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Notiziario Marketpress di Martedì 30 Settembre 2008
 
   
  INDUSTRIA E RICERCA, RIPENSARE UNIVERSITÀ E FORMAZIONE TECNICA PER IMPRESE PIÙ INNOVATIVE

 
   
   Prato, 30 settembre 2008 - Per portare l´innovazione nel nostro sistema industriale, prima di tutto, bisogna crederci. Parola di Adirano De Maio, professore di ingegneria ed ex rettore del Politecnico di Milano, oggi consulente della Regione Lombardia ed esperto di trasferimento tecnologico. Non c´è, anche su questo fronte, da inventare quasi nulla. Racconta De Maio che nel 1863, nella prolusione fatta in occasione della fondazione del Politecnico milanese, il rettore indicava, fra i compiti della nuova università, quello di trasferire le conoscenze tecnologiche al mondo produttivo e quello di far nascere nuove imprese. "Fra le nuove nate grazie alla realizzazione di questa massima - ricorda il professore - c´è anche un´azienda che si chiama Pirelli". Dopo 150 anni, innovazione, trasferimento tecnolgico e mondo universitario sono ancora in cerca di un loro equilibrio. Una interazione ancora maggiore non solo è oggi auspicabile ma indispensabile per la assicurare com! petittiv à alle imprese. Ma perchè questa si realizzi serve una strategia, un piano organico di priorità, il coinvolgimento di più soggetti interessati, a cominciare dalle istituzioni, dall´Unione europea allo Stato, per arrivare a Regioni ed enti locali. Sono questi i temi affrontati oggi, nel corso di un dibattito moderato da Mauro Lombardi, nella sede pratese dell´Università, da rappresentanti del mondo della ricerca (Secondo Rolfo, del Censis, Mario Calderini, Università di Torino, Adriano De Maio, ex rettore del Politecnico di Milano e consulente della Regione Lombardia, Claudio Roveda, Fondazione Cotec e Politecnico di Milano) e da Sandro Bonaceto, direttore di Confindustia Toscana. Tutti d´accordo sull´obiettivo: quello di far fare al sistema economico un salto di qualità decisivo, in alcuni casi, per la sua sopravvivenza. Tutti d´accordo anche nel sottolineare le difficoltà incontrate sia da chi all´interno dell´un! iversità fa ricerca ("troppo spesso si creano barriere ideologiche fra ricerca di base e ricerca applicata ed è quasi assente una impostazione ´interdisciplinare"), sia dalle imprese che non sempre sono propense all´innovazione, sia da parte delle amministrazioni pubbliche che, troppo spesso, hanno sfornato ricette generiche e strumenti inefficaci, come alcuni incubatori di impresa e parchi tecnologici. Ripensare l´università, cambiare i meccanismi di reclutamento e valutazione dei ricercatori anche trovando incentivi per chi fa trasferimento tecnologico. Ma anche, come ha osservato il direttore di Confindustria, sensibilizzare le piccole imprese che, nel caso della Toscana ad esempio, per cultura e dimensioni, sono restie ad assumere laureati. Da ripensare anche l´istruzione superiore tecnica, che negli anni è stata "rasa al suolo", (lo ha detto Mario Calderini) ma la cui importanza per aumentare le capacità innovative! del sistema è riconosciuta da tutti. Ultimo fronte, la! pubblic a amministrazione, che ha o deve aVere un ruolo forte anche nella determinazione della domanda Di Ricerca (si pensi alla Ricerca In sanità), ma che - è stato detto - dovrà rivedere alcune scelte e dare coerenza alle proprie politiche, individuando priorità ed esercitando un controllo sulle scelte fatte dal mondo economico. .  
   
 

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