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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Novembre 2008
 
   
  PIANTE SOTTO VETRO A SALVAGUARDIA DELLA SPECIE ´MICROPROPAGAZIONE’ PER CRESCERE PIANTE MINIATURIZZATE DA UTILIZZARE NELLA PRODUZIONE VIVAISTICA. MA LA TECNICA È ANCHE UN IMPORTANTE STRUMENTO PER PRESERVARE QUELLE IN VIA DI ESTINZIONE

 
   
  In Italia sono circa 25 milioni le piante riprodotte con la tecnica della ´micropropagazione´, la maggior parte delle quali alberi da frutto e piante ornamentali da fiore e da giardino. “Per ‘micropropagazione’ si intende la coltura in vitro di specie vegetali in una forma miniaturizzata, in condizioni di illuminazione e temperatura controllate”, spiega Maurizio Lambardi, ricercatore dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Consiglio nazionale delle ricerche di Sesto Fiorentino. “Le micropiante sono mantenute così in condizioni di sterilità e trovano nel substrato gelificato, in cui sono inserite, tutte le sostanze nutritive di cui necessitano, sali minerali, vitamine, saccarosio, sostanze ormonali. Con la micropropagazione, le piante possono essere riprodotte molto velocemente, svincolando i laboratori commerciali dalla stagionalità tradizionale della propagazione per talea o per innesto. “Con questa tecnica si possono ottenere quantità molto elevate di piante ogni 3-4 settimane e in tutto l´arco dell’anno", prosegue Lambardi. Ma la coltura in vitro rappresenta anche un importante strumento per la conservazione della biodiversità, la valorizzazione delle produzioni e la protezione del territorio. Se ne parlerà a Legnaro (Pd), il 20 e 21 novembre, nel corso del convegno “La micropropagazione in Italia: stato attuale e prospettive future”, organizzato dall´Ivalsa-cnr e da Veneto Agricoltura, con il patrocinio, tra gli altri, del Dipartimento Agroalimentare del Cnr. Tra le più importanti applicazioni della micropropagazione che verranno presentate al convegno si segnala l’uso delle micro-gemme che si formano in vitro per produrre ‘semi sintetici’ e per crioconservazione, tecnica innovativa per contenere la perdita di risorse genetiche. “Lo stoccaggio di gemme, meristemi, semi interi o embrioni, alla temperatura dell’azoto liquido (-196°C), permette il mantenimento del materiale vegetale in assoluta sicurezza genetico-sanitaria e per tempi praticamente illimitati”, prosegue Lambardi. “Per questo l’Ivalsa-cnr e Veneto Agricoltura si propongono la costituzione della ‘Criobanca del germoplasma veneto’, primo esempio in Italia di conservazione della biodiversità vegetale con questo tipo di tecnica. Se il progetto sarà finanziato, la criobanca ospiterà inizialmente varietà di melo, pero e di carciofo (‘Violetto di Sant’erasmo’ e ‘Violetto di Chioggia’), linee selezionate di radicchio (Chioggia, Treviso precoce e tardivo, Castelfranco) e aglio bianco polesano. Tutto germoplasma, questo, di grande valore e già riprodotto per micropropagazione presso il centro “Po di Tramontana” di Veneto Agricoltura a Rosolina (Ro)”. Sono previsti altri interventi sull’uso della micropropagazione di piante medicinali, per la produzione di biomasse o di piante micorizzate, da impiegare in programmi di rimboschimento, con il duplice obiettivo di protezione del territorio e di integrazione del reddito. .  
   
 

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