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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Novembre 2008
 
   
  FIN DALLE SCUOLE MEDIE RAGAZZI A RISCHIO OSTEOPOROSI

 
   
  Perugia, 25 novembre 2008 – “I nostri ragazzi si alimentano malissimo, non fanno più attività fisica e non vivono all’aria aperta perché passano tutto il loro tempo libero alla playstation o davanti alla tv. Il risultato è che escono dalle scuole medie non solo tendenzialmente obesi, ma anche con uno scheletro per lo più indebolito, pronti per arrivare a 30 anni con un 15% in meno di massa ossea, rispetto a quella ideale, dunque predisposti all’osteoporosi. E i più a rischio, paradossalmente, sono proprio i maschi”. Se si voleva la prova provata, di quanto incida lo stile di vita oggi in voga sulla salute delle nuove generazioni, ecco i risultati di una ricerca condotta nelle scuole dal professor Domenico Maugeri, associato di Geriatria all’università di Catania e direttore del Centro di Prevenzione e Cura dell’Osteoporosi, presso la locale Azienda Ospedaliera Cannizzaro. Ne ha dato notizia lui stesso nel quadro di una relazione sulle nuove strategie terapeutiche per l’osteoporosi maschile presentata oggi a Perugia all’8° congresso nazionale della Siommms, la Società italiana dell’Osteoporosi, Metabolismo Minerale e Malattie dello Scheletro, alla quale aderiscono, come noto, gli specialisti che, da varie angolazioni (endocrinologia, reumatologia, pediatria, geriatria, eccetera), operano nel settore delle patologie ossee. Nel corso di un recente controllo su circa 150 ragazzi d’età fra gli 11 e i 14 anni, l’equipe del professore ha infatti verificato una perdita di massa ossea pari a circa il 2-3%, confrontando i valori ottenuti nel 2008 con quelli ottenuti nel 2003 su ragazzi con le stesse caratteristiche antropometriche. “L’esito di questo confronto”, spiega, “ci dice che lo scheletro dei nostri figli si sta progressivamente indebolendo, perché a scuola e a casa nessuno gli insegna come ci si alimenta e come si deve vivere per tener lontana l’osteoporosi. Una mala educazione di cui sono responsabili un po’ tutti, lo Stato e le famiglie che lasciano i ragazzi indifesi davanti alle seduzioni dei cibi pronti e della civiltà delle immagini. La nostra inchiesta lascia pensare che i giovani di oggi rischiano di arrivare già a 30 con un deficit di almeno il 15% della massa ossea ideale e a 60 con un piede nell’osteoporosi”. In questa situazione, aggiunge Maugeri, gli uomini sono assai più a rischio delle donne, perché sostanzialmente allergici alla prevenzione e ai controlli. Le donne ormai sanno che la menopausa porta generalmente con sé anche una perdita di tessuto osseo. Ma gli uomini non hanno alcun traguardo fisiologico che li avverta. Di solito se ne accorgono quando si rompono una vertebra, una gamba, un braccio. A questo punto inizia il dramma. “Problemi psicologi, questioni di ruolo. L’uomo”, dice Maugeri, “non accetta facilmente la malattia. Al contrario della donna, si chiude in se stesso, si deprime, si isola. E finisce per avere minori capacità di curarsi e di resistere. Lo confermano le cifre: nelle fratture di femore a un anno, muoiono il 17/18% delle donne, ma oltre il 30% degli uomini, quasi il doppio. Ne’ ci si lasci ingannare, per le fratture del femore, dalla inferiore percentuale (30%) degli uomini rispetto alle donne: esse vivono in media 6-7 anni di più, dunque hanno più possibilità di rompersi una gamba” In sintesi: i maschi devono stare doppiamente attenti e lo Stato deve fare la sua parte, cominciando dalla scuola, con una vasta campagna di informazione e prevenzione che insegni ai bambini e alle loro famiglie che cosa occorre per crescere sani e robusti e tenere così lontano quell’incubo silenzioso che si chiama osteoporosi. .  
   
 

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