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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Settembre 2006
 
   
  L´INDUSTRIA DELLE TIC OFFRE IL PROPRIO SOSTEGNO ALL´IET

 
   
   Bruxelles, 19 settembre 2006 - La proposta relativa all´Istituto europeo di tecnologia (Iet) ha riscosso l´approvazione dei leader del settore europeo della tecnologia digitale. Nel secondo di tre documenti pubblicati nell´anno successivo all´avvio della "iniziativa i2010" della Commissione europea per l´occupazione e la crescita, avvenuto nel giugno 2005, l´Eicta, l´Associazione europea del settore delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione, ha dichiarato che l´Iet contribuirebbe a rafforzare le reti già esistenti tra le università, gli istituti di ricerca e i laboratori di sviluppo della ricerca industriale di più alto livello in Europa. Secondo l´Eicta, i2010 e altre iniziative della Commissione tese a promuovere le prestazioni europee nella ricerca e sviluppo (R&s) e nell´innovazione sono fondamentali. "Il problema dell´Europa non è tanto la mancanza di nuove idee, quanto la loro trasformazione in innovazione e competitività globale, la disponibilità di risorse finanziarie, tra cui il capitale di rischio, la creazione di condizioni favorevoli alla ricerca e all´innovazione e uno spirito imprenditoriale che colmi il divario tra mondo accademico e industriale", si legge nel documento. Il documento prosegue affermando che, a differenza del Massachusetts Institute of Technology americano, l´Iet non dovrebbe essere dotato di una struttura top-down, bensì dovrebbe scaturire dalle comunità di ricerca già esistenti. La proposta più recente della Commissione in tal senso suggerisce un approccio misto dall´alto verso il basso e viceversa al processo di selezione delle "comunità della conoscenza" dell´Iet. Tali comunità saranno costituite da partenariati di gruppi e dipartimenti di università e dei settori imprenditoriali e della ricerca, in concorrenza tra loro per i finanziamenti alla ricerca in settori innovativi della durata di 10-15 anni. Secondo l´Eicta, l´influenza esercitata dalle attività esistenti è il modo più sostenibile e realistico di ottenere una crescita organica in un ambiente competitivo. L´eicta sostiene tale spinta alla concorrenza che, a suo parere, stimolerà la crescita. Ha tuttavia sottolineato l´esigenza di rispettare il fatto che le università potrebbero aver impiegato decenni se non secoli a svilupparsi. L´iet dovrebbe pertanto fornire incentivi per consentire alle università di rendere più interessanti i loro profili e sviluppare nuovi modi di cooperare con l´industria. Per quanto riguarda il personale il documento tuttavia è critico, in particolare nei confronti della proposta di favorire l´organico e le risorse dei dipartimenti universitari e dei laboratori industriali, ritenuti "non particolarmente interessanti". Prosegue suggerendo la possibilità di adottare modelli alternativi, quali l´assegnazione di contratti, le gare d´appalto, l´affidamento di obiettivi realistici o persino l´affitto di risorse umane da dipartimenti eccellenti e selezionati di università, istituti e laboratori industriali. Secondo il documento, l´Iet non dovrebbe essere finanziato a titolo del Settimo programma quadro (7Pq). "Considerata la costante messa in rilievo dell´importanza della conoscenza e dell´innovazione da parte delle istituzioni europee, dovrebbe essere possibile reperire fondi adeguati per l´Iet in qualche altra voce del bilancio comunitario", si legge nella pubblicazione, che suggerisce che un contributo potrebbe venire anche da prestiti della Banca europea per gli investimenti. A prescindere dall´esito della proposta dell´Iet, il documento esorta gli Stati membri a rafforzare il triangolo della conoscenza composto da istruzione, ricerca e innovazione per le università. Rimanda inoltre i lettori alla relazione prodotta dal gruppo Aho, composto da esperti autorevoli, concernente l´innovazione in Europa quale progetto efficace per il cambiamento attraverso l´innovazione e le modalità per conseguirla. In conclusione il documento invita l´Europa a seguire l´esempio degli Usa, dove "le università non hanno conseguito una solida posizione ricorrendo a finanziamenti generosi o reti di cooperazione oltre i confini statali. La loro eccellenza deriva dall´atteggiamento aperto nei confronti delle nuove idee, da una stretta cooperazione con l´industria e da uno spirito imprenditoriale che incoraggia il ´pendolarismo´ del personale tra le università e le aziende". Http://www. Eicta. Org/ .  
   
 

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