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Notiziario Marketpress di Venerdì 31 Ottobre 2008
 
   
  DA UNA ANTICA VIA ALLA SCOPERTA DELLE CINQUE TERRE

 
   
  Da riflessioni e ipotesi su come si sia popolato questo territorio, nasce la proposta dell’itinerario di un antico sentiero per scoprire come i primi abitanti di queste terre arrivarono al mare dalla Val di Vara. Riflessioni e ipotesi sulla nascita dei borghi e dei terrazzamenti - Una sera di queste, si ragionava sul perché i primi abitanti delle Cinque Terre fossero stati così determinati e caparbi nel scegliere proprio questo territorio così impervio e difficile per fondarvi villaggi, e attività agricole “estreme” come quelle degli ormai celebri terrazzamenti. Forse una spiegazione potrebbe arrivare dalle montagne che cingono questo lembo di terra dell’estremo levante ligure. I documenti attestano che le Cinque Terre sorgono intorno all’anno 1000, epoca in cui in tutta Europa l’agricoltura si arricchisce della rotazione dei terreni e dell’attacco degli animali da trazione al torace invece che al collo; due importanti innovazioni che incrementano la produzione agricola con conseguente aumento demografico. Concause che potrebbero in parte spiegare “la sete di terra” e lo spostamento delle popolazioni dell’entroterra verso il mare: in principio dalla Val di Vara fino al crinale dei monti – vedi sentiero 1 C. A. I. Da Portovenere a Levanto – per poi scendere nella costa delle Cinque Terre ricca di corsi d’acqua corrente, indenni da malaria e adatti alla movimentazione di mulini e torchi. Lo spostamento delle popolazioni deve essere avvenuto in maniera graduale, dalle fasce pianeggianti del Vara e dei suoi affluenti, alle propaggini più accessibili della catena di colli che divide la Val di Vara dalle Cinque Terre. Da questo esodo nascono alcuni nuclei abitativi particolarmente strategici come Pignone, Corvara, Valdipino, Camedone, Bovecchio, Ponzò, Porcale e Carpena da cui ogni giorno scendevano uomini validi per la raccolta del sale, la pesca, l’acquisto di acciughe e sardine salate, cibi che si conservano bene durante la stagione invernale, nelle cantine e nelle cambuse delle navi. L’unica via di comunicazione tra la montagna e il mare era dunque costituita dalla fitta rete sentieristica. La proposta dell’itinerario di un antico sentiero - Per chi volesse ripercorre una di queste antiche vie e rendersi conto di cosa significa guadagnarsi il mare con la fatica delle gambe si consiglia allora il seguente itinerario: partenza da Casella imboccando il sentiero del C. A. I. 6, che si stacca dal sentiero 7 C. A. I. Diretto a Vernazza sulla sponda sinistra della Valle Chiose, sul percorso si incontra la baita “Pegoraro” dal nome di un pensionato del Corpo Forestale dello Stato; proseguendo si conquista la cima del Marvede (che vede il mare) e poco dopo attraversando il sentiero 1 C. A. I. Si comincia ad incontrate la vegetazione mediterranea. Si giunge così a Volastra dove è possibile scegliere tre alternative diversamente suggestive: verso Coniglia tramite il sentiero 7a C. A. I, verso Manarola sul sentiero 6, oppure dirigersi verso Portovenere sulla Strada dei Santuari passando per il Telegrafo sul sentiero 1 del C. A. I. I sentieri delle Cinque Terre presentano, a tutti gli effetti, caratteristiche di montagna da affrontare con attrezzatura idonea e spirito adeguato. Il pregio di questi percorsi è la possibilità di immergersi in una straordinaria varietà di ecosistemi naturali: si passa dalla vegetazione mesofila (ad esempio boschi di castagno, carpino e roverella) a quella tipicamente mediterranea nell’arco di pochi chilometri. Esistono in commercio cartografie della zona nonché pubblicazioni del Parco Nazionale delle Cinque Terre con informazioni esaustive su cartografia, storia e quanto può interessare questo lembo di territorio situato nella parte più settentrionale del Mediterraneo. .  
   
 

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