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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Ottobre 2008
 
   
  CONFERENZA STRAORDINARIA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO: SOTTOSCRITTO IN PIEMONTE UN DOCUMENTO DI RICHIESTE E PROPOSTE FORMALI CHE SARA´ PRESENTATO AL GOVERNO

 
   
   Torino, 28 ottobre 2008 - Continua il confronto tra enti locali, associazioni e sindacati in merito a quali soluzioni e provvedimenti adottare rispetto ai decreti sulla scuola proposti dal governo, questa volta in sede di Conferenza per il Diritto allo Studio riunitasi ieri mattina presso il museo di Scienze naturali di Torino, in seduta straordinaria allargata anche ai sindaci dei comuni sedi di autonomia scolastica. Le disposizioni inserite nella legge finanziaria e i contenuti del Piano programmatico adottato dal ministero dell’istruzione, rischiano di far crescere in modo esponenziale i costi del diritto allo studio a carico degli enti locali, rendendo insufficiente anche l’investimento sostenuto dalla Regione Piemonte di oltre 100 milioni di euro previsti dalla recente legge 28 sul Diritto allo studio. In tal senso la Conferenza, ha ritenuto le disposizioni del governo lesive delle prerogative e delle competenze delle regioni e delle Autonomie locali e ha quindi voluto, a conclusione dei lavori, sottoscrivere all’unanimità un documento formale contenete proposte di chiarimento e confronto da presentare nei prossimi giorni al Governo in sede di Conferenza Unificata e Conferenza stato-regioni. Tra le richieste contenute nel documento: la revisione del piano di dimensionamento scolastico, considerato inadeguato alle esigenze del territorio; la rideterminazione della rete scolastica e dell’organico prevedendo il diretto coinvolgimento delle regioni e degli enti locali; il mantenimento dell’attuale tempo scuola nelle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado; una più attenta valutazione del rapporto allievi-calssi considerando la situazione reale di ciascuna regione. “Nell’incontro di questa mattina - sottolinea la presidente Mercedes Bresso - abbiamo ribadito la nostra ferma opposizione nei confronti dei tagli alla scuola ordinati dal Governo. Noi siamo contrari al maestro unico, all’eliminazione del tempo pieno, alla penalizzazione delle autonomie scolastiche, alla conseguente chiusura di molte scuole. Siamo contrari a tagli assurdi e ingiustificati perché non siamo disposti a far collassare il nostro sistema scolastico. Fino ad oggi la nostra è stata una delle Regioni più virtuose per efficienza e riduzione di eventuali sprechi nella scuola. Negli ultimi dieci anni, abbiamo proceduto, come stabilito dal decreto del ’98, con l’adeguamento del Piano scolastico regionale. Così faremo quest’anno, operando, entro il mese di novembre, le revisioni necessarie. Non smetteremo di essere una Regione virtuosa. Questa è la nostra resistenza attiva per difendere la qualità della scuola sul nostro territorio. Siamo disponibili - come sempre - a discutere con il Governo, ma non a farci imporre decisioni, tanto più se queste portano alla distruzione del nostro sistema scolastico. Ma, soprattutto, secondo l’accordo stabilito fra Stato e Regioni sul federalismo, la competenza dell’istruzione passerà alle Regioni dal prossimo anno scolastico (2009-2010). Lo Stato deve, quindi, confrontarsi con noi, che saremo titolari della materia. Procedendo di questo passo, cioè con lo Stato che impone decisioni in materie non proprie e non concede alcuna autonomia fiscale, in Italia non ci sarà mai il federalismo. La Costituzione parla chiaro. Non dice che lo Stato deve prendere decisioni al posto delle Regioni, ma il contrario, che le Regioni e gli enti locali sono enti autonomi con proprie competenze. Quelle che il Governo ci propone non sono regole accettabili". “I decreti adottati dal governo - conclude l’assessore all’istruzione Giovanna Pentenero - ledono il principio di leale collaborazione tra stato ed enti locali sancito dalla Costituzione. Non siamo disposti ad accettare e giustificare tali provvedimenti come strumenti necessari di una manovra di coordinamento di finanza pubblica. La sostanziale riduzione del tempo scuola, i tagli all’organico (6000 docenti in meno in tre anni e 3000 unità di personale Ata); la chiusura dei piccoli plessi scolastici, rischiano di stravolgere radicalmente l’attuale sistema scolastico, costringendo comuni, comunità montane, province e Regione ad un notevole sforzo per riuscire a garantire per i prossimi anni le risorse che verranno a mancare per il diritto allo studio. ” .  
   
 

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