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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Settembre 2008
 
   
  UNIONE EUROPEA: APPLICARE LE REGOLE DELLA CONCORRENZA PER LIMITARE LE CONCENTRAZIONI PROPRIETARIE

 
   
  Secondo i deputati del Parlamento europeo, «l´esperienza dimostra che la concentrazione della proprietà senza limitazioni di sorta mette a repentaglio il pluralismo e la diversità culturale» e che «un sistema basato esclusivamente sulla libera concorrenza di mercato non è in grado di garantire il pluralismo dei mezzi d´informazione». Inoltre, la concentrazione della proprietà nel sistema mediatico «crea un ambiente favorevole alla monopolizzazione del mercato pubblicitario, ostacola l´entrata di nuovi attori sul mercato e conduce anche all´uniformità dei contenuti dei mezzi d´informazione». Il Parlamento sostiene che il diritto comunitario in materia di concorrenza abbia contribuito a limitare la concentrazione dei mezzi d´informazione ma, sottolineando l´importanza di controlli autonomi dei mezzi d´informazione a livello di Stato membro, insiste affinché la regolamentazione nazionale in materia «sia efficace, chiara, trasparente e di alto livello». Il diritto di concorrenza, pertanto, dovrebbe essere collegato alla legislazione sui mezzi d´informazione e applicato in coerentemente a livello europeo e nazionale, in modo da garantire l´accesso al mercato di nuovi operatori, la concorrenza e la qualità ed «evitare conflitti d´interesse tra la concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione ed il potere politico». Conflitti, è precisato, «che sono pregiudizievoli per la libera concorrenza, la parità di condizioni e il pluralismo». I deputati ritengono che le norme sulla concentrazione dei mezzi di comunicazione non dovrebbero disciplinare soltanto la proprietà e la produzione del contenuto mediatico, ma anche i canali e i mezzi (elettronici) per l´accesso e la diffusione di contenuti su Internet quali i motori di ricerca. D´altro canto, sostengono che l´introduzione di regole troppo restrittive sulla proprietà dei media rischia di ridurre la competitività delle imprese europee sul mercato mondiale e di accrescere l´influenza dei gruppi mediatici non europei. Inoltre rilevano che il concetto di pluralismo nei media «non può limitarsi al problema della concentrazione della proprietà delle imprese», ma abbraccia anche questioni riguardanti i servizi pubblici di radiodiffusione, il potere politico, la concorrenza economica, la diversità culturale, lo sviluppo di nuove tecnologie, la trasparenza e le condizioni di lavoro dei giornalisti nell´Ue .  
   
 

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