Stati membri di cooperare fra loro e con la Commissione «nella pianificazione strategica e nell´armonizzazione dell´uso delle frequenze radio nell´Unione europea». Gli Stati membri, pertanto, dovrebbero assicurare il coordinamento degli approcci in materia di politica dello spettro radio nell´Unione europea e, ove opportuno, l´instaurazione di condizioni armonizzate per quanto concerne la sua disponibilità e il suo uso efficiente, che sono necessari per la realizzazione e il funzionamento del mercato interno in settori della politica Ue quali le comunicazioni elettroniche, i trasporti e la ricerca e lo sviluppo. Il coordinamento Ue deve inoltre essere garantito in stretto contatto con gli organismi internazionali preposti alla gestione armonizzata delle risorse frequenziali. A tal fine, i deputati chiedono la creazione di un comitato per la politica in materia di spettro radio (l´Rspc) - composto di rappresentanti di alto livello delle autorità nazionali responsabili per la politica dello spettro radio di ciascuno Stato membro - che fornisca consulenza alle istituzioni Ue. Alla Commissione sarebbe inoltre attribuita la facoltà, tenuto debitamente conto del parere dell´Rspc, di presentare una proposta legislativa volta a istituire un programma d´azione per quanto concerne la pianificazione strategica e l´armonizzazione dell´uso dello spettro radio nell´Ue o altre misure legislative allo scopo di ottimizzarne l´uso e di evitare le interferenze dannose (sullo spettro radio e il "dividendo digitale" si veda anche l´articolo riguardo alla relazione Toia). I deputati concordano con la proposta della Commissione riguardo alla necessità di chiedere agli Stati membri di provvedere ad una gestione più efficiente delle radiofrequenze per le comunicazioni elettroniche. Precisano, peraltro, che dovrà essere realizzata «tenendo debitamente conto del fatto che le radiofrequenze sono un bene pubblico dotato di un importante valore sociale, culturale ed economico». Gli Stati membri, pertanto, dovranno garantire che l´attribuzione e l´assegnazione delle radiofrequenze «siano fondate su criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati», ferma restando la facoltà di tenere conto di necessità di ordine pubblico. Dovranno anche promuovere l´armonizzazione dell´uso delle radiofrequenze nel territorio europeo in modo coerente con l´esigenza di garantirne un utilizzo efficace ed efficiente e - aggiungono i deputati - «di perseguire benefici per i consumatori, come le economie di scala e l’interoperabilità dei servizi». A tale ultimo proposito, gli Stati membri dovranno assicurare che nelle bande di frequenze disponibili possano essere utilizzati tutti i tipi di tecnologie (la c. D. Neutralità di servizio) per i servizi di comunicazioni elettroniche. Tuttavia, potranno prevedere delle «limitazioni proporzionate e non discriminatorie» per evitare la possibilità di interferenze dannose, proteggere la salute pubblica dai campi elettromagnetici e assicurare la massima condivisione delle radiofrequenze. Il Parlamento propone inoltre di prevedere limitazioni al fine di «assicurare la qualità tecnica del servizio», «salvaguardare l´uso efficiente dello spettro» e «conseguire un obiettivo di interesse generale» definito dalla legislazione nazionale. Un tale obiettivo, è precisato, potrebbe consistere nel garantire la sicurezza della vita, la promozione della coesione sociale, regionale o territoriale e evitare un uso inefficiente delle radiofrequenze. Oppure, suggeriscono i deputati, per garantire «la promozione di obiettivi di politica culturale e dei media», quali la diversità culturale e linguistica e il pluralismo dei media. In ogni caso, una misura che vieta la fornitura di qualsiasi altro servizio di comunicazioni elettroniche in una banda specifica potrà essere prevista esclusivamente dalla necessità di proteggere i servizi di sicurezza della vita. Nell´ambito della modifica della direttiva che armonizza le disposizioni nazionali sull´accesso alle reti di comunicazione elettronica e sulla loro interconnessione (2002/19), la Commissione propone di attribuire alle autorità nazionali di regolamentazione la possibilità di imporre, in caso di accertato fallimento dei rimedi oggi esistenti, alle imprese verticalmente integrate l´obbligo di operare una separazione funzionale della rete. Ossia «l´obbligo di collocare le attività relative alla fornitura all´ingrosso di prodotti di accesso in un´unità commerciale operante in modo indipendente». Al riguardo, il Parlamento suggerisce che tale obbligo sia imposto «a titolo di misura eccezionale». Chiede poi che l´autorità nazionale di regolamentazione presenti una proposta alla Commissione, fornendo anche le prove che «siano assenti o scarse le prospettive di concorrenza tra infrastrutture entro un lasso di tempo ragionevole». Ma anche un´analisi delle ragioni per cui l´obbligo in questione sarebbe lo strumento più efficace per far fronte ai problemi di concorrenza e/o alle carenze del mercato (analisi d’impatto). Nel prendere una tale misura, precisano inoltre i deputati, si dovrà tenere conto debitamente «del parere dei soggetti partecipanti al mercato» e della necessità di garantire lo sviluppo di prassi regolamentari coerenti. Una seconda proposta riguarda l´istituzione di una nuova autorità indipendente, in sostituzione del gruppo di regolatori europei (Gre), che fornisca assistenza tecnica alla Commissione, funga da centro di competenze in materia di reti e servizi di comunicazione elettronica a livello della Ue e assuma le funzioni fin qui rivestite dall´Agenzia europea per la sicurezza delle reti (Enisa). Approvando con 490 voti favorevoli, 105 contrari e 14 astensioni la relazione di Pilar del Castillo Vera (Ppe/de, Es), il Parlamento respinge la proposta di istituire una nuova autorità suggerendo, invece, di creare un Organo dei regolatori europei delle telecomunicazioni (Bert), con sede a Bruxelles. Il comitato dei regolatori del Bert sarebbe composto di un rappresentante per Stato membro designato dalle rispettive autorità nazionali (Anr). Quest´organo dovrebbe fungere da strumento per lo scambio di informazioni e l´adozione di decisioni coerenti da parte delle Anr. Dovrebbe inoltre fornire una base organizzativa al processo decisionale delle Anr, adottare posizioni comuni e osservazioni, nonché fornire consulenza alla Commissione e assistere le Anr in tutte le questioni che rientrano fra i compiti assegnati a queste ultime dalla direttiva quadro e dalle direttive particolari. Più in particolare, nell´adempimento dei suoi compiti, sarebbe chiamato a emettere pareri su richiesta della Commissione, del Parlamento europeo o di propria iniziativa e coadiuva le due istituzioni fornendole un ulteriore sostegno tecnico in tutte le questioni relative alle comunicazioni elettroniche. Dovrebbe inoltre elaborare posizioni comuni, orientamenti e prassi eccellenti allo scopo di imporre soluzioni normative a livello nazionale e verificarne l´attuazione negli Stati membri. E fornire consulenza su aspetti normativi agli operatori di mercato (tra cui i consumatori e le loro associazioni) e alle Anr, ma anche praticare lo scambio, la diffusione e la raccolta di informazioni e realizzare studi, nonché garantire lo scambio di esperienze e promuovere l´innovazione. Avrebbe inoltre il mandato di fornire consulenza alle Anr su controversie transfrontaliere e, del caso, su questioni attinenti alla e-accessibilità. Infine, dovrebbe mettere a punto posizioni comuni su questioni paneuropee come i servizi globali di telecomunicazioni con lo scopo di migliorare la coerenza normativa e promuovere un mercato paneuropeo e norme paneuropee. Con una serie di emendamenti soppressivi, i deputati respingono la proposta di assegnare all´organo europeo i compiti di assistere la Commissione sugli aspetti attinenti alla sicurezza delle reti e dell´informazione, di adottare decisioni individuali per quanto attiene alla concessione dei diritti d´uso dei numeri dello spazio di numerazione telefonica europeo (Etns), di coadiuvare la Commissione nella selezione delle imprese cui assegnare i diritti d´uso delle radiofrequenze e dei numeri e di riscuotere e ridistribuire i contributi per i diritti d´uso delle radiofrequenze e dei numeri. Il Parlamento, comunque, suggerisce di procedere a una valutazione, nel 2014, della necessità di ampliare il mandato della Bert. Per quanto riguarda il finanziamento del Bert, accogliendo un emendamento del Ppe/de, il Parlamento propone di alimentare le sue entrate attraverso una sovvenzione comunitaria iscritta nel bilancio generale dell´Ue e un contributo da parte delle Anr che dovrebbe essere stabilito, per ognuna di esse, dal comitato dei regolatori entro sei mesi dall´entrata in vigore del provvedimento. L´adeguatezza del bilancio, inoltre, andrebbe riesaminata entro il 1° gennaio 2010. Precisa infine che la metà del personale professionale dovrebbe essere costituita da esperti nazionali distaccati dalle Anr. .  
   
 

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