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Notiziario Marketpress di Mercoledì 29 Ottobre 2008
 
   
  BERGAMO: INDAGINE CONGIUNTURALE SULL’INDUSTRIA E L’ARTIGIANATO

 
   
  Bergamo, 29 ottobre 2008 - Il terzo trimestre del 2008 registra ancora una caduta della produzione industriale in provincia di Bergamo della stessa entità (-2,6% la variazione annua) rilevata nello scorso trimestre. La dinamica sul trimestre, destagionalizzata, segna invece un lieve rialzo, anche se lungo una curva con molte oscillazioni. Il quadro è marcatamente negativo, tanto più se si considera che i risultati forniti dalle imprese si riferiscono ad un periodo di tempo - tra inizio luglio e fine settembre -antecedente l’esplosione della crisi finanziaria internazionale. Il calo di produzione, ordini e fatturato rispecchia un indebolimento della domanda, interna ed estera, già in corso da diversi mesi, nonché una tendenza di lungo periodo che colpisce alcuni settori di specializzazione dell’industria bergamasca (e regionale) e segnatamente il tessile. Ma è certamente l’approfondirsi del ciclo negativo per la meccanica a determinare una più ampia e diffusa flessione della produzione. L’effetto congiunto della debolezza strutturale del sistema moda e di un rallentamento della domanda estera di beni intermedi e d’investimento tipici delle produzioni meccaniche spiega probabilmente le ampie flessioni di Bergamo e delle province pedemontane di Como, Varese, Lecco e Brescia. Lo stesso export mensile totale di Bergamo, a prezzi correnti, certificato da Istat, è risultato inferiore ai corrispondenti mesi dell’anno precedente sia a Giugno (-7,8%) che a Luglio (-4,4%), soprattutto nei confronti dei partner europei (-8,5% a giugno e -8,9% a luglio l’export verso i paesi dell’Unione europea a 27). Il valore corrente delle esportazioni di Bergamo cumulate nei primi 7 mesi dell’anno cresce solo del +1,8% sullo stesso periodo del 2007, un incremento ben distante dal dato medio nazionale (+6,1%) e regionale (+5,4%). L’intonazione negativa del quadro congiunturale è confermata dalla netta caduta della produzione nell’artigianato manifatturiero (-3,9% su base annua), anch’essa estesa a tutte le province lombarde con l’eccezione di Sondrio, e da segnali di rallentamento in alcuni settori manifatturieri collegati alla filiera dell’edilizia e della produzione di beni per la casa. La crisi finanziaria internazionale non è ancora presente nei dati di consuntivo del terzo trimestre, ma certo influenza il clima di fiducia e le previsioni delle imprese raccolte nelle prime tre settimane di ottobre. Le aspettative sul quarto trimestre del 2008 sono tutte negative, con segni di peggioramento per l’evoluzione attesa della domanda estera e dell’occupazione. Per quanto riguarda quest’ultima, i risultati del terzo trimestre del 2008 registrano una moderata flessione degli addetti (-0,15% nei tre mesi), in linea con il profilo stagionale, e una divaricazione negli andamenti occupazionali dei diversi settori, tra i quali si segnala il tessile con una flessione di addetti che si protrae da 25 trimestri consecutivi. L’indagine regionale sull’industria è realizzata da Unioncamere, Confindustria e Regione Lombardia. Nella rilevazione del terzo trimestre 2008 sono state intervistate, nelle prime settimane di ottobre 2008, 1. 686 aziende industriali lombarde (con almeno 10 addetti). In provincia di Bergamo hanno risposto 237 aziende industriali (119 per cento del campione teorico). La produzione industriale in provincia di Bergamo è ancora in netto calo ( -2,6 per cento come già nella precedente rilevazione) rispetto ad un anno fa. L’indice destagionalizzato della produzione (base anno 2000 = 100) mostra invece una leggera oscillazione al rialzo e si porta a quota 105,5, con una variazione su base trimestrale del +0,19 per cento. La congiuntura negativa riguarda tutte le dimensioni d’impresa e la maggior parte dei settori: 9 settori (erano 10 lo scorso trimestre) su 13 registrano una variazione grezza negativa su base annua. I comparti dei mezzi di trasporto, chimica, alimentari e gomma-plastica sono al di sopra dello zero. Per il secondo trimestre consecutivo è negativa la variazione annua grezza della meccanica: dopo il -0,7% dello scorso trimestre 2008 (che interrompeva una lunga serie positiva di 16 trimestri), il calo si accentua con un consuntivo del -2%. Il 39% delle numerose aziende meccaniche presenti nel campione denuncia flessioni al di sotto del 5% mentre il 27,2% registra ancora incrementi positivi superiori al 5% a conferma di una certa polarizzazione degli andamenti del settore. Resta invece ancora ampiamente positiva la dinamica produttiva nel (meno consistente) settore dei mezzi di trasporto. Il sistema moda (tessile, abbigliamento e pelli-calzature) continua ad accusare flessioni pesanti, anche per la riduzione o sospensione dell’attività in alcune importanti aziende. La caduta della produzione del tessile è in fase di peggioramento, mentre nell’abbigliamento, che ha una stagionalità più accentuata, la variazione pur negativa è meno vistosa rispetto alla precedente rilevazione. Dall’inizio dell’anno è in calo anche il legno-mobili mentre solo nell’ultimo trimestre si nota anche una flessione del settore dei minerali non metalliferi, settori entrambi legati alla filiera dell’edilizia e dei prodotti per la casa. Il settore alimentare recupera leggermente dopo diversi trimestri negativi. Peggiora la carta-editoria e risultano in flessione anche la siderurgia e le industrie varie. Dopo un trimestre in calo, torna su valori positivi la chimica e, anche se solo di un soffio oltre lo zero, la gomma-plastica reduce da due trimestri consecutivi negativi. Il ciclo congiunturale è in fase negativa in tutta la regione: se si eccettua Cremona, favorita probabilmente da una specializzazione nell’industria alimentare, generalmente anticiclica, tutte le province lombarde registrano variazioni annue negative, particolarmente accentuate nell’area pedemontana caratterizzata da una maggiore concentrazione delle industrie tessili e meccaniche. La distribuzione delle risposte del campione delle industrie di Bergamo per classe di variazione della produzione, registra il 22,2% - in calo rispetto al 27,5 dello scorso trimestre - di incrementi superiori al 5 per cento su base annua contro il 38,3% di segnalazioni di diminuzioni oltre il -5 per cento (erano il 32,7% il trimestre scorso). Il saldo complessivo tra segnalazioni di aumento e diminuzione peggiora in modo marcato: -13,9%, rispetto al -5,2% della precedente rilevazione. Il fatturato a valori correnti su base annua, dato grezzo, è in territorio negativo per il secondo trimestre consecutivo sia per la componente interna (-1,5%) che per quella estera (-1,6%). La meccanica registra una flessione del fatturato interno (-0,7%) ma una variazione ancora positiva per quello estero (+1,5%). Nel tessile invece le vendite sono in calo di oltre 7 punti percentuali sul mercato nazionale e di oltre 17 punti sui mercati esteri. Gli ordinativi acquisiti nel trimestre sono in flessione sul mercato nazionale (-1 per cento la variazione destagionalizzata) ma in modo ancor più marcato (-2 per cento) sui mercati esteri. Le giornate di produzione equivalenti agli ordini acquisiti nel trimestre sono 42,1, in calo rispetto ai livelli precedenti (43,7 nell’ultima rilevazione) In termini di variazione trimestrale grezza, gli ordinativi della meccanica diminuiscono del -7% sul mercato interno e di 5 punti su quello estero. Nel tessile si registrano incrementi degli ordini nazionali di quasi 2 punti e flessioni fino al 15% per gli ordini esteri. Non si delinea una situazione di appesantimento delle scorte: il saldo tra valutazioni di esuberanza e di scarsità dei magazzini dei prodotti finiti si mantiene intorno al +7%, rispetto al +8,9% della scorsa rilevazione. Conferma di un accumulo di scorte viene tuttavia da una parte non trascurabile delle industrie tessili. I prezzi delle materie prime decelerano dal +3,4% dello scorso trimestre al +2,1% dell’attuale, così come i prezzi dei prodotti finiti la cui dinamica scende al +0,8% rispetto al +1,2% del secondo trimestre dell’anno. Il numero degli addetti delle imprese del campione è in calo (-0,15 per cento nel trimestre) come risultato a saldo di un tasso d’ingresso di 1,75 e di un tasso di uscita di 1,90 per cento. La serie destagionalizzata dopo due trimestri consecutivi di flessione segna tuttavia un lievissimo recupero (+0,09). L’occupazione nella meccanica è pressoché invariata (+0,03) nel trimestre (1,55 il tasso d’ingresso e 1,52 il tasso di uscita). Nel tessile ad un tasso di ingresso di 1,37 è corrisposto un tasso di uscita di 2,59 con un saldo negativo del -1,22% per cento nel trimestre. Variazioni negative dell’occupazione si segnalano in 5 settori (erano 6 nella scora rilevazione) su 13. Le aziende che hanno utilizzato la Cassa Integrazione Guadagni ordinaria sono in leggero aumento (8,9% del campione contro il 8,3 % del trimestre precedente); nel tessile sono però il 38%. La quota di Cassa integrazione ordinaria utilizzata è pari al 1,2% del monte ore trimestrale (3,7% nel tessile), in diminuzione rispetto al 3,2% nel trimestre precedente. Le aspettative sono per il secondo trimestre consecutivo negative su tutte le componenti e in accentuazione soprattutto per quanto riguarda la domanda estera e l’occupazione. Nell’artigianato di produzione – l’indagine realizzata nel mese di ottobre 2008 da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia con la collaborazione delle Associazioni dell’Artigianato ha raccolto le risposte di 1. 286 aziende (con almeno 3 addetti) in Lombardia, di cui 176 in provincia di Bergamo (con una copertura campionaria del 95%) – il ciclo congiunturale è ancora più nettamente negativo. Nel terzo trimestre dell’anno la produzione dell’artigianato manifatturiero bergamasco diminuisce del – 3,9% su base annua (nel secondo trimestre la flessione era stata del -1,9%). Il dato regionale è ancora peggiore e sfiora un calo del 5%: tutte le province, con la sola eccezione di Sondrio, riportano variazioni tendenziali negative. L’indice destagionalizzato della produzione artigiana scende a quota 94 (con base 100 nel 2002) con una variazione nel trimestre anch’essa negativa pari al -1,1 %. Il 38,2% delle aziende (erano il 35,2% nella scorsa rilevazione) registra cali produttivi oltre il -5%, mentre sono il 14,5% (contro il 19,8% del I trimestre) quelle con incrementi superiori al +5%. Il saldo complessivo tra segnalazioni di aumento e diminuzione peggiora pesantemente portandosi al -26%, contro il -16,7% della precedente rilevazione. Tutti i settori (erano 9 su 11 nel secondo trimestre) riportano variazioni grezze della produzione negative. La meccanica è in flessione del 6%, il tessile del 3,4%, l’abbigliamento del 7%. Il fatturato complessivo grezzo cala su base annua del -4,2% (dopo il -2,2% della scorsa rilevazione). Rallenta la dinamica dei prezzi delle materie prime (+2,8% contro il precedente +4,8%) e dei prezzi dei prodotti finiti (+0,6% rispetto al +1,1% nello scorso trimestre). Gli addetti delle aziende artigiane manifatturiere diminuiscono del -1,6% come risultato di un allargamento del divario tra un tasso d’ingresso in calo (1,47% nel trimestre) e un tasso di uscita che sale al 3,08%. Nella meccanica la variazione è nulla (1,53 in ingresso, 1,53 in uscita) mentre nel tessile l’occupazione cala del -4,23% (a un tasso d’ingresso di 1,44 ha corrisposto un tasso di uscita di 5,76). Peggiorano nettamente le aspettative per il quarto trimestre del 2008. Il saldo tra previsioni di aumento e diminuzione è negativo per la produzione( -23,2% rispetto al -21,6% nella scorsa rilevazione), per la domanda interna (-25,9% rispetto al -19,8% precedente), per la domanda estera (-19,4% contro il -10,6%) e anche per l’occupazione (-9,4% contro il -5,6% precedente). .  
   
 

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