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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Dicembre 2008
 
   
  ABBANDONO PICCOLI CENTRI STORICI: IL RESPONSABILE UOA “AFFARI DELLA PRESIDENZA” VINCENZO FALCONE HA INCONTRATO I SINDACI DEI PICCOLI COMUNI CATANZARESI

 
   
  Catanzaro, 12 dicembre 2008 - Il Responsabile dell’Unità Organizzativa Autonoma “Affari della Presidenza” Vincenzo Falcone, ha presieduto, nella sede del Comalca di Germaneto, la riunione operativa con i sindaci di alcuni Comuni catanzaresi con popolazione inferiore a mille abitanti per affrontare l’emergenza abbandono dei piccoli centri storici. Questo primo appuntamento, cui seguiranno quelli relativi ai centri delle altre quattro province, ha coinvolto diciassette sindaci ed ha visto la partecipazione anche del viceprefetto vicario di Catanzaro, Sebastiano Cento, e dei funzionari della Regione Calabria Franco Aloisi, Brunella Scozzafava e Rosellina Brancati. Da comuni-lilliput, come sono stati definiti mutuando i minuscoli personaggi che popolano il capolavoro di Jonathan Swift “I viaggi di Gulliver”, a centri vitali e motore di sviluppo dell’economia regionale. Potrebbe essere questa la metamorfosi dei piccoli centri con popolazione inferiore a cinquemila abitanti, attualmente afflitti da non pochi problemi a partire dal calo demografico. In Calabria sono ben 326 le realtà municipali che rientrano in questa fascia, per una popolazione di 687. 232, su un numero complessivo di persone che supera di poco i due milioni, stando ai dati emersi dal censimento del 2001. E all’interno di essi ve ne sono quarantadue al di sotto della soglia limite di mille unità e che perciò sono ritenuti a rischio di vera e propria estinzione. È appunto a queste micro-comunità che l’Ufficio sindaci della Regione, in collaborazione con la prefettura di Catanzaro, ha inteso dedicare il primo di una serie di incontri con i 409 comuni calabresi. “Questo allo scopo - ha sottolineato Falcone – di poter evidenziare le criticità e cercare di individuare, mediante un’azione sinergica tra amministratori regionali e comunali, con l’ausilio delle rispettive prefetture, le soluzioni giuste per una inversione di tendenza”. Secondo il Responsabile Uoa è necessario “far emergere tutte quelle potenzialità e specificità di cui questi piccoli Comuni sono dotati e che possono trasformarsi in altrettante fonti di ricchezza e di incentivazione alla ripresa sia economica sia demografica”. Dagli interventi di quasi tutti gli amministratori è emersa una diagnosi che indica, nell’abbandono dei centri storici, la problematica principale e l’emergenza prioritaria da fronteggiare. Pena il definitivo decadimento di antichissime tradizioni e secoli di storia. Reti idriche e fognanti obsolete, insufficienza viaria e infrastrutturale, mancanza di depuratori, fra i problemi materiali; il grido di allarme ha coinvolto anche quelli “immateriali” come l’impossibilità di accedere alla banda larga per l’utenza Internet. Ma il dito puntato degli amministratori è stato orientato principalmente sulla difficoltà nella gestione dei servizi, soprattutto là dove si tratta di dover garantire anticipazioni di cassa. E’ stato criticato il metodo di rendicontazione adottato per i fondi Ue 2007-2013 ribedendo che “i Comuni sono nell’impossibilità di produrre progetti esecutivi poiché non sono in grado di anticipare prima dei relativi rimborsi”. Sul banco degli imputati anche alcune forme di associazionismo e soprattutto l’Unione dei comuni per la gestione associata dei servizi locali. Da più parti è stato precisato che si è venuta a determinare una drastica diminuzione delle risorse ministeriali prima destinate ai comuni, disattendendo così i buoni propositi della legge regionale sull’associazionismo. Ci si è chiesti, quindi, cosa fare per arrestare la parabola discendente su cui stanno scivolando le centinaia di piccoli comuni. Per fare qualcosa che vada in senso contrario alla tendenza attuale, si è pensato a bandi specifici per poter assumere personale a progetto e a tempo determinato, nonché ad incentivi per coloro che risiedono nei piccoli centri storici. Ma la premessa di ogni cosa è che i Comuni si confrontino e collaborino tra loro. È stata questa l’esortazione che si è colta maggiormente nelle parole del viceprefetto Cento, là dove ha invocato “dialogo continuo tra i Comuni, in quanto sono sempre più soggetti di sviluppo e dovranno essere loro a rendersi parte attiva per elaborare progetti che li porti a superare le difficoltà e le atipicità del momento”. L’ufficio dei sindaci, in quanto unico soggetto di riferimento, sarà l’interfaccia mediante il quale gli enti locali si rapporteranno con il governo regionale. Per rendere tutto più possibile efficiente è stato nominato un gruppo di lavoro composto dai sindaci Antonietta Folino (Sellia Superiore), Nunzia Bressi (San Floro), Renato Pontieri (Olivadi), Fiorino Franco (Fossato Serralta), Giuseppe Costantini (Andali) e Gregorio Guzzo (Miglierina). Sarà assistito dai funzionari dell’apposito Ufficio il cui obiettivo, ha rimarcato Falcone “è quello, sì, di creare un punto di riferimento nelle tematiche che attengono ai fondi comunitari, ma anche quello di ribadire l’importanza che la Regione, ed in primo luogo il Presidente Loiero, annette agli enti intermedi come soggetti fondanti e depositari di risorse e potenzialità per la rinascita di questa terra”. .  
   
 

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