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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Dicembre 2008
 
   
  TRENTO - CONCLUSO IL CONVEGNO SU PIANIFICAZIONE E GESTIONE DELLA BIODIVERSITÀ NELLE AREE PROTETTE “BUONE SPERANZE PER LE DOLOMITI NEL PATRIMONIO DEI BENI DELL’UMANITA”

 
   
  Si è concluso il 28 novembre alla sala della Cooperazione il convegno, organizzato dal Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione ambientale della Provincia autonoma di Trento, dedicato alla pianificazione e gestione della biodiversità nelle aree protette alpine. Nei due giorni di confronto e dibattito, aperto dall’intervento introduttivo di Romano Masè, dirigente generale del Dipartimento Risorse forestali e montane, si è parlato, in particolare, di pianificazione nei parchi naturali (Adamello Brenta, Paneveggio Pale di San Martino e Stelvio) ma anche delle Dolomiti Patrimonio naturale dell’Umanità. “Il Parco – ha affermato Bruno Zanon, coordinatore del gruppo di lavoro dell’Università di Trento che ha redatto il nuovo piano del Parco Paneveggio Pale di San Martino – deve diventare un laboratorio di sviluppo sostenibile, deve progettare di più, diffondere esempi di buone pratiche, legarsi al territorio esterno ad esso sapendo proporre anche una visione nuova delle risorse del parco stesso”. Claudio Ferrari, direttore del Parco Adamello Brenta, ha introdotto la parte del dibattito dedicata alla pianificazione degli interventi all´interno del parco. "Bisogna essere in grado - ha detto - di parlare al cuore della gente, far capire il bello del selvatico. In altre parole spiegare che la tutela degli habitat naturali serve per migliorare la vita degli uomini. Non si deve pensare alla tutela ambientale solo in termini di costi. L´economia e la conservazione dell´ambiente non sono in guerra tra loro, anzi. Un migliore ambiente contribuisce in vari modi a migliorare l´economia di un territorio. " Anche Ferrari ha posto poi l´accento sull´importanza di favorire un forte rapporto tra il parco e ciò che lo circonda, accrescendo la partecipazione della popolazione nella definizione degli assi strategici e nella programmazione generale dell´attività del parco, poichè le aree protette “non possono essere isolate dalle terre che le circondano”. Al convegno anche relazioni sulla conservazione e gestione del cervo nel settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio e nel distretto faunistico della Val di Sole. Di grande interesse l’intervento, reso ieri, dal professor Franco Viola, sulle eccellenze e limiti della candidatura delle Dolomiti nella lista Unesco dei Beni naturali dell’Umanità. Una candidatura che – aspetto forse poco noto – riguarda quattro delle dieci categorie d’eccellenza richieste dall’Unesco: il profilo estetico-paesaggistico, quello geologico, naturalistico ed ecosistemico. Quanto a biodiversità, le Dolomiti sono davvero un unicum: 2. 400 specie floristiche sopra i 1. 700 metri d’altitudine (il 30 per cento dell’intera flora nazionale) con una presenza di specie nidificanti superiore a quella di tutte le isole britanniche messe insieme, ed il 10 per cento dell’intera fauna europea. “Il rapporto tra uomo e ambiente – ha tra l’altro affermato Viola – è sempre stato nelle Dolomiti un rapporto di subordinazione del primo al secondo”. Le minacce? “Ci sono e non possiamo nasconderle: cambiamenti climatici, invadenza del turismo, elevata densità di sentieri, presenze antropiche”. “I valutatori dell’Unesco – ha concluso Viola – sono stati molto puntuali e severi nella loro analisi e nelle loro osservazioni, ma vi sono buone speranze e segnali positivi per l’inserimento delle Dolomiti nel Patrimonio Unesco dei Beni naturali dell’Umanità”. .  
   
 

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