Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 02 Dicembre 2008
 
   
  LE LEZIONI DI P.I.S.A. I RISULTATI DEL PIEMONTE NEL PANORAMA NAZIONALE E INTERNAZIONALE

 
   
  Torino, 2 dicembre 2008 - Quali sono le competenze degli studenti piemontesi in matematica, lettura, scienze e problem solving? Qual è il livello delle competenze essenziali con cui gli studenti si preparano ad affrontare le sfide poste dal mercato del lavoro o quelle dell’istruzione superiore? Queste sono le domande cui ha cercato di rispondere l´indagine Pisa 2006, i cui risultati sono stati illustrati ieri mattina nel corso di un seminario organizzato dalla Regione Piemonte, Ufficio Scolastico Regionale e Ires Piemonte, presso il Centro Incontri di corso Stati Uniti a Torino. Dai risultati medi in scienze, articolati per regione e declinati su scala sia nazionale che internazionale, emerge come il Piemonte si trovi in una posizione intermedia: al di sopra della media Ocse e delle regioni del Sud Italia, ma al di sotto di diverse regioni europee poste a confronto e delle altre regioni italiane del Nord, esclusa la Liguria. ” Cosa è cambiato rispetto alla rilevazione del 2003? In media, le regioni italiane e quelle straniere che hanno partecipato all’indagine 2003 hanno ottenuto risultati meno buoni nell’indagine 2006. Questo è vero, in particolare, per la Lombardia e per la Scozia. Tuttavia, in un panorama di arretramento, si evidenziano due buone performance del Veneto e del Piemonte. Il primo, tenuto conto delle differenze del campione 2003-2006, migliora le proprie prestazioni in matematica e lettura. Il Piemonte fa registrare un miglioramento da 501 a 506 punti medi sulla scala di lettura, grazie ad un aumento della quota di studenti inseriti nei livelli più elevati di competenza. Si confermano anche le differenze dei risultati per ambito: la matematica si conferma l’ambito di relativa maggior debolezza, la lettura quello di maggior forza delle regioni nel Nord e del Piemonte in particolare. Quali le criticità emerse dall’indagine Pisa 2006, in particolare per il Piemonte? I risultati meno buoni delle ragazze in matematica rispetto a quelli dei ragazzi (e viceversa per la lettura) e il divario riscontrato in generale rispetto ad alcune regioni del Nord, come Veneto e Friuli Venezia Giulia. “Il seminario di oggi e l’indagine condotta dall’Ires Piemonte, -dichiara l’assessore all’Istruzione Gianna Pentenero - offrono un´analisi puntuale dei risultati P. I. S. A. 2006, utili per orientare politiche dell´educazione e della formazione che vadano nella direzione di qualificare il sistema piemontese. L´obiettivo che la Regione si propone è infatti l´innalzamento dei livelli di istruzione della popolazione, investendo risorse ed esercitando le proprie competenze di programmazione, affinché crescano i livelli di apprendimento e le competenze reali, in un´ottica di anticipazione e accompagnamento ai processi in atto di trasformazione sociale ed economica del Piemonte verso un modello europeo fortemente orientato alla ricerca, all´innovazione e in generale ad un´economia della conoscenza. La situazione dei giovani quindicenni piemontesi, al confronto degli ultimi anni, presenta dati molto confortanti, con livelli al di sopra della media europea, testimonianza del fatto che occorre continuare ad investire in politiche che combattano la dispersione scolastica e promuovano la crescita didattico-educativa dei nostri studenti”. “I risultati ottenuti dagli studenti piemontesi a confronto con le regioni italiane e europee sono positivi e incoraggianti – afferma il direttore generale de Sanctis – specie perché l’analisi Ocse –Pisa 2006 ci consente di esaminare, in maniera decisamente approfondita, in che misura possano variare le performances dei nostri studenti in relazione al genere, alla nazionalità, al livello socioeconomico e culturale della famiglia, ma non ultimo, rispetto all’interesse dimostrato da ciascuno nello studio. Per il Piemonte ad esempio ci suggerisce che per gli studenti degli istituti professionali – in svantaggio, rispetto agli altri, per i risultati ottenuti - esistono ampi margini di miglioramento: per loro dovremo allora studiare nuovi metodi, e nuove forme di didattica. ” .  
   
 

<<BACK