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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Novembre 2008
 
   
  IL RABBINO CAPO AL PARLAMENTO EUROPEO: DIALOGO E RISPETTO RECIPROCO

 
   
  Strasburgo, 20 novembre 2008 - Accolto in seduta solenne, il Rabbino Capo del Commonwealth, Jonathan Sacks ha insistito sulla necessità del dialogo interreligioso e interculturale, nel rispetto reciproco delle differenze. Ha poi sottolineato che per tenere unite le società occorre la comunanza: un´alleanza di lealtà e fiducia per ottenere insieme quanto non è possibile conseguire ognuno da solo. Ha quindi rivolto un appello affinché Paesi e culture rispettino le differenze e creino «una nuova alleanza delle speranze». Dando il benvenuto al Rabbino Capo delle Congregazioni ebraiche unite del Commonwealth, il Presidente Pöttering ha ricordato che il Parlamento ha già accolto in seduta solenne il Gran Muftì di Siria e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Ospitando il Rabbino Capo, il Parlamento avrà ascoltato rappresentanti dell´ebraismo, del cristianesimo e dell´Islam. Ognuna di queste religioni, ha detto, «ha fornito il proprio contributo nella costruzione della società europea contemporanea, così come l´umanesimo e l´illuminismo». Nonostante si viva in società in cui vige la separazione tra Stato e Chiesa, ha aggiunto, «bisogna sottolineare il ruolo positivo svolto dalle religioni organizzate». Dopo aver ricordato che l´Ue è un´unione di valori, il Presidente ha rilevato che in Europa «abbiamo il dovere, senza eccezioni, di eliminare ogni forma di estremismo, razzismo, xenofobia e antisemitismo, di difendere la democrazia e di proteggere i diritti umani e la dignità dell´uomo nel mondo» Sir Jonathan Saks, Rabbino Capo delle Congregazioni ebraiche unite del Commonwealth, ha sottolineato che il dialogo tra ebrei e cristiani avviato dopo l´Olocausto ha fatto sì che, dopo duemila anni, oggi le relazioni tra le due religioni si incentrano sul reciproco rispetto. Ha quindi ricordato che nella Bibbia ebraica vi è un appello di Dio al dialogo e, in proposito, ha citato due passi relativi alla creazione della donna e alla vicenda di Caino e Abele. Nel primo caso, l´interpretazione da dare è che per capire la propria identità bisogna prima riconoscere l´altro, nel secondo è che «dove le parole finiscono, inizia la violenza». Il dialogo, ha spiegato, significa «sconfiggere i demoni della nostra natura. Ha poi sottolineato l´importanza di quanto abbiamo in comune nel rispetto delle differenze: «se fossimo completamente diversi non potremmo comunicare, se fossimo totalmente uguali, on avremmo niente da dirci». Il Rabbino Capo ha poi sostenuto che l´elemento che tiene unite le società frammentate è la «comunanza», ossia «un´alleanza di lealtà e fiducia per ottenere insieme quanto non è possibile conseguire ognuno da solo». Ha poi evidenziato le differenze tra comunanza e contratto: il contratto sociale fornisce uno status, la comunanza sociale, invece, «una società». Se può esistere una società senza Stato, ha proseguito, possiamo avere uno Stato senza società soltanto con la forza, la paura e il conformismo. Se invece si rispetta a dignità della differenza, si ottiene la comunanza. Questa ripristina la cooperazione e si concentra sulla responsabilità più che sui diritti, che creano conflitti. I diritti senza responsabilità, ha insistito, «sono la crisi dei subprime del mondo morale». La comunanza, ha aggiunto, ci fa pensare alla reciprocità: «rispettare gli altri se si vuole essere rispettati». Ha quindi concluso rivolgendo un appello affinché Paesi e culture rispettino le differenze e creino «una nuova alleanza delle speranze». I deputati, in piedi, gli hanno tributato un lungo applauso. .  
   
 

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