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Notiziario Marketpress di
Martedì 30 Settembre 2008 |
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“MODIFICARE STILI DI VITA E CONSUMI PRIMA CHE LA CRISI DIVENTI IRREVERSIBILE” L’APPELLO DEGLI ESPERTI INTERVENUTI ALL’INCONTRO SU "ECONOMIA DEL CIBO E CRISI ALIMENTARI"
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Prato - Modificare al più presto stili di vita e consumi prima che la crisi diventi irreversibile. Un appello ricorrente negli interventi di quasi tutti i relatori che hanno animato, il 27 settembre, il dibattito su “Economia del cibo e crisi alimentari”, che a cura dell’Arsia si è tenuto al Magnolfi Nuovo in questa terza giornata di Economia3. Maria Grazia Mammuccini, dell’Arsia, che moderava l’incontro, ha sottolineato in apertura la fortissima interdipendenza tra globale e locale, e indicato come fenomeni come la filiera corta, il mercato degli agricoltori, i gruppi di acquisto solidali siano esempi di come sta cambiando il modo di consumare. “Abbiamo esportato un modello di crescita economica e di consumo che già da noi non è sostenibile, ma che se esportato mette in crisi l’intero sistema avverte Andrea Segrè, economista agrario, presiede della facoltà di agraria di Bologna, ricordando che nel mondo gli affamati sono 925 milioni. “Il 16 ottobre – informa – sarà la giornata mondiale della fame, che c’è sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati. La settimana precedente, invece, si celebrerà la giornata dell’obesità: il rovescio della medaglia. E gli obesi sono anche nei paesi in via di sviluppo. Il modello di sviluppo che stiamo esportando non funziona”. Segrè è tra gli ideatori del “last minute market”: recuperare prodotti vicini alla scadenza o con confezioni un po’ danneggiate (e che quindi verrebbero buttati) e donarli a chi ne ha bisogno. La crisi attuale, osserva Cinzia Scaffidi, del Consiglio internazionale di Slowfood, è la somma di più crisi. “Tre crisi potenti si sono verificate tutte insieme: ambientale, finanziaria e alimentare. C’è un! a crisi di carattere sistemico, e per fronteggiarla è necessario ragionare su tutto insieme”. Le soluzioni: cambiare da subito gli stili di vita, lavorare per la tutela della biodiversità, fare in modo che la ricerca vada avanti. Elemento fondamentale, quello della biodiversità,anche per Natalia Gusmerotti, di Coldiretti: “Importante la chiave territoriale, i percorsi di sviluppo locale”. Parole chiave, anche in questo caso, farmer market, mercato locale, filiera corta. “In Toscana piccolo è bello – ha detto Franco Cioni, di Unicoop Firenze – ma è necessario fare sistema. E infatti crescono i consorzi di piccoli produttori”. E Gianluca Brunori, Università di Pisa, che sostiene dal punto di vista scientifico il progetto Filiera corta della Regione Toscana: “Oggi ci troviamo di fronte a una crisi strutturale che richiede una profonda modifica. I consumatori consapevoli e motiva! ti aumentano sempre di più. E’ necessario cambiar! e paradi gma, dobbiamo pensare a un’agricoltura che non dipenda dal petrolio”. . |
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