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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Ottobre 2008
 
   
  UE: CRISI FINANZIARIA, A UN PASSO DAL BARATRO

 
   
   Bruxelles, 8 ottobre 2008 - Quanto durerà ancora? La crisi finanziaria iniziata due anni or sono negli Stati Uniti con i mutui subprime non accenna ad attenuarsi, anzi dilaga nel mercato globale investendo banche e risparmiatori. Alla vigilia del dibattito in plenaria per nuove misure in tema di supervisione dei servizi finanziari in Europa, abbiamo chiesto ai deputati esperti in materia come evitare un nuovo ´29. L´approvazione da parte del Congresso americano del pacchetto di 77 miliardi di dollari non ha rassicurato i mercati e molti Stati europei si stanno muovendo per evitare il peggio, proteggendo il settore bancario nazionale e i depositi dei risparmiatori. Le origini della crisi - "Negli Stati Uniti, dove la crisi è iniziata per eccesso di liquidità, per ogni dollaro investito le banche ti concedevano 32 dollari, mentre in Europa 12. Questa è la dimostrazione che stiamo pagando le conseguenze dell´eccentricità americana, pur non avendone noi europei creata una", dichiara l´eurodeputato greco Margaritis Schinas del gruppo del partito popolare europeo e democratici europei (Ppe-de). "Non è una sorpresa, le fa eco la deputata francese Pervenche Berès del gruppo socialista (Pse), presidente della commissione parlamentare affari economici, che la situazione in Europa derivi da quella americana, ma le misure prese sino ad ora risolvono solo il problema della liquidità, non l´intera economia reale". "Sono i nuovi prodotti finanziari e la cosiddetta cartolarizzazione che hanno portato con sè effetti collaterali pesanti, dichiara la deputata tedesca Heide Rühle del gruppo Verde (Verdi/ale), aumentando il contagio del rischio". Per la collega bulgara Mariela Velichkova Baeva del gruppo dell´alleanza dei democratici e dei liberali per l´Europa (Alde), il problema risiede invece nella ricerca affannata del profitto e nella mancanza di competenze. E i cittadini pagano. "Quando è l´economia reale ad essere colpita, continua la Berès, lo sono anche i cittadini. Alcuni Paesi europei sono già entrati in recessione e ciò si riflette nel potere d´acquisto e nella debolezza del mercato del lavoro". Un concetto condiviso dal collega greco Schinas, che si consola con gli effetti meno pesanti che la crisi sta avendo sulle economie del Sud Europa, tradizionalmente meno esposte ai capricci del mercato statunitense. "Comunque l´Europa dovrà mettere in campo una reazione consistente", dichiara. "La crisi finanziaria, una volta colpita l´economia reale, ostacolerà il raggiungimento degli obiettivi di crescita e competitività decisi nella strategia di Lisbona, aggiunge Heide Rühle. "Le mie preoccupazioni nascono da possibili riduzioni negli investimenti, da rallentamenti nella spesa, ecc. ", dichiara a sua volta Mariela Velichkova Baeva. La festa è finita - "Non basta che la Banca centrale europea inietti liquidità, sostiene Berès, dobbiamo rendere più solidi i mercati finanziari dei Paesi membri, ma non ciascuno per proprio conto, piuttosto con un´iniziativa europea". "Nuove regole per la nuova economia", è questa la ricetta proposta da Schinas, che non ritiene la crisi anticamera della morte del capitalismo: "É una nuova opportunità per fissare nuove regole, con una protezione legislativa migliore, una più effettiva supervisione delle agenzie di rating e regole chiare per i crediti e gli indebitamenti delle banche in Europa". "La festa è finita, ma non per le economie private". "Abbiamo bisogno di cambiamenti politici strutturali, concorda Heide Rühle, con regolamenti più severi, anche in termini di supervisione". "C´è bisogno di intervenire in maniera efficace ed efficiente per migliorare la performance economica, ma senza esagerare, propone invece Velichkova Baeva, soprattutto per ridurre le conseguenze sociali". .  
   
 

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