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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Ottobre 2008
 
   
  PROMOZIONE DELLA CULTURA E DELL’ETICA DI IMPRESA IL CONSULENTE ARRIVA NELL’AZIENDA ARTIGIANA TRENTINA “UN’ESPERIENZA A SOSTEGNO DELLE CAPACITÀ IMPRENDITORIALI PRESENTI SUL TERRITORIO”

 
   
  Trento, 16 ottobre 2008 - Sono stati presentati ieri, nel corso di una conferenza stampa, i risultati dell’iniziativa del Ceii, promossa dal Dipartimento industria della Provincia autonoma di Trento, che ha coinvolto 45 aziende artigiane trentine sul tema dell’etica d’impresa, con la presenza in azienda di consulenti. L’obiettivo dell’iniziativa era la promozione e la sensibilizzazione dentro l’impresa della cultura dell’etica di impresa, ovvero la corretta gestione della sicurezza aziendale non come adempimento (“che nelle aziende risulta già essere rispettato”, hanno sottolineato i promotori), ma come patrimonio professionale dei datori di lavoro e dei lavoratori: “Il progetto del Ceii Trentino, non è consistito nel monitorare il mero rispetto degli adempimenti normativi e neppure nel fornire alle aziende una consulenza in tal senso, bensì nell’avviare un processo di sensibilizzazione dell’imprenditore artigiano, finalizzato all’introduzione di procedure, istruzioni, accorgimenti che portino ad una maggiore prevenzione degli infortuni e delle malattie di origine professionale quale componente stabile nel svolgere le attività produttive di competenza”. “L’iniziativa – come ha spiegato Paolo Spagni, dirigente del dipartimento industria – ha coinvolto 45 aziende artigiane del Trentino, dove due esperti in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro e dei sistemi aziendali hanno trascorso alcune giornate tra il 2007 e l’aprile 2008”. Le imprese che hanno partecipato all’iniziativa di promozione della cultura e dell’etica di impresa sono state per la maggiore del settore legno, meccanica e ferro. “La diffusione dell’etica di impresa – ha ribadito il presidente del Ceii, Ilos Parisi – deve far parte del patrimonio degli imprenditori e degli artigiani trentini”. Il progetto nasce a seguito dell’approvazione della legge provinciale (la numero 3, l’articolo 26, del 11 marzo 2005) secondo la quale Giunta provinciale può organizzare direttamente od indirettamente (in collaborazione con altri enti ed organismi pubblici o privati), iniziative varie, anche di carattere formativo “che accrescano la cultura e l´etica d´impresa, che favoriscano anche il miglioramento delle condizioni di lavoro, la prevenzione degli infortuni, la tutela dell´ambiente dagli inquinamenti nonché gli incentivi alla sicurezza”. “Etica d’impresa e sicurezza sul lavoro – ha spiegato Spagni - sono ovviamente cose diverse, anche se le leggi che presidiano gli standard lavorativi rispecchiano valori emergenti dal corpo sociale. La Provincia, un po’ pragmaticamente, ha cercato di mettere un altro ponte fra questi due concetti e per il tramite della predetta norma si è dunque dotata di uno strumento specifico per contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro, alla prevenzione degli infortuni ed alla tutela dell´ambiente dagli inquinamenti. Tale strumento non opera imponendo regole (a tal fine esistono istituzioni preposte quali la Medicina del lavoro, l’Inail, l’Ispettorato del lavoro, ecc. O leggi come la 626) ma promuovendo cultura ed etica d’impresa nonché consolidarle nel nostro tessuto produttivo”. La Giunta provinciale ha fissato, con la delibera 1923 dell’8 settembre 2005, i criteri e le modalità d’intervento per individuare le attività rilevanti per la promozione della cultura e dell’etica d’impresa. In particolare si prevede la realizzazione di iniziative con l’obiettivo di promuovere la diffusione dell’etica d’impresa come modalità di comportamento razionale che ha un diretto riscontro con l’organizzazione aziendale; elaborare e sperimentare strumenti di gestione e di autoregolamentazione della «responsabilità sociale d’impresa» come condivisione di comportamenti all’interno dei gruppi di lavoro; favorire «buone pratiche», come condivisione di valori, volte al miglioramento dei rapporti nell’ambiente interno all’impresa ed esterno, con gli utilizzatori finali; monitorare gli indicatori dell’etica d’impresa anche mediante il ricorso a figure professionali appositamente formate quale condizione per lo sviluppo di nuove competenze all’interno delle organizzazioni produttive. Rientra fra gli obiettivi dell’iniziativa anche la creazione di condizioni idonee all’inserimento di lavoratori disabili nelle organizzazioni produttive. In coerenza con lo spirito adottato nella definizione degli interventi (non imposizione, ma condivisione) la Giunta Provinciale ha predisposto che “gli interventi previsti siano realizzati direttamente dalle strutture dell’amministrazione provinciale competenti per materia, anche mediante affidamento ad enti ed organismi pubblici o privati che perseguano finalità sociali o d’interesse generale, o che siano espressione di un ampio coinvolgimento dell’imprenditoria locale…”. In questo quadro operativo (in cui rivestono ruoli importanti i singoli soggetti economici che operano nei luoghi di lavoro, le loro organizzazioni rappresentative sindacali e di categoria) e le viarie istituzioni preposte alla gestione dei processi produttivi ed economici, si è inserita l’azione del Dipartimento industria artigianato e miniere. Il Dipartimento si è rivolto al mondo delle imprese per attuare progetti a favore di aziende opportunamente selezionate per capire assieme agli imprenditori, anche attraverso visite in loco,e con il supporto di tecnici (quali: ingegneri, medici del lavoro, psicologi e quant’altro) se vi siano spazi per migliorare, al di là dell’obbligo normativo, e la condizione fisica e psichica della “risorsa umana”. Il Dipartimento ha ritenuto infatti che un’azienda “etica” per prima cosa fa star bene la gente che ci lavora, e che, investendo sulla sicurezza e sulla salubrità dei luoghi di lavoro si aprono le porte al seme buono della responsabilità sociale d’impresa. In data 5 settembre 2006, il Dipartimento ha sottoscritto una convenzione con il Ceii Trentino per introdurre, in 45 imprese, con una dimensione di almeno 5 addetti e operanti in attività produttive che si svolgono in ambienti chiusi, i presupposti per raggiungere l’obiettivo della corretta gestione della sicurezza aziendale non come adempimento (che in tali aziende risulta già essere rispettato), ma come cultura d’impresa posseduta sia dai datori di lavoro che dai lavoratori. Il progetto del Ceii Trentino non consiste nel monitorare il mero rispetto degli adempimenti normativi e neppure nel fornire alle aziende una consulenza in tal senso, bensì nell’avviare un processo di sensibilizzazione dell’imprenditore artigiano, finalizzato all’introduzione di procedure, istruzioni, accorgimenti che portino ad una maggiore prevenzione degli infortuni e delle malattie di origine professionale quale componente stabile nel svolgere le attività produttive di competenza. Il perseguimento di migliori standard lavorativi nel settore artigianale, di fatto si è concretizzato nell´elaborazione di strumenti di gestione della «responsabilità sociale d´impresa». “L’iniziativa attuata dal Ceii Trentino – ha detto la direttrice del Ceii, Renata Diazzi - viene presentata non per avviare esclusivamente una discussione culturale, ma per condividere un’esperienza che ha un concreto sostegno alle capacità imprenditoriali presenti, o in via di formazione, nel territorio trentino, e pertanto va considerata come parte integrante del quadro di iniziative attuate, per il tramite delle leggi provinciali a sostegno dello sviluppo produttivo, per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria locale”. Il progetto Ceii Trentino ha dunque l’obiettivo di incentivare le imprese, affinché creino i presupposti per una corretta gestione aziendale e professionale indirizzando datori di lavoro e, in conseguenza, i lavoratori ad una visione condivisa che porti ad una maturazione culturale della propria e altrui tutela. L’esperienza compiuta ha dimostrato che tale visione si concretizza solo se si fanno emergere le responsabilità dell’intera organizzazione aziendale, dal datore di lavoro fino al lavoratore, ciascuno secondo le proprie attribuzioni e competenze. .  
   
 

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