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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Settembre 2008
 
   
  AL PARLAMENTO EUROPEO, BARTOLOMEO I: NEL MONDO C´È POSTO PER TUTTI

 
   
  Bruxelles, 25 settembre 2008 - Accolto in seduta solenne, il Patriarca ecumenico Bartolomeo I ha sottolineato l´importanza del dialogo interculturale e il significato del "Progetto europeo" che è riuscito a promuovere la coesistenza pacifica di Stati precedentemente in guerra fra loro. Ha rilevato il ruolo della difesa dell´ambiente come interesse comune e posto in luce l´importanza di garantire i diritti delle minoranze. Perorando l´adesione della Turchia all´Ue, ha invitato a non temere la prevalenza musulmana nel paese. Presentazione del Presidente Presentando il Patriarca ecumenico, il Presidente Hans-gert Pöttering ha evidenziato come l´Unione europea sia una comunità fondata sui valori, il più importante dei quali è la dignità umana. E la libertà di religione è fondamentale per la dignità umana. Ha poi collegato questo principio alla separazione tra Stato e Chiesa, come previsto anche dal trattato di Lisbona. Ha quindi descritto il Patriarca come «un faro per i suoi seguaci del mondo ortodosso» e sottolineato che i recenti ampliamenti dell´Unione hanno incluso paesi ortodossi quali Cipro, Bulgaria e Romania. Ricordando poi che Papa Giovanni Paolo Ii aveva usato la metafora di un´Europa che respira ancora con due polmoni dopo la caduta del comunismo nell´Europa centrale e orientale, ha utilizzato tale metafora riferendosi alla ricchezza portata nell´Ue ampliata grazie alle visioni differenti della cristianità occidentale e di quella orientale. Allocuzione del Patriarca ecumenico Aprendo il suo intervento, Sua Santità Bartolomeo I ha ricordato che «oggi, possediamo tutti i mezzi tecnologici per trascendere l´orizzonte della nostra autoconsapevolezza culturale, tuttavia, continuiamo ad assistere agli effetti terribili della frammentazione umana». Infatti, le organizzazioni tribali, il fondamentalismo e l´estremo nazionalismo contribuiscono ad incrementare l´elenco delle atrocità che rendono incerta la nostra rivendicazione di esseri civili. Il dialogo interculturale è alla radice del significato di "essere umano" e nessuna cultura o famiglia umana può abbracciare ogni individuo. In mancanza di tale dialogo le differenze nella famiglia umana si riducono a "oggettificazione" dell´altro e portano all´abuso, al conflitto e alla persecuzione, ovvero a «un suicidio umano su vasta scala». Tuttavia, laddove le differenze portano a dialogare, si instaura comprensione reciproca e amore. Il significato del "Progetto europeo", ha proseguito, non può essere sottovalutato, in quanto rappresenta un tratto distintivo dell´Unione europea che è riuscita a promuovere la coesistenza reciproca, pacifica e produttiva tra Stati-nazione i quali, meno di settant´anni fa´, «affogavano in un conflitto sanguinoso che avrebbe potuto distruggere l´eredità dell´Europa per sempre». Affinché il nostro dialogo sia più di un mero scambio culturale, ha quindi sostenuto, deve instaurarsi una comprensione profonda dell´assoluta interdipedenza, non solo fra Stato, politica ed economia: l´interdipendenza di ogni singolo individuo con gli altri individui. Ha poi sottolineato che il Patriarcato ecumenico per decenni ha perorato la causa ambientale, richiamando l´attenzione sui disastri ecologici nel mondo. Infatti, «solo se comprendiamo che ogni ecosistema è parte dell´ecosfera popolata da ogni creatura vivente, possiamo afferrare il legame reciproco e comprendiamo la nostra vera interdipendenza». In caso contrario, «siamo destinati all´ecocidio, l´autodistruzione dell´unica ecosfera che dà sostentamento all´esistenza di tutti gli esseri umani». Il Patriarca ha poi posto in luce la necessità di rispettare i diritti delle minoranze. Laddove i diritti delle minoranze sono rispettati, ha spiegato, la maggioranza della società sarà giusta e tollerante, mentre le società costruite sull´esclusione e la repressione non possono durare. A suo parere, l´Europa deve far rientrare la Turchia nel proprio progetto e, pertanto, quest´ultima deve promuovere il dialogo interculturale e la tolleranza per essere accettata. L´europa non dovrebbe considerare aliena una religione tollerante verso le altre religioni. Come il progetto europeo, le grandi religioni possono essere una forza che trascende il nazionalismo e che può addirittura trascendere il nichilismo e il fondamentalismo, concentrando i loro fedeli su ciò che ci unisce come esseri umani e promuovendo un dialogo su ciò che ci divide. Dalla Turchia, ha aggiunto, avvertiamo l´esitazione europea ad abbracciare, da pari, un paese che è prevalentemente musulmano. In proposito ha sottolineato che in Europa vi sono milioni di musulmani giunti per varie motivazioni, notando peraltro che l´Europa sarebbe ancora piena di ebrei se non vi fossero stati gli orrori della Seconda guerra mondiale. Il Patriarca ha poi rilevato il grande entusiasmo che sta vivendo Istanbul nel preparare le celebrazioni indette nell´ambito della "Capitale europea della cultura nel 2010". La città, ha evidenziato, «è stata un luogo di incontro per le persone e un luogo di coabitazione per varie religioni e culture». Il Patriarcato ecumenico, ha affermato, ribadisce la sua volontà di contribuire con tutta la sua forza alla pace e alla prosperità. Siamo pronti a unirci a voi nel dialogo costruttivo e presteremo orecchio attento agli attuali problemi. D´altra parte, il Patriarcato è molto attivo nell´ambito del dialogo ecumenico per contribuire a una migliore intesa tra i popoli, per la riconciliazione, la pace e la solidarietà e cerca di combattere il fanatismo, l´odio e tutte le forme del male. «Siamo tutti fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre celeste e, su questo magnifico pianeta di cui tutti siamo responsabili, c´è posto per tutti ma non c´è posto per le guerre e neppure per coloro che uccidono i propri simili», ha concluso. .  
   
 

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