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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Settembre 2006
 
   
  VOLKSWAGEN IROC, ANTEPRIMA MONDIALE

 
   
  Berlino, 12 settembre 2006 - Comeback di un´idea di successo: 33 anni fa la Volkswagen presentò al Salone Internazionale dell´Automobile di Ginevra una coupé sensazionale. Era compatta, notevole, agile, spaziosa e accessibile. La Volkswagen la battezzò Scirocco. Coglieva il carattere essenziale dell´epoca: in tutto il mondo furono prodotte più di mezzo milione di Scirocco della prima generazione. In un´anteprima mondiale, la maggiore Casa automobilistica d´Europa ora presenta la sua interpretazione odierna del modello di successo di allora - il prototipo Iroc. Il nuovo design delle vetture sportive Volkswagen: come la prima Scirocco, con la sua linearità estetica anche la Iroc segna una svolta stilistica, soprattutto per la nuova forma della calandra e la spiccata sensualità delle linee. I concetti da cui si sono sviluppate queste due Volkswagen sono molto simili, anche se le separano trent´anni: la Scirocco della prima generazione fu per molte persone una vettura da sogno, che diventava una realtà accessibile. La Scirocco fu infatti la superstar delle automobili degli anni 70; disegnata da Giorgetto Giugiaro, era una quattro posti vera con un bagagliaio capiente e un grande portellone posteriore. Il prototipo Iroc riprende questa idea affascinante: anche stavolta l´obiettivo è diventare un´auto da sogno, che diventa realtà. Sportiva di razza pura: a differenza della prima Scirocco, la Iroc non è una classica coupé, ma una vettura sportiva dal design innovativo, con tetto estremamente lungo e coda fortemente inclinata. Ciò offre due vantaggi. Il primo: la Iroc ha proporzioni nette; in particolare se osservata da dietro, è evidente che questo lungo tetto, insieme alle sezioni laterali dei finestrini, poggiano su spalle molto larghe e grintose. La linea di cintura della Iroc è quella di una vettura sportiva pura. Il secondo: il sedile posteriore della Iroc può ospitare adulti e bagagli a sufficienza. Un´auto da sogno che diventa realtà: tutto sommato la provocatoria Iroc unisce un alto grado di praticità, grande divertimento al volante e un design espressivo e diventa una Volkswagen che, come possibile vettura di serie, sarà posizionata sul mercato ad un prezzo molto attraente. Verde vipera e nero carbonio: il prototipo Iroc presenta numerosi dettagli raffinati. Ad esempio il colore della carrozzeria: benché il suo stile sia tutt´altro che retrò, il verde utilizzato è un omaggio alla Scirocco della prima generazione. A partire dall´anno 1976, infatti, questa tonalità divenne tipica di quel particolare modello. Il nome è rimasto quello di allora, "verde vipera metallizzato". Questo verde appariscente della Iroc, si combina particolarmente bene con le tonalità di nero. Un altro esempio è l´elemento centrale del tetto realizzato in vetro scurito, che è sostenuto da una struttura rivestita in carbonio. Anche il longherone integrato in senso longitudinale è realizzato con questo materiale, come pure il rivestimento dei longheroni esterni. La struttura dall´esterno prosegue senza soluzione di continuità anche nell´abitacolo. Proporzioni grintose: con i suoi sbalzi molto corti la Iroc sfrutta completamente il passo di 2. 680 millimetri per l´abitacolo. Il prototipo è alto 1. 400 mm, lungo 4. 240 mm e largo 1. 800 mm. I cerchi ~~ in lega leggera, appositamente disegnati per la Iroc, e gli pneumatici da 235 sono da 19 pollici. Twincharger e Dsg: la propulsione della Iroc è affidata a un motore Tsi "twincharger". La trasmissione prevede un cambio a doppia frizione Dsg. Il twincharger è stato utilizzato per la prima volta nel 2006 nella Golf Gt, al momento è il motore Tsi quattro cilindri a benzina più efficiente al mondo. La strada del futuro sembra ormai segnata dalla combinazione di compressore e turbocompressore. Il compressore compensa la debolezza di spunto ai bassi regimi, tipica dei classici motori turbo a benzina, mentre il turbocompressore si scatena ai regimi più elevati. E´ la prima volta al mondo che si combinano due compressori nei motori prodotti in grandi serie. Per questo prototipo è stata utilizzata una versione del motore Tsi che sviluppa 210 Cv. In generale per la Iroc è pensabile una grande gamma di motori sovralimentati, che potrebbe iniziare anche sotto i 150 Cv. Il radiatore: che la Iroc sia un´auto concepita per offrire la massima dinamicità, lo dimostra il nuovo linguaggio scelto per il design di questo prototipo Volkswagen. Basta un´occhiata al frontale per capirlo. Finora nessuna Volkswagen aveva mai avuto una calandra di questa forma. La Volkswagen utilizza questo stilema per donare "volti diversi" alle sue vetture, specifici per modello e segmento. Decisione messa in pratica già oggi nella Golf, ad esempio, che nelle versioni Trendline, Comfortline, Sportline e Individual ha la tipica calandra Golf, mentre le versioni più sportive Gt, Gti e R32 presentano variazioni sul tema. Un esagono di alluminio: studiata appositamente per il prototipo Iroc, la calandra è realizzata in alluminio chiaro spazzolato. Dal debutto dell´attuale Golf Gti, la struttura a nido d´ape rappresenta in un certo senso la firma dei modelli sportivi della Volkswagen. Concepita come presa d´aria esagonale, la calandra scende fino allo spoiler anteriore, che è di colore scuro. A sinistra e a destra ci sono due altre prese d´aria per il raffreddamento dei freni. Mentre il montante superiore della cornice è a filo del cofano motore, i segmenti laterali più corti delimitano i fari allo xeno. E´ evidente che la forma esagonale della calandra è una conseguenza quasi inevitabile dell´integrazione dei proiettori. Il vero e proprio corpo dei gruppi ottici è relativamente compatto e si sviluppa fino a toccare i passaruota. Forma a V prolungata fino ai montanti anteriori: quasi a proseguire le linee della calandra, due nervature in rilievo, dai bordi netti, dividono il cofano motore in tre sezioni. Al centro e leggermente in basso, la più grande di queste superfici riprende la forma a V della griglia sportiva e la continua fino a raggiungere i montanti anteriori. Da davanti i montanti laterali sono difficili da individuare, perché il parabrezza è estremamente largo e li ricopre. Le altre due superfici del cofano motore sfociano armoniosamente nei parafanghi, leggermente bombati. Statement della superficie: chi passa la mano prima su uno dei fari, poi sul parafango e infine su una delle porte, percepisce chiaramente che qui sono le superfici a determinare la silhouette. Questo effetto è dovuto in particolare dalla linea di cintura, che corre al di sopra dei passaruota anteriori e delle maniglie delle porte fino al bordo superiore dei gruppi ottici posteriori, molto estesi lateralmente. A seconda della prospettiva e dell´incidenza della luce, la fiancata sembra sempre diversa, affascinante, tesa come un muscolo. Tetto senza fine: ci sono però altri elementi originali che comunicano un dinamismo particolare: l´invisibile montante centrale, ~ l´imponente montante posteriore (in cui è incastonato il finestrino posteriore) e soprattutto la linea del tetto, che sembra non finire mai. I finestrini laterali sono piatti e allungano la carrozzeria compatta della Iroc. Nel complesso, siamo di fronte a una vera inversione di tendenza rispetto agli standard delle vetture sportive classiche - tetto corto, cofano motore lungo - e ciò rende la Iroc qualcosa di veramente unico. Inoltre lo spoiler del tetto integrato Una coda tipica, eppure del tutto nuova: l´elegante forma scolpita dei gruppi ottici posteriori è più evidente vista da dietro. Una coda tipicamente Volkswagen, eppure completamente nuova. Qui il carattere della vettura è determinato dal rapporto delle proporzioni tra il tetto, le "spalle" e la cintura. I contorni sono netti, le linee da classica vettura sportiva. Grazie al tetto allungato verso la coda, i designer hanno potuto far rientrare le fiancate e posare l´abitacolo - il tetto più i montanti centrali e posteriori - su spalle imponenti. La carreggiata, senza dubbio larga, sembra ancora più grintosa. Le proporzioni perfette, in questo caso, creano un contrasto ricco di tensione con il design essenziale degli elementi centrali della coda. Fari posteriori come occhi: questo effetto è sottolineato dal contorno quasi a occhio dei gruppi ottici posteriori, disposti orizzontalmente, che - essendo profondamente integrati nei parafanghi - sembrano una prosecuzione dei montanti posteriori. La forma chiara ed essenziale del lunotto si differenzia nettamente dalla sezione inferiore del portellone e del paraurti posteriore. L´effetto generale dell´ampia carreggiata e della linea del tetto ristretta più lo spoiler del tetto e un diffusore esteticamente appena accennato nel paraurti conferiscono alla Iroc un´immagine di potenza. Alcuni dettagli a margine: anche i terminali di scarico piatti, a sezione trapezoidale, si sottomettono al diktat della dinamica, perché proseguono verso l´esterno la forma del diffusore. Una versatile quattro posti: come già accennato, la Iroc è una quattro posti. Nascosto dall´ampio portellone (che penetra nel tetto) si cela un bagagliaio capiente, con più di 300 litri di capacità. Ribaltando i sedili posteriori, inoltre, si amplia considerevolmente il volume del bagagliaio. Il piano di carico che si ottiene è piatto ed è dotato di una serie di guide su cui può essere integrato un sistema multifunzionale di fissaggio del carico. L´orientamento spiccatamente sportivo del prototipo Iroc si rispecchia chiaramente anche nell´abitacolo. I1 risultato è un interno messo a punto fin nel più piccolo dettaglio per un potenziale impiego sportivo a livello agonistico, come dimostrano i sedili anteriori avvolgenti, con cinture di sicurezza integrate a cinque punti e chiusura centrale. ~ Il cruscotto è dominato da due grandi elementi tondi, completamente nuovi, che rappresentano il centro ottico del cockpit. I due strumenti principali brillano con sfumature azzurre in un corpo scuro, di materiale acrilico. All´occhio del conducente si offrono due cilindri composti da dodici aste luminose ciascuno, ~ che creano una segmentazione tridimensionale all´interno della strumentazione. Due anelli di metallo incorniciano i ~~ due strumenti centrali. ~ La superficie degli elementi verniciati della plancia è nobilitata da una struttura di cristallo, utilizzata analogamente anche per altre parti dell´abitacolo. Rompere le convenzioni: in generale si ritiene che praticamente tutti i materiali rappresentino una rottura creativa con ciò che è noto e sperimentato. I designer degli interni hanno combinato materiali cromaticamente contrastanti come il neoprene "verde vipera", il cuoio goffrato a pelle di rettile (nel nero-antracite bicolore) e il tessuto hightech "space fabric" (in "nero titanio"). Oltre al corpo del quadro comandi in cuoio nero, un rivestimento in fibra di carbonio anch´esso nero per le porte, il padiglione e il vano piedi forma la cornice in cui sono inseriti ~~ i principali blocchi di funzioni. Ad esempio la maniglia apriporta: le robuste maniglie interne, con effetto alluminio, corrispondono per forma e colore alla compatta consolle centrale. ~ Ad esempio la leva del cambio. In posizione di riposo quasi aderisce alla consolle e si posiziona nel modo corretto per essere utilizzata solo dopo l´inserimento dell´accensione: un´innovativa protezione antifurto e al tempo stesso un modo affascinante di "visualizzare" la tecnologia. A che punto si spinga l´amore della Volkswagen per i dettagli e per l´automobile lo dimostrano, infine, due esempi presi dalla strumentazione: le bocchette d´aria esagonali, in argento opaco, rispecchiano il design della calandra; la serie di classici interruttori a levetta è una citazione dal mondo delle grandi auto sportive. .  
   
 

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