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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Ottobre 2008
 
   
  OPERATORI DI PACE: DA CAGLIARI LA RICHIESTA DEL RICONOSCIMENTO DELLA FIGURA PROFESSIONALE.

 
   
  Cagliari, 8 Ottobre 2008 - Con l´intervento dell´assessore regionale Romina Congera, che ha auspicato il formale riconoscimento della figura professionale, si è concluso ieri a Cagliari il seminario interregionale promosso dalla Regione sulla figura ed il ruolo degli operatori di pace. Si è trattato di un confronto di esperienze, articolato in 4 giornate, fra gli operatori di pace provenienti dalle varie regioni italiane, ed in particolare da quelle aderenti al progetto interregionale "area umanitaria" (ossia Campania, Piemonte, Umbria, Marche e Toscana), nonché dalla Provincia autonoma di Bolzano, capofila del progetto. Il seminario, che si è svolto nei locali dell´ex Cisapi dallo scorso 28 settembre a ieri, ha consentito l´incontro, per la prima volta, dei corsisti ed ex corsisti dei corsi di formazione professionale attivati dalle diverse regioni con lo scopo primo di valorizzare le professioni e la competenza nell´ambito dell´area umanitaria. I corsi di formazione attivati nell´ambito del progetto interregionale sono stati in totale 14: 4 nella Provincia autonoma di Bolzano, dal 2003 ad oggi; 1 nella Regione Marche nel 2005; 6 dalla Regione Campania nel 2005 ed, infine, 3 dalla Sardegna nel corso del 2008. Il risultato principale di questi corsi – è stato ribadito nella quattro giorni cagliaritana - è stato l´obiettivo di una vera e propria ricerca a tutto campo sulla figura professionale dell´operatore di pace, la cui realizzazione è stata affidata ad un partenariato di enti pubblici e privati (Università, centri di ricerca e organizzazioni di settore). Tale sinergia, hanno sottolineato i relatori, ha evidenziato da subito l´esigenza della standardizzazione dell´offerta formativa, così come la necessità di procedere ad una definizione dei compiti e della loro articolazione in competenze di base e specialistiche, nonché l´importanza del riconoscimento della figura professionale anche ai fini della conseguente definizione del mercato del lavoro. Il seminario di Cagliari ha confermato alcune di queste linee prioritarie, questa volta a partire dalle esperienze dei corsisti ed ex corsisti impegnati in questi anni in differenti attività lavorative, in particolare quelle di mediazione dei conflitti sul territorio, nelle attività educativo-formative, nonché in interventi nell´ambito della cooperazione internazionale. Tra queste esperienze vi è anche quella degli operatori della Campania, che si sono recentemente costituiti in associazione e che hanno attivato una collaborazione con le scuole del territorio. Positiva anche l´esperienza degli operatori di pace della Regione Marche che ha posto in luce la difficoltà di interlocuzione, soprattutto a livello istituzionale, laddove la mancanza di "ruolo" e "codifica" fa precipitare nella confusione le pur validissime premesse di attività. Non ultima infine l´esperienza degli operatori di pace di Bolzano che cominciano ad essere impiegati in contesti interculturali a forte rischio di conflitto sociale o esclusione, anche in questo caso senza la facilitazione di una definizione certa della figura professionale, per l´apertura di canali di dialogo e collaborazione tra le comunità di lingua italiana, tedesca e ladina, segnate da gravi episodi di intolleranza e radicalizzazione delle posizioni. Per quanto riguarda i tre corsi attivati a Cagliari dall´assessorato regionale del Lavoro, sebbene siano ancora in svolgimento, è emerso che stanno fornendo ai partecipanti diverse competenze trasversali, spendibili in svariati contesti sia regionali che mediterranei. E´ stata tuttavia riaffermata l´esigenza, da un lato, di una figura professionale in grado di avviare, facilitare e gestire processi di progettazione partecipata per lo sviluppo del territorio e, dall´altro, di valorizzare l´apporto che la disciplina e la pratica della mediazione dei conflitti potrebbe dare ad una tradizione di cooperazione internazionale non intesa meramente come solidarietà, ma come costruzione di relazioni pacifiche tra le sponde del Mediterraneo. Nel concludere i lavori del seminario cagliaritano l´assessore del Lavoro Romina Congera - che ha manifestato l´esigenza del formale riconoscimento della figura professionale dell´operatore di pace - ha voluto sottolineare la forte penalizzazione della professionalità dell´Operatore di Pace, non solo sotto l´aspetto tecnico-pratico (mancanza di albi, retribuzioni non garantite, assenza di diritti del lavoro, etc. ) ma anche difficoltà di relazionarsi con le professionalità attigue (psicologi, assistenti sociali, educatori, avvocati, forze dell´ordine) non sempre "pronte" a collaborare con mediatori non immediatamente riconducibili alla già esistente figura del "mediatore linguistico-culturale". "Per questa ragione – ha detto la Congera – concludiamo il seminario di Cagliari con la convinzione che si richiedono al mediatore sociale od operatore di pace specifiche competenze nella gestione e nella trasformazione del conflitto e nei processi di mediazione tra cui negoziazione e conciliazione". "Sulla base di questo presupposto – ha aggiunto l´assessore regionale del Lavoro - è giusto ed auspicabile che tali competenze trovino una immediata applicazione nell´ambito della mediazione sociale (tra gruppi sociali, tra migranti e residenti, tra cittadini ed Istituzioni), così come nella mediazione scolastica, nella mediazione dei conflitti in ambito sanitario, nella prevenzione e gestione della sicurezza urbana, nella progettazione partecipata del territorio, nella cooperazione decentrata, nonché naturalmente nelle emergenze umanitarie sia a livello locale, che internazionale". .  
   
 

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