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Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Ottobre 2008
 
   
  SARKOZY AL PARLAMENTO EUROPEO: RIFONDARE IL CAPITALISMO SENZA RIMETTERLO IN QUESTIONE

 
   
   Strasburgo, 22 ottobre 2008 - Il Presidente Sarkozy ha illustrato all´Aula le conclusioni del Vertice europeo. Notando l´unità di intenti dell´Ue, ha rilevato la necessità di rifondare il capitalismo e di dotarlo di nuove regole, senza però rimetterlo in causa. Ha insistito sulla validità degli obiettivi climatici e sulla necessità di riformare le istituzioni, rilevando anche l´importanza del patto per l´immigrazione. I deputati hanno generalmente accolto con favore le soluzioni proposte, ma non sono mancate le critiche. Aprendo il dibattito in Aula, il Presidente Pöttering ha sottolineato che la Presidenza francese ha dimostrato capacità di agire di fronte alla crisi finanziaria internazionale, osservando che se non ci fossero stati una risposta comune e l´euro «ci troveremmo in una situazione disastrosa». Ha quindi definito un successo le decisioni e gli impegni presi in questi ultimi tempi per rispondere alla crisi. Il Presidente ha inoltre rilevato che il Consiglio europeo, di concerto con la Commissione e con il Parlamento, ha fatto in modo che l´Unione europea fosse un attore determinante per il benessere di tutti i cittadini. Ha quindi concluso sostenendo che è spesso nei momenti di crisi che l´Ue ha dimostrato la sua vera forza. Dichiarazione della Presidenza in carica Nicolas Sarkozy ha esordito sottolineando che le istituzioni europee devono essere unite nel fronteggiare le crisi che si presentano se non si vuole indebolire l´Ue e si intende trovare un consenso per fare sentire a livello internazionale le parole di un´Europa unita, indipendente e volontarista. In merito alla crisi in Georgia, il Presidente ha rilevato come l´Europa abbia permesso di trovare una soluzione alla «reazione sproporzionata della Russia» a seguito della «inappropriata» iniziativa georgiana, portando al cessate il fuoco, al ritiro delle truppe e alla convocazione di negoziati internazionali. Osservando le divisioni politiche emerse con gli Usa e altri partner all´inizio della crisi, ha affermato che l´Europa «non deve essere complice di una nuova guerra fredda per mancanza di sangue freddo» e che sarebbe stato «irresponsabile» creare condizioni per uno scontro. Ha quindi sottolineato che il Presidente russo ha rispettato gli impegni presi con l´Ue e che «grazie all´Europa la catastrofe è stata evitata». Riguardo alla crisi «sistemica e incredibile» che ha colpito i mercati finanziari globali, Sarkozy ha ripercorso le iniziative prese dalla Presidenza (dal G4 all´incontro con Bush), ricordando la decisione adottata dal Consiglio europeo in merito a un «piano gigantesco di 1800 miliardi di euro». Ma, ha osservato, oltre alla gestione della crisi, è necessaria «una rifondazione del capitalismo mondiale», perché quanto è successo è stato un «tradimento del capitalismo», ma non lo rimette in causa. L´ue, ha spiegato, proporrà delle misure affinché nessun istituto partecipato da uno Stato lavori nei paradisi fiscali, le remunerazioni dei trader non spingano a prendere rischi sconsiderati e affinché sia ripensato il sistema monetario attraverso tassi fissi. L´europa, ha aggiunto, non deve pagare il deficit della prima potenza mondiale. Il Presidente ha poi ricordato che si terranno diversi vertici internazionali in autunno e, in quelle occasioni, l´Europa dovrà parlare con una sola voce per farsi sentire. Ha inoltre sottolineato che la crisi finanziaria porta alla crisi economica - «la stiamo vivendo» - e ci vuole quindi una risposta univoca dell´Europa. Non la stessa, ha precisato, ma è necessario che i diversi Stati membri si coordinino, concertino e si informino sulle misure che intendono prendere. Paventando il rischio che società europee siano prede di fondi esteri che colgono l´opportunità offerta dal ribasso delle quotazioni, il Presidente ha rilevato la necessità di riflettere all´opportunità di creare fondi sovrani in ogni Stato membro che agiscano di concerto per dare una risposta industriale alla crisi. Anche perchè l´Europa ha bisogno di un´industria forte e non bisogna essere naïf accollandole oneri ecologici non vincolanti al di fuori dell´Ue inficiandone la competitività, come accade con i costruttori di automobili. Per quanto riguarda il pacchetto climatico e energetico, il Presidente ha sottolineato che esso si fonda sulla convinzione che «il mondo va verso una catastrofe se continua a produrre in questo modo». Si tratta quindi di una politica strutturale che non va abbandonata a causa della crisi finanziaria. Ciò, ha insistito, sarebbe «irresponsabile» poiché minerebbe la capacità dell´Ue di convincere i partner internazionali a aderire agli sforzi in questo campo. L´obiettivo 20/20/20 e il calendario vanno quindi mantenuti, senza rimettere in causa la codecisione con il Parlamento e agendo con la necessaria flessibilità per tenere conto delle preoccupazioni di taluni Stati membri. Dopo aver ricordato l´importante accordo cui è giunto il Consiglio europeo in merito al "patto per l´immigrazione", il Presidente ha sottolineato che la crisi chiama a una riforma delle istituzioni europee. In proposito, ha osservato che «non sarebbe ragionevole» continuare con una presidenza tornante di sei mesi, anche alla luce di crisi lunghe come quelle appena affrontate in Georgia e sui mercati finanziari. A dicembre, ha quindi spiegato, sarà presentata una roadmap su come rispondere al problema posto dalla mancata ratifica in Irlanda. Inoltre, pur rendendo omaggio alla Bce e all´Eurogruppo, ha rilevato l´esigenza di un governo economico europeo «degno di questo nome» che sia gestito a livello di Capi di Stato e di governo. Dichiarazione della Commissione José Manuel Barroso ha sottolineato che il Consiglio europeo ha evitato che fossero prese decisioni a livello di singoli Stati membri delineando una risposta comune alla crisi. In materia economica, ha anche spiegato, occorrono azioni immediate contro la crisi ed è necessario riformare il sistema internazionale e rafforzare l´economia reale. L´europa, a suo parere, «deve forgiare la mondializzazione con i suoi propri valori e difendere i propri interessi». Dopo aver ricordato che sarà esaminata una proposta sulle remunerazioni dei manager, ha annunciato la composizione del Gruppo di Alto livello, cui prenderà parte anche Rainer Masera. Il Gruppo presenterà i primi risultati delle sue analisi al Consiglio di primavera. Per il Presidente della Commissione è in corso una fase storica in cui la crisi «mette in discussione le vecchie certezze» ed è quindi il momento di apportare i cambiamenti necessari per trovare soluzioni adeguate al Xxi secolo. L´ue dovrà proporre dei principi per un nuovo ordine globale. Interventi in nome dei gruppi politici Joseph Daul (Ppe/de, Fr) ha sottolineato che per ben due volte nel corso dell´estate, lavorando all´unisono, l´Europa ha mostrato il cammino per risolvere le crisi maggiori: la Georgia e i mercati finanziari. Il Presidente Sarkozy ha lavorato incessantemente e dimostrato il valore della Presidenza Ue nonché il ruolo dell´Europa a livello mondiale. Il Parlamento, ha aggiunto, ha già svolto il lavoro più importante per quanto riguarda la situazione finanziaria, con raccomandazioni sulla regolazione la sorveglianza, con una riforma e uno stop ai paracaduti dorati. Ed è proprio «durante le crisi economiche che si elaborano regole per il futuro. I mercati liberi devono essere corredati di regole e regolamenti i quali, se già in vigore, non sono stati applicati correttamente». Ha quindi ricordato che le piccole e medie imprese hanno bisogno di sostegno e occorre garantire il mercato sociale e la solidarietà. Chiedendo al più presto la ratifica del trattato di Lisbona da parte di tutti per poter operare in maniera più tranquilla, ha concluso ricordando che il futuro riserva molte sfide comuni: il clima, l´energia e la sicurezza e, nell´interesse delle generazioni future, bisogna lavorare sulla base del modello di un´economia sociale di mercato per risolverle. Per Martin Schulz (Pse, De) è necessario che l´Europa trovi il posto adeguato a livello mondiale. Ha poi insistitio sul fatto che la deregulation sostenuta dal Presidente Usa «è fallita» e l´Ue ha la possibilità di creare un nuovo ordine sociale. Nel sostenere le misure proposte da Sarkozy, il leader dei socialdemocratici ha rivolto un appello affinché il disastro finanziario e la crisi dell´economia reale non si ripetano mai più. Occorrono quindi nuove regole, per le banche e anche per i private equity, ed è necessario agire in fretta. Ha poi sottolineato che la ricetta sostenuta da Sarkozy, da Barroso e da Daul sono di matrice socialdemocratica. Contrariamente a quanto sostenuto in passato dallo stesso Presidente francese e dal programma politico 2006 del Ppe, ha rilevato che «lo Stato deve intervenire di più e controllare maggiormente l´economia». Ha poi concluso sostenendo che la crisi non giustifica l´abbandono degli obiettivi ambientali. Graham Watson (Alde/adle, Uk) ha sottolineato che le conclusioni del Consiglio menzionano solo la cooperazione tra Consiglio e Commissione ignorando il ruolo di colegislatore del Parlamento europeo in materia climatica. Ha peraltro rilevato che le azioni in questo campo non debbono essere rinviate. Riguardo alla crisi finanziaria, il leader liberaldemocratico ha ricordato che la libera circolazione di beni, capitali e persone è alla base del successo dell´Ue. Si è detto comunque favorevole a misure europee per fronteggiare la crisi, chiedendo la riduzione dei tassi d´interesse per evitare la recessione. Si è anche detto d´accordo sull´idea di fissare standard in materia contabile e ha chiesto regole sulle agenzie di rating. Infine, ha esortato l´istituzione di un sistema europeo di supervisione dei mercati finanziari. Daniel Cohn-bendit (Verdi/ale, De) ha sottolineato che la crisi finanziaria, quella ecologica e la fame nel mondo sono interdipendenti e che sono iniziate molti anni fa. Chiedendo a Sarkozy e alla Commissione di fare un minimo di autocritica, ha rivolto un appello affinché si giunga a «un´economia ecologica e sociale di mercato», rimettendo in questione le fondamenta stesse del nostro modo di produrre. Ha proposto quindi un "green deal" per il rilancio ecologico dell´economia. Ha poi contestato l´idea di difendere l´industria automobilistica, sostenendo che quella tedesca si oppone ai criteri ecologici e «mette i soldi nei paradisi fiscali». A quest´ultimo proposito, ha chiesto che i paradisi fiscali siano obbligati a comunicare allo Stato membro di origine tutti soggetti che vi fanno ricorso. Infine, ha denunciato il «putch istituzionale» perpetrato dai Capi di Stato e di governo che hanno deciso di adottare i provvedimenti all´unanimità ed esautorare il Parlamento. Cristiana Muscardini (Uen, It) ha affermato di condividere totalmente le dichiarazioni del Presidente, soprattutto per l´attività svolta «in questi mesi difficili», e si è detta soddisfatta per le proposte avanzate. Ha però voluto ricordare le responsabilità di alcuni commissari, come quello alla concorrenza, le cui dichiarazioni non hanno agevolato la sicurezza e serenità dei mercati. Ha inoltre sottolineato che la Commissione avrebbe dovuto essere «più tempestiva nel rispondere sui derivati, prodotto che ha messo in ginocchio molti cittadini ma anche molte amministrazioni e Stati dell´Unione europea». Ha poi sostenuto l´idea di un´Europa che abbia un Presidente non più a turno semestrale che risponda «all´immagine di un´Europa effettivamente unita, non uguale, ma capace di individuare insieme i problemi e di trovare insieme strategie per poterli combattere e soprattutto risolvere». A suo parere, inoltre, per cambiare una crisi sistemica occorre individuare un nuovo sistema che permetta di rifondare il capitalismo mondiale. Ma, ha precisato, occorre dire che «la libertà del mercato non è il liberismo esasperato e che oggi un sistema che voglia basarsi sul capitale deve essere capace di coniugare anche il sociale e il liberale». Ricordando il fallimento di talune banche, ha poi sottolineato che «non si può gestire l´economia se non c´è anche una visione politica che ispiri quali sono i traguardi da raggiungere». Ha quindi auspicato che la Bce possa anche avere un maggiore controllo sulla qualità del sistema finanziario, «ma non la vogliamo chiusa in uno splendido isolamento». Infine, la deputata ha ringraziato il Presidente per l´adozione del patto dell´immigrazione e di asilo. In proposito si è rallegrata che vi siano finalmente regole comuni in un settore «che riguarda tutti e che ci deve vedere particolarmente uniti». Ha poi auspicato che «su alcuni temi caldi si possa realizzare un´armonizzazione delle sanzioni penali e civili per combattere gli speculatori e per coloro che mettono a rischio la sicurezza del consumatore e quindi la stabilità dell´economia». Per Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) l´Europa non si è mai trovata in una crisi tanto grave che potrebbe avere conseguenze sociali immani in tanti Stati membri, ma ha anche sottolineato che molti paesi terzi del Sud devono fronteggiare una crisi alimentare e energetica. Chi vuole moralizzare il capitalismo, ha detto, ha molto lavoro da fare. Se ognuno dei nostri paesi è minacciato dalla crisi sociale, ha aggiunto, è perché i nostri popoli «pagano caro tutto un modello di sviluppo» nato oltre atlantico e fatto proprio dall´Ue. E «tutti i dirigenti politici che hanno operato a favore di questa virata strategica» devono renderne conto ai cittadini. Non possono ritenersi paghi prendendo delle misure necessarie, perché è «il cuore del sistema che deve essere cambiato: il denaro per il profitto e il profitto per il denaro; una spirale diabolica che porta allo svilimento del lavoro, alla deflazione dei salari, al razionamento della spesa sociale e allo spreco delle risorse naturali». Citando il Gattopardo, ha poi espresso dubbi sulla reale volontà dei dirigenti europei di cambiare la situazione. Nigel Farage (Ind/dem, Uk) ha rilevato che in Georgia Sarkozy non ha agito in nome dell´Ue in quanto non aveva nessun mandato e, comunque, si è detto contrario a una Presidenza del Consiglio fissa. In merito alla crisi finanziaria, ha negato la necessità di nuove norme che, a suo parere, sono già troppe. Ha quindi concluso che i paesi fuori dall´Ue dispongono di migliori strumenti per affrontare la crisi. Repliche della Presidenza Riguardo alla crisi finanziaria, Nicolas Sarkozy ha sottolineato che il sostegno alle banche è stato anche conferito per tutelare i risparmiatori. Si è detto poi favorevole a un regolatore europeo ma le attuali condizioni non lo permetterebbero e, per tale motivo, è più realistico iniziare con un migliore coordinamento tra i regolatori nazionali. Ha poi affermato che l´atteggiamento delle agenzie di rating «è stata la cosa più scandalosa» della crisi e si dovrà affrontare la questione della loro indipendenza nonché l´ipotesi di un´agenzia di rating europea. Sostenendo poi che le regole contabili Usa non sono più tollerabili e che bisogna cambiarle anche a livello europeo, ha notato che «gli Usa vivono al di sopra dei loro mezzi da quasi tre decenni», con tassi troppo bassi che hanno spinto a indebitarsi, e devono quindi assumersi le proprie responsabilità. Il Presidente ha inoltre sottolineato che occorre sì riformare il capitalismo, ma questo «non ha mai fatto tanti danni sociali e ecologici quanti ne ha fatti l´economia collettivista». Si è quindi detto favorevole al libero mercato e al libero scambio, ed ha precisato che «la concorrenza non deve essere fine a sé stessa bensì un mezzo a servizio della crescita». In materia di clima, il Presidente ha ribadito che non bisogna rinunciare alle ambizioni ed ha precisato che il Consiglio non ha assolutamente esautorato il Parlamento europeo, né il suo ruolo di legislatore. Sarkozy ha anche ribadito il suo appoggio alla ratifica del trattato di Lisbona dicendosi determinato a lottare per convincere i partner della sua necessità. Anche perché «se non c´è Lisbona, c´è Nizza e, quindi, non sarà possibile procedere con l´ampliamento dell´Ue». In proposito ha anche sottolineato che solleciterà il Presidente polacco a mantenere gli impegni presi. Infine, ha rilevato la «novità straordinaria» del Patto per l´immigrazione, anche se sarebbe stato auspicabile andare più lontano, è ha notato il coraggio dimostrato nell´adottarlo a pochi mesi dalle elezioni. .  
   
 

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