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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Novembre 2008
 
   
  PARLAMETO EUROPEO, TESSILE: 35 MILIONI DI EURO PER I LAVORATORI LICENZIATI IN ITALIA

 
   
  Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla mobilitazione di 35 milioni di euro per coprire parte dei costi relativi alle misure di sostegno dei lavoratori del settore tessile licenziati in Lombardia, Piemonte, Toscana e Sardegna a causa della concorrenza mondiale inaspritasi con la scadenza dell´Accordo multifibre. Tra le misure finanziabili figura l’assistenza nella ricerca di un impiego, l’orientamento professionale, la formazione e la riqualificazione su misura. L´italia ha chiesto assistenza in relazione a quattro casi di licenziamento nel settore tessile in Sardegna, Piemonte, Lombardia e Toscana. Approvando con 627 voti favorevoli, 25 contrari e 20 astensioni la relazione di Reimer Böge (Ppe/de, De), il Parlamento chiede alle istituzioni interessate di compiere gli sforzi necessari per accelerare la mobilitazione del Fondo di adeguamento alla globalizzazione e approva la decisione di mobilitare 35. 158. 075 di euro destinati a coprire parte dei costi relativi alle misure di sostegno nelle quattro regioni. Più in particolare le domande delle autorità italiane riguardano 10,97 milioni di euro per il licenziamento dei lavoratori in Sardegna, 7,8 milioni di euro per il Piemonte, 12,5 milioni di euro per la Lombardia e 3,8 milioni di euro per la Toscana, per i seguenti licenziamenti definitivi: Sardegna: 1. 044 esuberi dal 27 ottobre 2006 al 26 luglio 2007, Piemonte: 1. 537 esuberi dal 1° settembre 2006 al 31 maggio 2007, Lombardia: 1. 816 esuberi dal 1° settembre 2006 al 31 maggio 2007, Toscana: 1. 558 esuberi dal 1° marzo 2007 al 30 novembre 2007. Le domande attribuiscono gli esuberi nelle quattro regioni ad un contesto di mutamenti radicali nella distribuzione della produzione di tessili. I paesi terzi (in particolare la Cina e l’India) dominano sempre più il commercio mondiale di tessili e abbigliamento e paesi come la Turchia e il Bangladesh continuano ad accrescere la loro quota di produzione mondiale. Oltre ai mutamenti nel mercato a livello mondiale, i produttori tessili della Comunità hanno dovuto affrontare una maggiore concorrenza specifica a seguito della scadenza dell´accordo multifibre (Multifibre Arrangement, Mfa), il quale contingentava la quantità di abbigliamento e tessili che i paesi in via di sviluppo potevano esportare verso i paesi sviluppati. La scadenza del Mfa (e dell´accordo sui tessili e sull´abbigliamento (Ata) che lo ha succeduto) nel 2005, hanno aperto i mercati comunitari dei tessili e dell´abbigliamento alla libera concorrenza dei paesi in via di sviluppo. Tra il 2004 e il 2006, il volume dei capi di abbigliamento importati nella Comunità ha registrato un aumento annuo del 10% circa. Il fenomeno è legato principalmente al forte aumento delle importazioni dalla Cina a seguito della scadenza dell´accordo multifibre. I licenziamenti italiani sono causati dalla generale tendenza dell’industria dell’abbigliamento e degli accessori nella Comunità a delocalizzare la produzione verso paesi terzi che presentano costi meno elevati, come già dimostrato nel caso di una precedente domanda presentata da Malta. Nelle loro domande, le autorità italiane hanno fornito dati statistici a riprova del fatto che gli esuberi sono un risultato diretto dell’evoluzione dell’industria mondiale dei tessili. Hanno anche sottolineato che mentre la scadenza dell’Mfa e dell’Ata non era inattesa, l’impatto economico che ha avuto nell’industria tessile italiana in generale, e nello specifico nelle quattro regioni, è stato molto più duro del previsto. .  
   
 

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