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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Settembre 2006
 
   
  AUTO “PULITE” – LA GIUNTA REGIONALE DEL VENETO DÀ L’ESEMPIO IN CORSO DI SPERIMENTAZIONE L’ EETS, CHE PERMETTE A VEICOLI DI CLASSE EURO 1, 2 E 3 DI PASSARE ALLA COSIDDETTA CLASSE EURO 4

 
   
  Venezia, 12 settembre 2006 - La Giunta regionale del Veneto sta puntando, per il suo parco veicoli, a tecnologie e mezzi a basso inquinamento. “L’esempio funziona assai di più di tante leggine, prediche e anche sanzioni – sottolinea in proposito l’assessore all’organizzazione generale Stefano Valdegamberi – specie se a darlo è chi ha responsabilità di governo. Noi abbiamo voluto darlo, questo esempio, per dimostrare che, adottando moderni accorgimenti tecnologici e veicoli a trazione innovativa, si può contrastare concretamente e con efficacia l’inquinamento atmosferico causato dal traffico”. “La battaglia per l’aria pulita, specie nelle città, si combatte su moltissimi fronti – ribadisce Valdegamberi – alcuni di carattere infrastrutturale, altri riferibili all’incentivazione reale del mezzo pubblico, altri ancora riguardanti il tipo di carburante e così via”. “Per quanto riguarda la Giunta veneta abbiamo operato su due fronti. Da un lato – spiega Valdegamberi – abbiamo inserito nel nostro parco veicoli, in sostituzione di mezzi obsoleti, due automobili a trazione cosiddetta ibrida, dotati cioè di motori elettrici e a scoppio, la cui combinazione riduce sia l’inquinamento sia i consumi. Dall’altro abbiamo dato il via ad una sperimentazione particolare, che ci consentirà anche di dare una mano alla tecnologia. Qualche mese fa abbiamo dotato cinque vetture immatricolate nel 2003 di un dispositivo denominato Eets, che permette loro (e in generale a veicoli di classe Euro 1, 2 e 3) di passare alla cosiddetta Classe Euro 4: in sostanza a percentuali di inquinamento significativamente più basse”. “L’esperienza è in corso e la stiamo monitorando – ha concluso l’assessore – ma in ogni caso abbiamo imboccato una strada sulla quale intendiamo proseguire e non solo con finalità dimostrative, ma perché ci crediamo davvero”. .  
   
 

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