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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Ottobre 2008
 
   
  PRESENTATO A VICENZA IL PIANO D’AREA DEI MONTI BERICI

 
   
  Vicenza, 2 ottobre 2008 - Presentato ieri a Vicenza dall’Assessore regionale all’Urbanistica e Politiche del Territorio, Renzo Marangon e dall’Assessore provinciale ai Beni Ambientali e Risorse Idriche, Paolo Pellizzari, il Piano d’Area dei Monti Berici. Si tratta di un documento che Regione, Provincia e i Comuni interessati hanno elaborato per la gestione condivisa del territorio. In pratica un piano direttorio di medio e lungo periodo con funzioni di organizzazione e intervento, definendo, in una logica di sviluppo sostenibile, le zone da sottoporre a particolare disciplina per l’appropriato utilizzo delle risorse ambientali, per la tutela e valorizzazione delle risorse paesaggistiche, per la promozione delle attività di ricerca scientifica e per l’organizzazione delle attività antropiche. Il Piano d’Area dei Monti Berici prevede, tra i suoi obiettivi, la riqualificazione del canale Bigatto, antica via di navigazione e collegamento con Venezia e il recupero di quei manufatti legati alla cultura dell’acqua; la valorizzazione delle testimonianze storiche che caratterizzano la comunità dei Berici, nonché la salvaguardia di siti ed aree di pregio storico ed ambientale; la creazione di centri di ricerca e studio, in particolare a Nanto, area che forniva ad Andrea Palladio i suoi “masegni” e dove è previsto un centro di litotecnologia di valore mondiale, mentre Villa Pigafetta potrebbe diventare un centro della moda e del design; individuazione a Brendola e a Orgiano delle Porte dei Berici, aree attrezzate a servizi di scala territoriale per la fruizione turistica, della cultura e del tempo libero. Il Piano individua anche i “sistemi” per il rilancio dell’area: quello della Cultura, che a sua volta si suddivide nei circuiti delle ville palladiane e di scuola, della pietra, della rete del sapere, che mette assieme 41 fra musei, teatri, parchi e giardini, centri di formazione; il sistema dell’ospitalità, che include “la strada del vino Barbarano”, il “parco dei sapori”e che riunisce trattorie, cantine, dimore storiche, piazze, centri di ristoro, la “città del mercato e del vino di Lonigo e dei Berici di Ponente”; il sistema salute e il sistema dello sport. Nel presentare il Piano l’Assessore Marangon ha sottolineato che l’obiettivo è quello di “sostituire la politica dei vincoli con la politica dei progetti, per avviare forme di gestione territoriale attive”. E’ una logica, ha poi precisato, che si inserisce nella visione di uno sviluppo sostenibile per la creazione del Iii Veneto. “Il Piano d’area dei Monti Berici si configura come occasione unica di dialogo tra Regione, Provincia e i ventuno Comuni vicentini dell’area che hanno partecipato alla sua elaborazione, contribuendo a dar vita ad un percorso di riscoperta e valorizzazione di risorse ancora poco conosciute, ma, se inserite in un sistema organico e funzionale, in grado di competere con realtà più riconosciute ed affermate. In particolare – ha ribadito Marangon – l’aver certificato il sistema delle relazione e i vari elementi che concorrono a caratterizzare questo territorio, consente di delineare, come uno dei principali obiettivi del piano, la reinterpretazione del rapporto tra città e il suo contesto ambientale circostante, laddove questo non si configura come un’appendice di contorno senza un’identità precisa, ma concorre in modo concreto e attivo al riconoscimento di una realtà territoriale unica per cultura, tradizioni e valori. Ogni singolo Comune – ha concluso Marangon – avrà ora modo di presentare alla Comunità Europea progetti di sviluppo in linea con il Piano e ottenere i relativi finanziamento per la realizzazione”. Soddisfatto l’Assessore provinciale Pellizzari, il quale sottolinea che “il Piano d’Area dei Monti Berici è stato il primo nucleo attorno al quale i comuni dell’area si sono stretti per una programmazione ordinata e condivisa per lo sviluppo di una delle zone paesaggisticamente più belle del vicentino, le cui potenzialità economiche sono ancora tutte da esplorare, stante la vocazione agricola del territorio” .  
   
 

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