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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Novembre 2008
 
   
  BAMBINI: NO A OVERDOSE DI MERENDINE, SNACK E BEVANDE ZUCCHERATE, SÌ A FRUTTA E LATTE CON SOVRAPPESO E OBESITÀ, IL RISCHIO DI ‘FEGATO GRASSO’ AUMENTA DI 10 VOLTE

 
   
   Roma, 18 novembre 2008 - È in atto una vera e propria ‘epidemia’, si parla di 400. 000 nuovi casi all’anno, di bambini che superano il normale peso corporeo. Nel vecchio continente, sono infatti almeno 5 milioni i piccoli obesi e 22 milioni quelli in sovrappeso. “Il problema non è solamente il progressivo calo nel consumo di frutta e verdura fresche, ma soprattutto la sempre maggiore tendenza ad abusare di merendine, snack e bibite zuccherate - spiega il dott. Valerio Nobili, pediatra epatologo presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e responsabile dell’ambulatorio multidisciplinare per lo studio della steatosi epatica - perché l’educazione ad una buona alimentazione inizia fin da piccoli e deve essere costruita passo dopo passo, in modo da renderla naturale. Se poi, alla fornitura gratuita proposta dalla Comunità Europea di frutta e verdura, si riuscirà ad aggiungere anche la distribuzione di latte, formaggi e yogurt a sempre più scuole, allora assieme ai programmi di prevenzione e all’adozione di stili di vita più sani l’educazione sarà più completa”. Senza creare allarmismi, va tuttavia ricordato che un consumo eccessivo di merendine, snack, patatine fritte, accompagnati da bibite zuccherate, ‘alimenti’ che contengono grassi animali saturi o peggio grassi vegetali idrogenati, sali e zuccheri in quantità elevata, porta ad obesità o ad accumulo di grasso nel fegato, oltre ad altri danni alla salute, come l’ipertensione, già in giovane età. “Il pericolo nei giovani adulti normopeso è scoprire, attraverso un normale esame del sangue, che il fegato è ormai danneggiato: la steatosi (fegato grasso) è spesso conseguenza di una cattiva alimentazione, associata al poco esercizio fisico, e non ha sintomi - insiste Nobili - ma può portare negli anni successivi a malattie gravi, come la cirrosi epatica e l’epatocarcinoma. Ecco perché è bene sottoporre questi bambini a controlli con tempistiche appropriate presso centri di eccellenza in cui affrontare il prima possibile la patologia al fine di evitare di compromettere la propria salute nell’età adulta. ” Nella fascia d’età della scuola primaria, cioè tra i 7 e gli 11 anni, circa il 30% dei bambini italiani è a rischio sovrappeso o obesità, fino ad osservare un picco del 36% per i bambini di 10 anni in Italia. Questo è il dato più alto in Europa e che fa riflettere. L’obesità in età infantile e adolescenziale ha un ruolo chiave nello sviluppo della steatosi non alcolica, e i bambini per questo sono ad alto rischio. “Solo l’educazione ad uno stile di vita sano, iniziato fin dalla prima infanzia - chiarisce il dott. Valerio Nobili - potrebbe risolvere questo problema che ad oggi è considerato un’epidemia. L’organizzazione mondiale della sanità raccomanda un consumo giornaliero di 400 g di frutta e verdura a persona, ma la maggioranza degli europei non raggiunge questo valore, che addirittura si riduce progressivamente nei giovani. ” Il fegato grasso è diagnosticato nel 23% delle persone normopeso, che non assumono alcolici, altro grave fattore di rischio di steatosi. Il valore poi si alza al 48% nei normopeso che fanno uso di alcolici in quantità superiore a 60 g al giorno, l’equivalente di una bottiglia di vino, e scatta al 76% se queste persone sono obese. Il rischio di steatosi è 10 volte superiore per le persone obese, rispetto a quelle normopeso, e questa disfunzione epatica si manifesta preferibilmente negli uomini, rispetto alle donne (3:1). I maggiori incriminati sono lo stile di vita e l’alimentazione. Ed è appunto l’acquisizione di buone abitudini alimentari associato ad un moderato esercizio fisico giornaliero che permette di prevenire la steatosi, e non solo. Nel caso la steatosi fosse già manifesta può essere consigliato l’uso di integratori alimentari (reperibili nelle farmacie), come l’associazione di silibina, fosfolipidi e vitamina E, stabilizzatori di membrana e anti-ossidanti naturali, che permettono di ‘depurare’ il fegato grasso o rallentarne il danno. Dati clinici hanno dimostrato che, in alcuni casi, l’uso di questi prodotti porta alla normalizzazione degli indici bio-umorali di funzionalità epatica, quali le transaminasi (Ast, Alt) e gamma-Gt, oltre ad una diminuzione della steatosi e quindi dei trigliceridi nel fegato. .  
   
 

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