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Notiziario Marketpress di
Lunedì 20 Ottobre 2008 |
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OCCUPAZIONE: 45 MILA ASSUNZIONI NEL 2008: TRE OGNI DIECI IMPRESE MILANO SI CONFERMA CITTÀ DEL LAVORO
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Milano, 20 ottobre 2008 - Sono oltre 45mila le assunzioni previste dalle imprese di Milano per il 2008 (la metà di quelle di tutta la provincia e il 25% di quelle della regione), 40mila se si escludono gli stagionali: quasi 3 assunzioni ogni 10 imprese. E’ quanto è emerso dal rapporto “Le previsioni occupazionali e i fabbisogni professionali per il 2008” presentato questa mattina a Palazzo Marino dall’assessore alle Politiche del Lavoro e dell’Occupazione Andrea Mascaretti e da Romano Guerinoni membro di Giunta della Camera di Commercio. “Sono 45. 080 le assunzioni previste dalle imprese milanesi nel 2008, 39. 700 non stagionali – ha dichiarato l’assessore Mascaretti – di cui più della metà con contratto a tempo indeterminato. Milano si conferma città del lavoro e motore economico del Paese. Nella ricerca del lavoro resta forte la conoscenza di una persona che possa attestare le qualità professionali del candidato oltre a quello delle banche dati aziendali. E’ interessante inoltre rilevare le difficoltà che incontrano le imprese nel trovare adatto alle loro esigenze; un dato che attesta la necessità di formazione specifica. Occorre quindi puntare su un allineamento del sistema della formazione con quello del lavoro e su un sistema di orientamento efficiente. Occorre cioè fare in modo che i percorsi professionali siano sempre più qualificanti, forniscano le competenze effettivamente richieste dal mercato e conducano quindi verso un lavoro sicuro”. “I dati – ha dichiarato Romano Guerinoni, membro di giunta della Camera di commercio di Milano – ci segnalano un continuo impegno di crescita da parte delle imprese milanesi che puntano con decisione su nuove risorse e che si traduce in nuova occupazione. Un tessuto produttivo dinamico che riconosce la necessità di investire nel capitale umano, vero valore aggiunto nella sfida del mercato globale. Ma è importante migliorare il collegamento tra domanda e offerta di lavoro. Bisogna investire sul sistema formativo, in particolare quello professionale e creare un più efficace legame tra tessuto imprenditoriale locale e sistema scuola-Università. ” L’81% delle nuove assunzioni riguarda i servizi, seguiti dall’industria (19%). Oltre il 28% delle assunzioni avviene tramite il canale della conoscenza diretta e soltanto il 3,7% attraverso internet. Il tasso di entrata più elevato in termini relativi (rapporto tra nuovi assunti e dipendenti) è nelle imprese con meno di 10 addetti (tasso 9%). Complessivamente il 27,1% delle imprese milanesi (pari a oltre 43. 000 unità) prevede che assumerà nel 2008. A queste si potrebbero aggiungere le circa 12mila imprese (il 7,1% del totale) che sarebbero pronte ad assumere in presenza di condizioni diverse: il 52,1% se ci fosse meno pressione fiscale e il 36,1% se il costo del lavoro fosse più basso, per un totale di quasi 3mila posti di lavoro in più. Oltre il 40% delle nuove assunzioni a Milano coinvolge il gruppo professionale più elevato (dirigenti, tecnici, professioni intellettuali e scientifiche), un dato superiore del 15% rispetto a quello regionale. Tra le tipologie di contratto, sono più diffusi i contratti a tempo indeterminato (55,4% del totale), un dato che sale al 64,7% per le imprese piccole e al 62,5% nelle costruzioni. Seguono i contratti a tempo determinato (34,7%). Sono 19. 580 le collaborazioni a progetto di cui le imprese prevedono di avvalersi e rilevate in maniera autonoma rispetto alle assunzioni programmate di lavoratori dipendenti. Si tratta di profili professionali molto elevati che ben si inseriscono in un mercato del lavoro che punta alla qualità e dove la flessibilità è funzionale e non strumentale. Bene i laureati: 1 su 4 dei nuovi assunti (e quasi 1 su 3 nei servizi) deve infatti possedere la laurea. Maggiormente premiati gli indirizzi economici (il 33% del totale delle assunzioni universitarie) e gli ingegneri elettronici e dell’informazione (15%). Nel 17,3% dei casi, invece, il nuovo assunto è un immigrato. Nella ricerca di personale è premiata la conoscenza delle lingue (nel 34% dei casi è richiesta) e ancor di più quella informatica (nel 57% dei casi). Ma in 1 caso su 4 (24,7%) le imprese milanesi denunciano difficoltà nel reperire personale adatto alle loro esigenze. A presentare maggiori difficoltà sono soprattutto il settore dei servizi (25,3%) e le grandi imprese (27,1%). I Dati Della Ricerca - Le previsioni di assunzioni per il 2008. Nel corso del 2008 le assunzioni previste dalla imprese milanesi superano le 45 mila unità (45. 080, 39. 700 considerando gli occupati non stagionali,: 3 assunzioni ogni 10 imprese), il 51% del totale delle assunzioni previste in tutta la provincia (pari a oltre 88mila) e il 25% di tutta la regione (pari a quasi 180 mila). L’81% delle assunzioni a Milano è nei servizi (36. 550) all’interno dei quali la quota principale è coperta dal commercio (7. 640 assunzioni, 17% del totale comunale) mentre il 19% è nell’industria (8. 540) con le costruzioni come settore dominante (1. 960 assunzioni, 4% del totale). Se consideriamo anche le uscite previste nel 2008 (pari a 40. 780), arriviamo a un saldo occupazionale per il corrente anno delle imprese milanesi positivo (+4. 300 posti di lavoro). In particolare, il saldo in valore assoluto è maggiore tra le piccole imprese, con dipendenti tra uno e nove, (+3. 170) e tra le imprese con più di 50 dipendenti (+780), seguite dalle imprese con 10-49 dipendenti (+350). Se consideriamo invece il saldo in termini relativi (sul totale degli occupati attuali), il saldo più elevato si riscontra sempre nelle imprese piccole (+2,8%), seguito da quelle medie (+0,3%) e da quelle grandi (+0,2%). Assunzioni e dimensioni di impresa. In valore assoluto assumono di più le imprese con oltre 50 dipendenti (66%: 29. 850 assunzioni), seguite dalle imprese con meno di 10 dipendenti (23%: 10. 250) e da quelle con 10-49 dipendenti (4. 980 assunzioni, pari all’11% del totale). Se però passiamo a considerare il valore relativo (rapporto tra nuovi assunti e dipendenti), sono le imprese piccole a presentare il tasso di entrata più elevato (pari al 9%). Seguono le imprese con più di 50 dipendenti (tasso di entrata: 8,4%) e le imprese medie (4,5%). Complessivamente, il 27,1% delle imprese milanesi (pari a oltre 43. 000) ha dichiarato che assumerà nel corso del 2008 (dato provinciale: 26,8%; dato regionale: 26,4%). In particolare, l’81,2% delle imprese con più di 50 dipendenti, il 37,1% delle imprese con 10-49 dipendenti e il 20,5% delle imprese con meno di 10 dipendenti. Il 72,9% delle imprese non prevede invece assunzioni. Di queste tuttavia circa 12. 000 (ovvero il 7,1% del numero di imprese milanesi e il 7,8% tra le imprese con meno di 10 dipendenti) sarebbero pronte ad assumere con condizioni diverse. In particolare, nel 52,1% dei casi sarebbero pronti ad assumere se ci fosse minore pressione fiscale (più del 2007 quando la percentuale era del 36,1%), nel 36,1% con un minore costo del lavoro (era il 45% nel 2007). Per il 5,1% se invece fosse possibile una gestione del personale più flessibile. Quali canali per la selezione del personale. La conoscenza personale rimane il canale più utilizzato per la selezione del personale dalle imprese milanesi (il 28,4% del totale), seguita dalle banche dati aziendali (23,1%), dalla segnalazione di conoscenti e fornitori (15,8%) e dal ricorso ai quotidiani e stampa specializzata (12,6%). Le società di lavoro interinale sono utilizzate per il 5,1%, internet per il 3,7% (era il 2,1% nel 2007), le società di selezione e le associazioni di categoria per il 3,1%. Tra le imprese con meno di 50 dipendenti, crescono il ricorso alla conoscenza diretta (30,4%) e le segnalazioni da conoscenti e fornitori (17%) come ai quotidiani e stampa specializzata (13,1%). Tra le imprese con più di 50 dipendenti, invece, per quasi 1 assunzione su 2 (46,2%) vengono utilizzate le banche dati aziendali e crescono il ricorso a società di selezione del personale (10%) e società di lavoro interinali (7,4%). Le assunzioni per gruppi professionali. Considerando le assunzioni non stagionali sono le professioni tecniche ad occupare il primo posto assoluto tra quelle ricercate dalle imprese del comune di Milano (quasi 1 assunzione ogni 3: pari al 29,3%, rispetto al 27% della provincia e al 22,7% regionale). Tra le altre professioni di elevato livello, quelle intellettuali e scientifiche rappresentano il 10,3% del totale (quasi il doppio del dato regionale). C’è una forte richiesta anche per le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (21,6%), per gli impiegati (12,9%) e per gli operai specializzati (7,1%). Se consideriamo i grandi gruppi professionali nel loro complesso, a Milano è quello composto da dirigenti e professioni ad elevata specializzazione a rappresentare quello maggiormente ricercato (il 40,2% del totale, rispetto al 36,1% della provincia e al 29,1% della Lombardia), seguono gli impiegati, professioni commerciali e nei servizi (34,5%%), gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (13,9%) e infine le professioni non qualificate (11,4%). Le assunzioni per tipo di contratto. Oltre la metà delle nuove assunzioni previste, escludendo gli stagionali, è a tempo indeterminato (55,4% del totale), un dato superiore sia a quello provinciale (53,9%) che regionale (51,3%). In particolare, tra i settori è nelle costruzioni il tasso più elevato (62,5%), mentre tra le imprese sono quelle più piccole ad assumere di più con contratti a tempo indeterminato (quasi 2 assunzioni su 3: il 64,7%). Nel 34,7% c’è il ricorso a un contratto a tempo determinato (in particolare nell’industria (41,9%) e tra le grandi imprese con oltre 50 dipendenti (37,6%). Nel 2,9% c’è un contratto con inserimento, il 5,4% ha un contratto di apprendistato, mentre lo 0,5% presenta altre forme contrattuali. La quota di assunzioni part-time sul totale è pari al 13,3%, quota che sale al 13,5% nei servizi (21,1% nel commercio) e diventa il 16,3% tra le piccole imprese. Tra questi contratti non sono presenti quelli a progetto. Le richieste di collaborazioni a progetto. I collaboratori a progetto di cui le imprese prevedono di avvalersi sono rilevati in maniera autonoma rispetto alle assunzioni programmate di lavoratori dipendenti. Per il 2008, sono oltre 19 mila (19. 580) i collaboratori a progetto previsti nel comune di Milano, pari al 57% provinciale e al 40% regionale. I settori che ne fanno un maggior uso sono i servizi (89% del totale), soprattutto i servizi avanzati alle imprese (57% del totale delle collaborazioni previste). La collaborazione a progetto riguarda soprattutto, quasi un caso su due (48,6%), un posto da dirigente o comunque le professioni ad elevata specializzazione e tecniche. Si tratta di profili professionali molto elevati che ben si inseriscono in un mercato del lavoro che punta alla qualità e dove la flessibilità è funzionale e non strumentale. Assunzioni non stagionali ed esperienza. Nel 55,5% dei casi i nuovi assunti devono avere una precedente esperienza di lavoro (di cui il 21,1% una esperienza professionale specifica e il 34,4% una esperienza nello stesso settore), mentre per il 44,5% non è prevista esperienza specifica (con una generica esperienza di lavoro o senza alcuna esperienza). Sono le piccole e grandi imprese ad assumere senza alcuna esperienza precedente (rispettivamente 30,3% e 30,6% del totale). Per le assunzioni in cui è richiesta una precedente esperienza, si richiedono in media 3,5 anni per una esperienza professionale specifica, e 2,8 anni per una esperienza nello stesso settore (più dell’anno passato quando gli anni di esperienza richiesti erano rispettivamente 3,3 e 2,6). Per il 34% dei neo-assunti è richiesta la conoscenza delle lingue (rispetto al 31,3% in tutta la provincia di Milano e al 24,3% lombardo) e nel 57% dei casi è richiesta una conoscenza informatica (rispetto al 54,3% provinciale e al 46,7% regionale). Assunzioni e livello di educazione. Una assunzione non stagionale su 4 a Milano riguardo un laureato (il 25,3% del totale; un dato che arriva al 31,2% nei servizi), rispetto al 21,1% della provincia e al 15,2% della regione. Il 41,1% coinvolge invece diplomati in scuole superiori, il 10,5% chi ha una istruzione e formazione professionale, e il 23% chi ha la scuola dell’obbligo (rispetto al 24% della provincia e al 27,4% regionale). Complessivamente, il 66,5% dei nuovi assunti (2 su 3) è laureato o diplomato, un dato che cresce soprattutto tra le medie imprese (73,1% sul totale), mentre la percentuale di assunti con una qualifica professionale è elevato soprattutto tra le grandi imprese (13,9%). Tra i corsi universitari, sono premiati soprattutto quelli a indirizzo economico (il 33% del totale delle assunzioni universitarie), di ingegneria elettronica e dell’informazione (15%) e l’indirizzo sanitario e paramedico (6%). Tra i diplomi, è richiesto soprattutto l’indirizzo amministrativo-commerciale (7. 700 assunzioni, 47,2%), mentre tra le qualifiche professionali eccelle l’indirizzo meccanico (690 assunzioni). Assunzioni di personale immigrato. Per il 2008 circa ogni 6 neo-assunti non stagionali, 1 sarà un immigrato (17,3% del totale), un dato leggermente inferiore a quello provinciale e a quello lombardo (rispettivamente 19,1% e 21,5%). A fare maggiore ricorso ai nuovi lavoratori immigrati è il settore delle costruzioni (18,6%: che diventa oltre 1 neoassunto su cinque se consideriamo le grandi imprese di costruzioni, 26,5%), seguito dai servizi (17,9%) e dall’industria (16,3%). Per classi dimensionali, la quota di neo-assunti immigrati è leggermente superiore per le grandi imprese (19,5%), ed è inferiore per le medie imprese (9,7%). Assunzioni e difficoltà di reperimento. In quasi 1 caso su 4 (24,7%) le imprese milanesi denunciano una difficoltà nel reperire personale adatto alle loro esigenze, un dato comunque inferiore a quello provinciale (25,5%) e regionale (27,9%). Riscontrano maggiori difficoltà soprattutto il settore dei servizi (25,3%) e le grandi imprese (27,1%). Tra i motivi della difficoltà di reperimento, nel 37,3% dei casi c’è la mancanza della necessaria qualificazione e esperienza, nel 32,4% la ridotta presenza della figura e nel 16% insufficienti motivazioni economiche. Il tempo necessario per la ricerca di una particolare figura è in media di 3,2 mesi ma cresce per l’industria (4,1 mesi) e per le piccole imprese (5,9 mesi). . |
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