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Notiziario Marketpress di
Lunedì 01 Dicembre 2008 |
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CENTRI PROVINCIALI VENETI DI CONTRASTO E PRESA IN CARICO DELLE SITUAZIONI DI MALTRATTAMENTO, ABUSO E SFRUTTAMENTO SESSUALE. ASSEGNATE RISORSE PER 1.280 MILA EURO
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Venezia, 1 dicembre 2008 - “Bisogna rafforzare la sensibilizzazione e l´ attenzione sociale sulle drammatiche vicende che anche in Veneto violano la vita e il futuro dei nostri ragazzi. E’ un impegno che la Regione assume da alcuni anni e che ha messo in luce numeri di schiacciante brutalità: sono oltre 800 i bambini abusati e maltrattati presi in carico dai cinque centri regionali specialistici dal 2004, primo anno di attività dei centri, all’agosto 2008”. A questi centri provinciali terapeutici-riabilitativi, che hanno sede a Padova, Verona, Vicenza, Venezia e Treviso e che sono riconosciuti come riferimento regionale per il contrasto e la presa in carico di minori abusati e maltrattati, la Giunta veneta ha assegnato il 29 novembre, su proposta dell’assessore regionale alle Politiche sociali Stefano Valdegamberi, un finanziamento di 1,28 milioni di euro per la continuazione delle attività durante il 2009. Con il medesimo provvedimento il governo veneto ha approvato anche, per il 2009, il rinnovo delle convenzioni che regolano i rapporti tra Regione ed enti gestori e il riconoscimento delle prestazioni dei centri come prestazioni di afferenza sanitaria (vale a dire che sono comprese nei livelli essenziali di assistenza e quindi sono considerate vere e proprie prestazioni del servizio sanitario regionale). I centri interessati al provvedimento regionale sono i seguenti: I Girasoli, presso l´Azienda Ulss n. 16 per le province di Padova e Rovigo, (a cui andranno 318 mila euro); Il Faro, presso le Aziende Ullss 20, 21 e 22 per il veronese (227 mila euro); L´arca, presso l´Azienda Ulss n. 6 e l´Ipab Proti Salvi per il vicentino (267 mila euro), Il Germoglio della Fondazione Santa Maria Mater Domini per la provincia di Venezia (265 mila euro); Tetto Azzurro dell´Associazione Telefono Azzurro per le province di Treviso e Belluno (200 mila euro). Ecco qui di seguito i risultati salienti del monitoraggio delle attività condotte nel primo quadriennio, che sono stati recentemente presentati a Verona. La maggioranza dei minori coinvolti è rappresentata da bambine ed è di nazionalità italiana. Tra gli stranieri prevalgono quelli di cittadinanza rumena, seguita da quella marocchina e ghanese. Fra i maltrattamenti gravi segnalati la maggior parte riguarda l’abuso/molestie sessuali, seguite dal maltrattamento fisico e dalla grave trascuratezza. Nel caso di abuso/molestie sessuali il maggior numero di bambini ha un’età compresa tra 6 e 10 anni. I maltrattamenti gravi avvengono nella maggior parte dei casi in ambiente intrafamiliare ed in maniera continua. Sono i genitori seguiti dai fratelli e sorelle e dalla scuola i maggiori autori delle segnalazioni ai servizi sociali che poi, tramite le Aziende Ulss ed i Comuni inoltrano la richiesta di intervento ai Centri. “Purtroppo - ricorda Valdegamberi – si sa che le situazioni di abusi sui minori che arrivano ad essere segnalate rappresentano solo una piccola parte della realtà e resta elevata la quota del sommerso perché anche i servizi stessi spesso non sono a conoscenza della situazioni di abuso e/o maltrattamento”. “I centri – spiega ancora l’assessore Valdegamberi – sono luoghi di presa in carico, di terapia e di riabilitazione a lungo periodo, con la presenza di figure professionali specializzate (psicologi, pediatri, neuropsichiatri, assistenti sociali, esperti in scienza dell´educazione) che si coordinano con i servizi accompagnando il bambino e/o l´adolescente maltrattato o abusato nell´eventuale percorso giudiziario, così come previsto dalla convenzione di Strasburgo. Ma il compito che abbiamo davanti ora - ha concluso - è non solo quello di verificare costantemente i risultati delle attività ma anche la presa in carico di tutta la famiglia e della persona che abusa, non solo di colui che è abusato, perché solo chiarendo i rapporti e le dinamiche dentro la famiglia si può sperare di sanare le ferite inferte”. . |
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