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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Settembre 2006
 
   
  MARC CHAGALL - JOAN MIRó. MAGIA, GRAFIA, COLORE ALLA FONDAZIONE MAZZOTTA DI MILANO

 
   
   Milano, 18 settembre 2006 - Dopo la collaborazione con il Milano Film Festival nel mese di settembre, per la stagione invernale 2006-2007 gli spazi milanesi della Fondazione ospiteranno due grandi mostre che rappresentano un ritorno ai “Classici Moderni”, dopo gli esperimenti che hanno visto la Fondazione spaziare negli ambiti dell’antropologia, del design, della scienza, della tecnologia. Si tratta di Marc Chagall-joan Miró. Magia, grafia, colore, tra ottobre e gennaio, e di Paul Klee. Teatro Magico, tra febbraio e maggio. Faranno da cornice a entrambe le esposizioni, organizzate in collaborazione con la Provincia di Milano/assessorato alla Cultura, una serie di iniziative collaterali in città tra conferenze, concerti, spettacoli, nonché le consuete attività della sezione didattica interna alla Fam, tra cui gli “incontri del giovedì (ore 21/ 26 ottobre, 9 novembre, 23 novembre, 14 dicembre, 11 gennaio). La prima rassegna, pensata appositamente per gli spazi della Fondazione dal nuovo direttore della Fondation Maeght di Saint Paul de Vence Dominique Païni, presenta una raffinatissima e inedita per l’italia selezione di grafiche di Marc Chagall e Joan Miró, due artisti particolarmente legati a questa importante istituzione sita nei pressi di Nizza in Francia. Dopo il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris la Fondazione Maeght, inaugurata nel 1964 per volere e con il sostegno dei coniugi Maeght, divenne la seconda sede espositiva per l´arte moderna e contemporanea in Francia, raccogliendo opere di artisti del Novecento quali Pierre Bonnard, Georges Braque, Fernand Léger, Marc Chagall, Alberto Giacometti. Il rapporto assolutamente unico tra Miró e l’istituzione francese è già noto al pubblico della Fondazione Mazzotta, dove si è tenuta nel 2003 la mostra Joan Miró. Metamorfosi delle forme dedicata però alla produzione scultorea e al suo stretto collegamento con il disegno. L’insieme architettonico della Fondazione Maeght è stato concepito per presentare l’arte moderna e contemporanea in tutte le sue forme ed espressioni. Pittori e scultori hanno collaborato con l’architetto catalano Josep-lluis Sert, creando opere, spesso gigantesche, integrate alla costruzione come alla natura circostante. Per la Fondazione francese Miró ha realizzato l’ambientazione ideale alle proprie opere e ne ha progettate di nuove adattandole agli spazi, come l’arco d’ingresso della Fondazione o lo straordinario “labirinto” di ceramiche monumentali e bronzi. Chagall, che nel 1949 si trasferisce a Vence, iniziando a dedicarsi a nuovi mezzi espressivi (ceramica, scultura, mosaico, vetrata e grafica, soprattutto litografie), per la Fondazion ha realizzato dei bellissimi mosaici esterni. Presso Marguerite e Aimé Maeght, Miró e Chagall furono “inventori di forme e prestigiatori del colore” - sottolinea Païni nella sua introduzione alla mostra. “Di rado associati, in questa prospettiva alla Fondazione Antonio Mazzotta, lo Chagall mistico ed aereo e il Miró tellurico e materialista, trovano l’occasione di un dialogo fatto di opposti e somiglianze”. A tal fine il curatore ha selezionato per la mostra 59 litografie a colori di Marc Chagall (Vitebsk 1887 - Sant Paul de Vence 1985), un monotipo e una gouache realizzate negli anni ’50 e ’60, oltre a uno straordinario paravento del 1963 e l’acquarello Les amoureux dello stesso anno, preparatorio al mosaico della Fondation. Circa 90 tra acqueforti, acquatinte, litografie a colori di Miró (Montroig-barcellona, 1893 - Palma di Maiorca, 1983), realizzate tra il 1938 e il 1968, fanno da contrappunto al mondo fiabesco di Chagall. Tra esse alcuni cicli significativi come “Série noire er rouge” (1938) e la “Série de Barcelone” (1944), ma anche litografie di grandi dimensioni come La conversation del 1969 e La demoiselle aux papillons (1971), acqueforti e acquetinte colorate come la Galathée Iv (1976) e L’aigrette rouge (1976). Dominique Païni ha voluto accostare per la prima volta questi due artisti che hanno sperimentato l’arte incisoria in tutte le sue complessità e varianti. Nelle loro opere segno e colore si fondono dando nuovo impeto alla loro produzione artistica. Nel catalano Miró si nota una libertà estrema nell’utilizzo del suo repertorio grafico di linee, segni e macchie da cui emergono lo spirito ludico e tutte le suggestioni e invenzioni derivate dal surrealismo. La produzione incisoria di Chagall è conosciuta dal grande pubblico, basti ricordare le Anime morte, le Favole di La Fontaine, la Bibbia. Negli anni del dopoguerra l’artista incomincia però ad utilizzare il colore, che lo aiuta a trasmettere i suoi pensieri. La Torre Eiffel, La Bastiglia, Le Panthéon, ma anche i mostri di Notre-dame, gli acrobati e i clown, il gallo, il centauro, la luna ecc. Sono i temi delle sue grafiche, esposte in mostra, in cui si nota lo stesso clima onirico e spirituale dei dipinti. Il catalogo, edito da Mazzotta, oltre a riprodurre a colori tutte le opere esposte comprende un testo introduttivo di Dominique Païni. .  
   
 

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