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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Settembre 2006
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: NO ALLA RACCOLTA SISTEMATICA DI DATI SUI PASSEGGERI AEREI

 
   
  Bruxelles, 12 settembre 2006 - La lotta al terrorismo non deve portare a violazioni della privacy. E´ quanto afferma il Parlamento suggerendo al Consiglio le linee guida per un nuovo accordo con gli Usa in materia di trasferimento dei dati dei passeggeri aerei. I deputati chiedono di essere pienamente coinvolti nella definizione di ogni nuovo accordo e premono per un quadro giuridico coerente sulla protezione dei dati nell´Ue. Per il commissario Frattini, la sentenza della Corte di giustizia è «una sconfitta per l´Europa». Approvando la relazione di Sophia In´t Veld (Alde/adle, Nl), il Parlamento formula una raccomandazione al Consiglio relativa ai negoziati con gli Stati Uniti sull´impiego dei dati di identificazione delle pratiche passeggeri (Pnr) per prevenire e combattere il terrorismo e la criminalità transnazionale. I deputati, innanzitutto, esortano il Consiglio a evitare un vuoto giuridico a livello europeo, a partire dal 1° ottobre 2006, per il trasferimento dei dati sui passeggeri e chiedono che i diritti e le libertà dei passeggeri siano protetti «in misura ancor maggiore» rispetto a quanto avviene attualmente. Auspicano, inoltre, che ogni accordo in questo settore sia fondato sui principi europei in materia di protezione dei dati. Il Parlamento propone quindi di negoziare, a breve termine, un nuovo accordo internazionale per il periodo compreso tra il 1° ottobre 2006 e novembre 2007 (periodo originariamente coperto dall´accordo Usa/ce, annullato dalla Corte). Per il medio-lungo termine, invece, sottolinea la necessità di un approccio più coerente a livello dell´Organizzazione internazionale dell´aviazione civile (Icao) sullo scambio di dati sui passeggeri, «per garantire sia la sicurezza del traffico aereo che il rispetto dei diritti umani a livello globale». Rammaricandosi che il Consiglio abbia omesso di coinvolgere il Parlamento negli attuali negoziati, i deputati chiedono di conferire il mandato alla Presidenza, assistita dalla Commissione, di informare il Parlamento in merito ai negoziati sull´accordo e implicare, in qualità di osservatori, rappresentanti della commissione competente nel dialogo con l´amministrazione statunitense. Contenuti dell´accordo a breve termine Il nuovo accordo, per i deputati, deve superare le carenze delineate nella prima analisi congiunta Ue/usa dell´accordo e tener conto delle raccomandazioni del Garante europeo per la protezione dei dati. Il contenuto della "dichiarazione d´impegno" dovrà poi essere inserito nel corpo dell´accordo di modo che possa diventare giuridicamente vincolante. Di conseguenza, sarà necessario che le parti predispongano o modifichino la legislazione vigente e che la magistratura protegga le persone alle quali l´accordo si applica. «A dimostrazione della buona fede da parte dell´amministrazione statunitense», il Parlamento suggerisce che nel nuovo accordo siano inseriti immediatamente i seguenti impegni: la rigida limitazione dei fini, nel senso che i dati relativi al comportamento non possono essere usati per verificare reati a carattere finanziario o per prevenire l´influenza aviaria; la limitazione dovrebbe applicarsi anche all´ulteriore trasferimento di tali dati; il passaggio al sistema Push con il quale le autorità Usa chiedono dati concreti e necessari caso per caso, invece di avere accesso illimitato alle banche dati; l´informazione dei passeggeri in merito alle norme sul Pnr e l´introduzione di opportune procedure per l´azione legale; l´esigenza di garantire istruzioni e formazione adeguate al personale che gestisce i dati e di rendere sicuri i sistemi It; l´analisi congiunta annuale dovrebbe essere svolta in cooperazione con le autorità nazionali preposte alla protezione dei dati ed essere pubblicata integralmente; essa deve inoltre valutare non solo l’attuazione degli impegni ma anche i risultati dell´accordo in termini di eliminazione del terrorismo e della criminalità. Contenuti dell´accordo a medio termine Il Parlamento chiede di dotare l´Ue di un quadro giuridico chiaro, segnatamente adottando con urgenza il progetto di decisione quadro sulla protezione dei dati. Sottolinea poi la necessità di evitare la divisione artificiale tra i "pilastri", attraverso la creazione di un quadro coerente per la protezione dei dati nell´Unione europea (che colleghi tra loro i pilastri tramite la clausola "passerella"), al fine di garantire che il nuovo accordo sia concluso associando il Parlamento europeo e sia soggetto alla verifica della Corte di giustizia. I deputati, inoltre, chiedono di limitare il volume e le categorie di dati che possono essere richiesti e di filtrare alla fonte i dati di natura delicata. Nel ribadire poi la richiesta del Parlamento che il nuovo accordo assicuri ai passeggeri europei «lo stesso livello di protezione dei dati di cui godono i cittadini statunitensi», i deputati sottolineano che l´Unione «dovrebbe evitare la creazione indiretta di un sistema Pnr europeo» attraverso il trasferimento dei dati pertinenti da parte dell´Ufficio doganale Usa alle autorità giudiziarie e di polizia degli Stati membri. A loro parere, infatti, la raccolta sistematica dei dati di normali cittadini fuori dall´ambito di un procedimento giudiziario o di un´indagine di polizia deve rimanere vietata e i dati dovrebbero essere scambiati quando risulti necessario. Dibattito in Aula Dichiarazione della Commissione Franco Frattini ha anzitutto ricordato che la sentenza della Corte ha escluso la competenza comunitaria sull´accordo e, al contrario, ha sottolineato l´esigenza di una base giuridica unica che preveda la comunitarizzazione del "terzo pilastro". Tale questione, ha aggiunto, sarà sollevata al prossimo Consiglio. A suo parere, il nuovo accordo con gli Usa dovrebbe garantire lo stesso livello di salvaguardia e potrebbe integrare quanto proposto dalla raccomandazione, prevedendo norme e procedure che limitano l´uso dei dati da parte delle autorità statunitensi. I negoziati, ha affermato, incominceranno domani, a Bruxelles, sulla base di un testo preparato dalla Presidenza. Pur non essendo previsto, il Vicepresidente ha dichiarato che è sua intenzione informare il Parlamento sulla bozza di accordo e sull´andamento dei negoziati. Ha quindi ricordato che se, non si giunge ad un accordo entro il 1° ottobre, i vettori aerei potranno essere oggetto di cause da parte dei passeggeri ed è quindi molto importante garantire la certezza giuridica entro tale data. Allo stesso tempo, ha concluso, occorrerà garantire il massimo livello di sicurezza e di tutela della privacy dei cittadini. Intervento della relatrice Sophia In´t Veld (Alde/adle, Nl), sottolineando che il Presidente Bush ha ammesso pubblicamente l´esistenza di carceri segrete americane, ha affermato che la questione dei Pnr va inquadrata nel più ampi contesto della lotta al terrorismo. A suo parere, si tratta di un classico esempio in cui è necessario che l´Ue parli con una sola voce. E ciò a maggior ragione visto che gli Usa preferirebbero ricorrere ad accordi bilaterali che potrebbero avere risultati catastrofici. D´altra parte ha evidenziato che una nuova politica comunitaria su tale materia «non può essere concepita da un piccolo gruppo di ministri che si riunisce a porte chiuse». Dopo aver illustrato i punti salienti della sua relazione, ha anche posto in luce la necessità di un dialogo parlamentare transatlantico sulla lotta al terrorismo. Intervento in nome dei gruppi Carlos Coelho (Ppe/de, Pt) ha detto condividere gli obiettivi della prevenzione e della lotta al terrorismo ed ha espresso la necessità di cooperare con altri paesi, in particolare gli Usa. Ha però sottolineato che la risposta potrà essere tanto più efficace quanto l´Europa si muoverà unita. E´ «meglio un accordo europeo che 25 accordi bilaterali», anche per la protezione dei diritti fondamentali. Il deputato ha quindi suggerito di prendere ad esempio gli accordi siglati con Australia e Canada che prevedono limitazioni e controlli adeguati. Martine Roure (Pse, Fr) ha detto di condividere il contenuto della relazione all´esame del Parlamento. Riguardo all´accordo a breve termine ha però insistito sulla necessità che il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali siano adeguatamente coinvolti nei negoziati e sulla garanzia che gli Usa rispettino le dichiarazioni d´impegno. La deputata ha poi chiesto di essere informata sul futuro sistema Pnr europeo, ammonendo che la sua adozione non dovrà aggirare la legislazione comunitaria in materia di protezione dei dati. Sarah Ludford (Alde/adle, Uk) ha insistito invece sull´uso dei dati relativi ai profili comportamentali, sottolineando la necessità di disposizioni volte a limitarne l´accesso. A suo parere, inoltre, occorre una politica comunitaria coerente che sia anche in grado di salvaguardare la privacy. Jean Lambert (Verdi/ale, Uk) ha affermato che tutti sono favorevoli a un rafforzamento della sicurezza e, in quest´ambito, alla collaborazione con gli Usa. Tuttavia, ha sottolineato che è importante limitare l´uso di questi dati ai fini della lotta al terrorismo. Ha quindi affermato che i cittadini europei devono essere messi sullo stesso pian di quelli americani e non essere dotati di minori diritti. Occorrerà quindi garantire la protezione dei dati poiché gli obiettivi politici non possono andare al di là dei diritti findamentali. Giusto Catania (Gue/ngl, It) ha definito «paradossale» che il Parlamento sia escluso dalla discussione che inizia domani, nonostante il tema riguardi tutti i cittadini. Dicendosi poi d´accordo con la relatrice, ha sottolineato la necessità di riflettere sull´assurdità di alcune proposte contenute nell´accordo, come la consegna di 34 categorie di dati che, in grande parte, sono inutili e non «vengono neanche utilizzati per testimonianza diretta dalle autorità americane». Per il deputato occorre quindi ragionare sulla necessità di istituire una protezione giuridica reale dei dati dei passeggeri, ritenendo che «tutelare i dati dei cittadini europei sia un dovere di queste istituzioni». Il controllo sistematico dei cittadini in nome della lotta al terrorismo, ha quindi affermato, «rappresenta una torsione autoritaria dello stato di diritto» e, paradossalmente, «in questo modo favoriamo il raggiungimento degli obiettivi proposti dal terrorismo». Il controllo sistematico, ha poi aggiunto, «ha la stessa vocazione autoritaria delle carceri segrete della Cia». Facendo riferimento alle ammissioni di Bush sulle carceri segrete, ha quindi auspicato che anche i paesi europei «evitino di continuare a essere più realisti del re», ossia «più estremisti degli Usa», «in nome di questa falsa guerra al terrorismo». Gerard Batten (Ind/dem, Uk) ha criticato il fatto che il solo cambi della base giuridica lasciare la situazione tal quale: la Corte di giustizia non avrà il potere di controllo e il Consiglio potrà continuare a fare quello che vuole senza tenere conto delle richieste del Parlamento. Interventi dei deputati italiani Marco Cappato (Alde/adle, It) si è anzitutto detto «abbastanza pessimista» sull´esito di questo accordo. Sostenendo quanto affermato dalla relatrice, ha quindi affermato che il vero problema è che l´Unione europea ha rinunciato al suo potere negoziale. A tale proposito ha infatti sottolineato che «abbiamo rinunciato al nostro potere negoziale quattro anni fa quando, per un anno e mezzo, sono stati trasferiti nella totale illegalità i dati dei passeggeri negli Stati Uniti». Ha quindi aggiunto che anche il successivo accordo si è rivelato parimenti illegale, limitandosi «a recepire quell´illegalità e a correggerla in una piccolissima parte». Per il deputato, invece, l´Unione avrebbe «un potere negoziale enorme». Si tratta, ha spiegato, di decidere «se vogliamo - come Europa - che si rispetti la nostra legge sulla nostra terra». Essendo un principio dello Stato di diritto, ha proseguito, forti di questo fatto è possibile andare a negoziare con gli Stati Uniti. Viceversa, ha aggiunto, se l´Unione rinuncia e non si giunge ad un accordo, gli Stati Uniti saranno liberi di agire come meglio credono. Ma per il deputato, «se noi vogliamo, non possono fare quello che gli pare». Ha quindi confutato la tesi secondo cui vi è il rischio che vengano bloccati i voli delle compagnie aree negli Stati Uniti, spiegando che «le nostre leggi sulla privacy non proteggono rispetto alla nazionalità della compagnia aerea di bandiera, ma rispetto al paese dove vengono raccolti i dati personali». I dati raccolti per fini commerciali, ha aggiunto, «non possono essere sistematicamente utilizzati per fini di sicurezza né negli Stati Uniti nemmeno in Europa, nemmeno se lo volessimo fare noi stessi con i nostri dati». Allora, ha concluso, «quando inizieremo fare rispettare la nostra legge, riusciremo ad avere un potere negoziale per chiudere un accordo con gli Stati Uniti che preveda unicamente la trasmissione di dati «rilevanti ai fini di sicurezza e non i dati assolutamente irrilevanti come accade oggi». Replica della Commissione Franco Frattini ha voluto chiarire che la sentenza della Corte di giustizia «non è stata una vittoria e on ha bocciato l´accordo». Al contrario, si tratta «di una sconfitta dell´interesse comunitario, del Parlamento e della Commissione», poiché ha stabilità che la materia non è comunitaria, non può essere negoziata dalla Commissione, ma dalla Presidenza, e non prevede l´applicazione della direttiva sulla privacy. Ha quindi sottolineato che, se non si giunge a d un accordo, «milioni di cittadini europei accetteranno una riduzione delle loro garanzie pur di poter andare negli Usa», mentre l´Europa avrà perso il proprio potere di protezione. Non si tratta di accusare gli Usa o coloro che si sono impegnati in questa vicenda, ha precisato, ma occorre prendere atto della sentenza e garantirne il rispetto. Se, invece, vi sarà un accordo, ha sostenuto il Vicepresidente, «quanto meno la protezione dei dati non sarà affidata alla discrezionalità delle compagnie aeree». Il nostro problema, ha aggiunto, non è rappresentato dagli Usa, ma dai terroristi che sono «una minaccia concreta», ed è presente sul territorio europeo. Ha quindi precisato che la riunione di Londra «non era clandestina». In quella sede, infatti, Ministri e Commissione sono stati informati della situazione e ne hanno preso atto. Il Vicepresidente ha poi sottolineato che, in tale contesto, è necessaria maggiore cooperazione tra gli Stati membri e tra le Istituzioni, ma anche con gli Usa, «su un piano di parità». Ha poi sottolineato che anche i parlamenti nazionali dovranno essere debitamente informati, visto che l´accordo dovrà applicarsi immediatamente, anche se le procedure di ratifica nazionali non sono concluse. Il commissario ha poi affermato che, nel prossimo futuro, è necessario convincere il Consiglio ad approvare la decisione quadro sulla protezione dei dati personali e si è quindi appellato ai Ministri affinché dimostrino la volontà dell´Ue di garantirla. Ha quindi sottolineato l´esigenza di realizzare un sistema di tipo Push, informando i deputati che alcune compagnie aeree hanno già presentato delle soluzioni tecniche che permetterebbero l´avvio rapido del sistema. Infine, si è soffermato sul "positive profiling", ossia sul sistema che lascia liberi i passeggeri di fornire i propri dati biometrici per beneficiare di una corsia preferenziale nei controlli di sicurezza aeroportuale. Ha poi precisato che questo sistema si applicherebbe unicamente ai voli internazionali da, per e attraverso l´Unione europea. Ha poi concluso affermando che avrebbe fornito informazioni più dettagliate su questo e altri argomenti in occasione della prossima riunione della commissione per le libertà civili. Background Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, è stata introdotta a livello mondiale una moltitudine di misure di sicurezza che sovente comportano la raccolta e il controllo sistematici dei dati personali di tutti i cittadini, in particolare dati sui trasferimenti di denaro nonché dati relativi alle telecomunicazioni e ai passeggeri. Il Parlamento europeo, pur riconoscendo le esigenze legate alla sicurezza, ha sempre chiesto che la lotta al terrorismo fosse conciliata con il diritto alla privacy dei cittadini. E´ anche per tale ragione che, chiedendo di essere associato a tutte le decisioni in questa materia, aveva contestato dinnanzi la Corte di giustizia l´accordo siglato dall´Ue con gli Stati Uniti in materia di dati personali dei passeggeri aerei. La Corte aveva successivamente annullato la decisione senza però recepire le preoccupazioni del Parlamento sulla struttura giuridica dell´accordo e sulla compatibilità dei contenuti con i principi relativi alla protezione dei dati. . .  
   
 

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