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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Settembre 2006
 
   
  APER, INSIEME AD ANEV E LEGAMBIENTE INVIATA AL PRESIDENTE NICHI VENDOLA E ALL´ASSESSORE DELLA REGIONE PUGLIA MICHELE LOSAPPIO IN MERITO AL REGOLAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI EOLICI NELLA REGIONE.

 
   
  Milano, 19 settembre 2006 - Nichi Vendola Presidente Regione Puglia; Antonio Losappio Assessore all’ecologia Regione Puglia; Roma, 21 Luglio 2006, Oggetto: “Regolamento per la realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia” N. 9 del 23 Giugno 2006. Egregio Presidente, Egregio Assessore, Perché non ci convince la proposta approvata dalla Giunta? L’approvazione del regolamento entro i termini previsti dalla moratoria per la realizzazione di nuovi impianti eolici è sicuramente un fatto positivo. Quello che non ci convince sono però il metodo con cui si è arrivati all’approvazione e alcuni aspetti di merito sostanziali del regolamento. Noi pensiamo sia stato un errore da parte della Giunta approvare uno strumento che va a definire le regole che riguardano un tema delicato e importante come l’eolico senza alcun confronto con i diversi soggetti interessati. E’ legittimo che la Regione lo faccia, noi pensiamo sia stato un passo falso anche perché della partecipazione e del confronto nella diversità dei punti di vista l’amministrazione ha fatto in questi mesi un suo punto di forza e di discontinuità rispetto al passato. Ma intorno all’eolico è evidente la necessità di costruire regole trasparenti e condivise per arrivare a una sua diffusione integrata nel paesaggio – come prevede il Pear - che eviti polemiche e conflitti. Quanto al merito avevamo fatto notare nelle osservazioni presentate al Pear che ritenevamo l’introduzione del Piano Regolatore comunale per l’installazione di impianti eolici (Prie) uno strumento inutile e inefficace che avrebbe complicato invece di semplificare l’iter di valutazione e approvazione dei progetti. Ritenevamo che su questi aspetti di merito si sarebbe aperto un confronto come invece non è stato, per cui motiviamo le nostre critiche rispetto al provvedimento e la nostra richiesta di modificarne alcune parti. Come è noto la moratoria nei confronti degli impianti eolici nasceva dalla preoccupazione della Regione di dover gestire un processo complicato da progetti presentati per oltre 1. 000Mw e di conflitti in alcuni Comuni per la presentazione di diverse proposte in aree limitrofe. I punti principali del regolamento riguardano l’introduzione del Piano regolatore comunale per l’installazione di impianti eolici (Prie), il parametro di controllo della superficie massima occupabile dagli impianti, la valutazione integrata da parte della Regione. A noi pare che l’insieme di questi strumenti non dia risposta a quello che è l’obiettivo condiviso di uno sviluppo dell’eolico integrato nel paesaggio pugliese. In sintesi le ragioni principali riguardano: 1- l’introduzione per la prima volta nell’ordinamento italiano di uno strumento come il Piano regolatore dell’eolico la cui elaborazione appare inutilmente complessa per i Comuni ma soprattutto non capace di guidare il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti. Gli impianti eolici entrano di fatto in una categoria “speciale”, sono realizzabili solo all’interno di uno specifico piano altrimenti sono vietati (cosa che non avviene per nessun altro impianto energetico, ambientale, dei rifiuti, ecc. ). 2- La definizione di un parametro quantitativo - in percentuale di occupazione del territorio - appare del tutto inutile a governare l’inserimento di impianti che hanno come questione fondamentale l’impatto visivo, la percezione all’interno di un contesto paesaggistico e non l’occupazione di un area. E’ inoltre evidente che la condizione imprescindibile per realizzare gli impianti eolici sia la presenza di vento cosa che accade solo in alcune aree. 3- La valutazione integrata regionale dovrebbe rappresentare il centro della procedura di valutazione degli impianti. Invece appare del tutto slegata da un contesto regionale che vede situazioni e prospettive molto diverse. Di territori come il subappennino dauno, dove sono già stati realizzati e in corso di realizzazione diversi impianti, e di territori dove impianti eolici possono e devono svilupparsi con attenzioni paesaggistiche nuove e più attente rispetto al passato. E’ evidente la difficoltà di governare i progetti che la Giunta ha ereditato dalla precedente legislatura ma non appare convincente l’idea di trasferire ai Comuni compiti che sono più propri della Regione. Né si può sostenere che le strutture comunali siano meglio organizzate per svolgere questi compiti. E’ inoltre a tutti noto che in questi anni sono state proposte private a muovere l’attenzione da parte di alcuni Comuni nei confronti dell’eolico. Se consideriamo che al Prie sono assegnati compiti di ricognizione attraverso cartografie e analisi di valori e risorse del territorio costosi è del tutto evidente che difficilmente gli uffici comunali li elaboreranno se non “spinti” dai proponenti privati e nel caso andranno nella direzione di quanto già prevedono i progetti ricevuti. Il rischio è che si fermino proprio i progetti più piccoli - magari con solo 2-3 torri – nei Comuni sprovvisti del piano. Il regolamento dà inoltre indicazioni per le aree da escludere talmente scontate (aree abitate, parchi nazionali, grotte e doline, ecc) che finiranno per fotografare la realtà dei progetti privati (che ovviamente non li ha mai presentati in quelle aree). Rispetto all’integrazione dei progetti nel paesaggio il regolamento assegna un ruolo generico al Prie comunale che riguarda la frapposizione rispetto ad impianti già presenti o ai principali punti di vista del paesaggio circostante. Le stesse indicazioni per quanto riguarda la disposizione degli impianti sul territorio su una o più file all’interno di coni visivi è solo “in linea generale e indicativa” per cui, vista l’autoapprovazione da parte del Comune del Piano del tutto superabile. L’introduzione del parametro di controllo sulla superficie occupata dagli impianti non sembra uno strumento utile rispetto a obiettivi di tipo paesaggistico. Certamente potrà impedire in futuro una eccessiva occupazione di territorio da parte degli impianti eolici ma può anche portare a una più diffusa distribuzione. Comunque non riguarderà gli oltre 1. 000Mw di progetti su cui più forti sono le polemiche visto che “i progetti presentati prima dell’entrata in vigore del presente regolamento ne restano esclusi dalla relativa applicazione” (Art. 14, Disposizioni transitorie, comma 7). Riteniamo invece positivo quanto previsto nell’istituto della Valutazione integrata, che è operata in forma contestuale su distinte proposte progettuali pervenute a scadenze fissate. Questa direzione è utile proprio a valutare contestualmente i progetti rispetto ai diversi paesaggi, ai valori presenti, agli impianti già presenti. Proprio perché questa fase di valutazione e decisione spetta alla Regione non si comprende perché non si sia puntato a migliorare e aggiornare il supporto informativo e cartografico regionale invece che affidare questo compito con il Prie ai Comuni. Noi riteniamo più convincente una direzione che – come avviene nelle altre Regioni italiane – limita il ruolo dei Comuni agli aspetti di inserimento nel contesto sociale e ambientale locale dei progetti (sarebbe utile in questa direzione offrire indicazioni per le convenzioni con le società, per le compensazioni ambientali e le opere di riqualificazione) ed invece rafforza la responsabilità in capo ai proponenti e ai progettisti. La strada delle linee guida regionali che fornisce informazioni sul territorio e i diversi paesaggi, che indica le aree escluse, le attenzioni progettuali e che definisce anche le regole per la sostituzione delle macchine già presenti, come per gli allineamenti nei nuovi impianti, a noi pare più semplice e al contempo più efficace. In questo modo la Regione può valutare la compatibilità dei progetti avendo un quadro di informazioni completo rispetto all’insieme dei progetti realizzati e in approvazione e fornire indirizzi qualitativi, indicazioni sull’inserimento nel contesto, ma anche rispetto all’allineamento, al tipo di torri e ai colori in relazione allo specifico contesto o alla presenza di impianti già installati percepibili nella visione d’assieme. Il regolamento giustamente incentiva progetti che coinvolgono più Comuni. Viene innalzato il Parametro di controllo percentuale per i Prie costituiti in forma intercomunale (dal 4 al 6%). A noi pare più utile spingere su regole di carattere paesaggistico che portino a progetti integrati in contesti territoriali e visivi che non sono i confini comunali il più delle volte a definire. Per questo la soluzione più efficace ci appare quella di prevedere il coinvolgimento di più Comuni (anche nei vantaggi economici) in tutti i casi in cui gli impianti sono posti entro una distanza stabilita dai confini oppure sono visibili le torri, ad esempio, da centri abitati nei Comuni confinanti. La prospettiva di un aggregazione dei Comuni appare fondamentale anche per spostare la realizzazione degli impianti dalle aree di crinale (spesso poste sui confini) verso i versanti e le aree di pianura – una prospettiva indicata dal regolamento regionale - auspicabile in tutti i casi in cui le condizioni anemologiche lo consentano. Non ci sembra infatti sufficiente, nella direzione di spostare i nuovi impianti dai crinali, la previsione di escludere "i crinali con pendenze superiori al 20% e relative aree buffer di 150 mt". Per i motivi spiegati chiediamo alla Giunta regionale di aprire un confronto sui contenuti del “Regolamento per la realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia” e di sospenderne l’applicazione nella parte che riguarda il Prie. Ribadiamo naturalmente la nostra disponibilità a spiegare personalmente le nostre ragioni. Cordiali saluti, Oreste Vigorito, Presidente Anev; Roberto Longo, Presidente Aper; Roberto Della Seta, Presidente Nazionale Legambiente; Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia. . .  
   
 

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