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Notiziario Marketpress di Giovedì 30 Ottobre 2008
 
   
  IL VENETO E’ UNA DELLE PRIME REGIONI ITALIANE PER CAPACITA’ DI PRODURRE ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI

 
   
  Belluno, 30 ottobre 2008 - Negli anni sessanta e settanta gli economisti occidentali osservavano che il consumo di energia e lo sviluppo economico erano fatalmente connessi: maggiore sviluppo voleva cioè dire maggiore consumo di energia. La pianificazione basata solamente sull’offerta di energia non aveva di fatto alcuna convenienza a proporre politiche di contenimento dei consumi e con la crescita economica, aumentavano anche i consumi energetici. Le sfide che ci attendono sono, pertanto, ottimizzare le tecniche di utilizzo dell’energia; orientare i comportamenti dei consumatori; ridurre la richiesta di energia, soprattutto con un maggior isolamento degli edifici sia pubblici che privati. Di energia per il territorio veneto si è discusso ieri pomeriggio a Nogherazza di Castion, Belluno, in un convegno promosso dalla Cisl Veneto con apertura dei lavori da parte dell’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor. “La Regione del Veneto - ha detto l’assessore - si è dotata di un piano energetico regionale collegandolo all’attività di programmazione generale contenuta nel piano di sviluppo e raccordandolo alla programmazione di settore. L’orientamento strategico è sviluppare un libero mercato dell’energia elettrica e del gas che, nel rispetto del principio di sicurezza dell’approvvigionamento e di disponibilità di energia a prezzi congrui, sia in grado di aumentare la totale qualità dell’offerta. Si è, inoltre, già operato per incentivare la differenziazione delle fonti energetiche e la diversificazione dei paesi fornitori di fonti primarie. Infine, si è molto lavorato per il contenimento dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti e per la promozione delle fonti rinnovabili. ” Per l’assessore, i nodi critici che il Veneto deve affrontare sono di grande rilievo: innanzitutto, l’analisi della qualità di energia elettrica che dovrà essere prodotta; poi, la valutazione dell’impatto delle centrali di produzione di energia di potenza superiore a 300 mwt e delle infrastrutture energetiche previste; dopo, la liberalizzazione dell’autoproduzione di energia da parte delle piccole imprese e l’incentivazione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico nel rispetto degli obblighi ambientali e di sicurezza; infine, la gestione del sistema idroelettrico che integri la produzione di energia e la razionalizzazione delle linee elettriche. “Il nostro impegno - ha spiegato l’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor - deve essere rivolto a definire le funzioni dei soggetti territoriali che svolgono attività nel settore; a riordinare e semplificare le procedure di autorizzazione delle infrastrutture: centrali di produzione di energia elettrica da fonti fossili e da fonti rinnovabili, elettrodotti, reti di teleriscaldamento, gasdotti; a coordinare l’erogazione delle agevolazioni finanziarie per la promozione delle fonti rinnovabili e l’uso razionale dell’energia. ” Alcune regioni come la Toscana e l’ Emilia Romagna hanno ritenuto opportuno definire con un provvedimento unico e organico l’intera regolamentazione della materia. Altre come la Lombardia hanno giudicato preferibile varare norme differenti per i singoli settori energetici. Al Veneto sembra, invece, più utile legiferare per singoli settori e in successione, disponendo una filiera normativa comunque coordinata dove adeguare i tasselli all’evoluzione della legislazione comunitaria e nazionale senza richiedere la revisione dell’intera legge. L’obiettivo europeo è produrre il 22 per cento dell’energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2010, per l’Italia la percentuale è al 25 per cento. Nel Veneto le fonti rinnovabili forniscono oggi all’incirca il 14 per cento dell’energia elettrica, prodotta essenzialmente con impianti idroelettrici di grandi dimensioni dotati di bacini di ritenuta delle acque. Un ulteriore contributo alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili potrà provenire dalla diffusione degli impianti fotovoltaici a condizione che i costi diminuiscano in misura considerevole. Un contributo modesto, ma non irrilevante sarà, poi, apportato dagli impianti eolici. “La politica regionale - ha concluso l’assessore - è chiamata a raccogliere la scommessa di combinare innovazione e risorsa primaria: si dovrà, insomma, riuscire a creare dei canali in cui ricerca e disponibilità di fonti possano portare a un effettivo miglioramento delle prestazioni ambientali. ” .  
   
 

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