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Notiziario Marketpress di Venerdì 26 Settembre 2008
 
   
  I TOUR OPERATOR STRANIERI PROMUOVONO IL BEL PAESE, MA…CHARME IMMUTATO E ANCORA IMBATTIBILE PER IL PRODOTTO ITALIA, ANCHE SE GLI OPERATORI INTERNAZIONALI RIMARCANO ALCUNE CRITICITÀ NELLA NOSTRA OFFERTA

 
   
  L’italia resta sempre un Bel Paese. Lo decretano all’unisono i 600 tour operator provenienti da 59 Paesi del mondo che parteciperanno a Tti, il principale Workshop per la commercializzazione del prodotto turistico italiano sul mercato nazionale e internazionale, in agenda il 24 e 25 ottobre a Rimini e organizzato da Ttg Italia, società del Gruppo Rimini Fiera. Turismo balneare: la concorrenza è in agguato - Un Paese bello e, secondo tutti, imbattibile per qualsiasi destinazione. Compresi gli agguerriti competitor del bacino mediterraneo. “Se c’è un’Italia che può temere qualcosa da questi concorrenti è quella balneare, perché chi si accontenta di pure mete sole-mare è certamente più sensibile alle offerte che arrivano da altre destinazioni. Non c’è però dubbio che in quanto ad atmosfera e stile di vita il Bel Paese sia insuperabile”, dichiara Monica Malpezzi, direttore della divisione internazionale statunitense Experience Plus! Bicycle Tours. Un punto di vista che trova concorde l’intero pianeta. “L’italia non perderà mai ammiratori grazie alla sua assoluta esclusività”, aggiunge dalla Russia Kadyrova Gulshat, top manager Fly Express, cui dal Sudafrica si unisce Moshé Eyal di Africa Tours confermando che “per la clientela sudafricana l’Italia rimane per eccellenza la capitale storica e architettonica d’Europa”. Prezzi ancora troppo alti - L’appeal della Penisola resta dunque forte, grazie a una serie di fattori che nell’ordine risultano essere: storia e architettura, enogastronomia, creatività, moda, eventi culturali e ambiente. Il che non significa che l’Italia turistica sia un paradiso assoluto. Sono infatti molti gli interventi migliorativi su cui lavorare, e anche con una certa celerità. Primo fra tutti il prezzo dei servizi, che tutti i buyer indicano da tempo come il primo fattore limitativo per lo sviluppo del comparto. Micol Zani, della britannica Hotels4u. Com non manca infatti di ricordare che “per pure ragioni di prezzo l’Italia sta perdendo terreno non soltanto sul fronte del turismo balneare, che le preferisce la Spagna, ma anche di quello sciistico, che ora punta su Usa e Canada, e dei city break, un prodotto che la clientela del Regno Unito preferisce ora consumare nelle capitali dell’est europeo”. Scarsa attenzione alla domanda - Un altro elemento frenante è la scarsa attenzione ai bisogni della domanda, sia in termini di segmentazione tariffaria che di adeguamento dell’offerta di servizi ai diversi target di clientela. La carenza di strategie operative comuni e la frammentazione della promozione dell’offerta nazionale sono altre due voci ricorrenti nell’elenco delle criticità rilevate dagli operatori esteri. E oltre il sessanta per cento dei buyer imputa gran parte di queste responsabilità alle istituzioni che, a loro parere, non riconoscerebbero a sufficienza il turismo come motore di sviluppo economico del Paese. Uno scoglio che secondo i partner esteri si potrebbe superare investendo in innovazione e tecnologia per la promozione del territorio; fondando l’operato governativo su logiche più strettamente economiche anziché politiche e stabilendo con maggiore chiarezza ruoli e competenze degli attori pubblici e privati. Esistono poi problemi di ordine molto più pratico e immediatamente percepiti dal turista in visita alla Penisola. “Il mare e le città sono sporche”, dice la tedesca Katharina Seifert, responsabile marketing Italia per Hotel. De, “e i centri storici sono sovraffollati”, aggiunge Mary Indelli, direttore di Italyitalyitaly, operatore basato negli States cui fa eco da Singapore Joseph Chai della Trade Winds Tours&travel, segnalando che “parcheggi e permessi di transito a pagamento nelle città sono eccessivi”. Burocrazia “frustrante” Segnali di disappunto arrivano infine in merito alla burocrazia: “frustrante” secondo molti operatori statunitensi e, in alcuni casi, anche decisiva per la scelta della meta di vacanza. “Tunisia, Egitto e Marocco sono per noi russi più attraenti perché non impongono il visto di ingresso”, spiega da Mosca Tatiana Abaturova, direttore del tour operator specializzato in viaggi d’affari Business Tour. Il contrario vale per l’India, come sottolinea Amaresh Tiwari dalla sede di New Delhi A. T. Seasons&vacations Travel. “Negli ultimi cinque anni - dice - l’Italia ha guadagnato consensi fra i turisti indiani, non soltanto grazie alla crescita economica del nostro Paese e alla maggiore disponibilità di denaro dei viaggiatori ma anche per merito dell’accelerazione impressa alle procedure per l’ottenimento dei visti, misura indispensabile per incrementare l’attrattiva di qualsiasi destinazione”. .  
   
 

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