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Notiziario Marketpress di
Martedì 07 Ottobre 2008 |
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IL CARO VITA E LE AZIONI A DIFESA DEL PORTAFOGLI
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A fronte di uno scenario economico non incoraggiante, con un’inflazione che a luglio ha toccato il 6,5% a totale Italia, è interessante capire quale sia la reazione dei consumatori. Abbiamo analizzato le prime 100 categorie come trend delle vendite a valore nel primo semestre 2008 rispetto al primo semestre 2007, in Iper+super+libero Servizio, e abbiamo trovato spunti molto interessanti. Innanzitutto, le categorie che presentano una crescita maggiore si possono ricondurre ad alcune macro famiglie: parliamo di Colazione/merenda, Salumi/formaggi, Pasta/riso e Condimenti/salse, Ingredienti di base, Piatti Pronti, Snack/salatini. Per tutte le suddette merceologie non solo aumentano i fatturati, evidentemente guidati dall’aumento dei prezzi, ma si registra anche (per tutte ad eccezione di sette su cento) un aumento dei volumi venduti nella grande distribuzione. Come si spiega tutto ciò? Aumentano effettivamente i consumi? In realtà la risposta non è univoca. Nel caso della Colazione/merenda ad esempio, a fronte di una crescita di volumi venduti nella grande distribuzione di categorie quali i Wafer, i Biscotti Uovo e Secchi, i Frollini, le Merendine, le Marmellate, le Creme Spalmabili e le Torte, si registra una diminuzione delle Brioches, degli Snack al cioccolato, dei Wafer e della Pasticceria nel canale Bar. Diverso il caso dei Formaggi: per alcuni tipi (parliamo ad esempio delle Mozzarelle Vaccine) si registra un generale passaggio dai prodotti a peso variabile a quelli a peso imposto; i trend, guidati ovviamente dall’offerta crescente di tali prodotti da parte dei retailer, sono comunque dettati da un prezzo che, seppur in aumento, rimane mediamente più basso rispetto a quello dei prodotti sfusi. Per i Salumi (prosciutto crudo, cotto, bresaola) si assiste invece ad un aumento vero e proprio dei volumi (soprattutto per gli affettati confezionati): questo potrebbe essere messo in relazione con la diminuzione di altri comparti a prezzo più alto, quali la carne bovina, che registra trend negativi. Facile immaginare che il consumatore si orienti alla scelta di un secondo differente e più economico, o addirittura alla scelta di un primo piatto rispetto ad un secondo: i volumi di Pasta/riso/gnocchi e di alcuni condimenti (Passate, Pomodori in polpa, Pesto) aumentano nonostante gli aumenti di prezzo, perchè comunque ancora a prezzi accessibili rispetto ad altri comparti. Per gli ingredienti di base, quali Farina di Grano, Burro, Panna, Uova e le Paste Semilavorate refrigerate l’aumento dei volumi può essere spiegato con il tentativo da parte degli italiani di produrre in casa alimenti che, acquistati pronti, sono più costosi: del resto questo è anche confermato dal boom di piccoli elettrodomestici quali le macchine per la produzione del pane e dei gelati. Ci sono categorie, infine, guidate da aspetti sociali ovvero da cambi di abitudini, alle quali i consumatori non rinunciano, anzi sempre più si orientano nonostante i rincari: tali categorie o forniscono un contenuto di servizio (i Primi piatti pronti, i Condimenti pronti, le Insalate pronte, i Surgelati Vegetali e di Zuppe e Minestroni) o sono importanti per la salute (Integratori Dietetici, Probiotici, Antiplacca); in questo ambito ricadono anche prodotti legati a situazioni conviviali (Patatine e Salatini) per i quali probabilmente l’attenzione al prezzo (ed il conseguente cambio di comportamenti d’acquisto) è inferiore perchè l’acquisto non è continuativo. In uno scenario pur difficile come quello attuale, occorre analizzare il comportamento di acquisto a più ampio spettro per scoprire come cambiano le scelte del consumatore, che si orienta non solo tra canali ma anche tra prodotti/segmenti per far fronte al caro vita e “difendere” il proprio portafogli; la conoscenza delle complesse dinamiche di consumo ed una visione “più allargata” possono comunque mettere in luce eventuali opportunità. . |
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