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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Dicembre 2008
 
   
  SONO 1000 LE FAMIGLIE VENETE CHE ACCOLGONO BAMBINI IN DIFFICOLTA

 
   
  Mirano Ve, 15 dicembre 2008 - “Almeno un migliaio di famiglie venete danno ogni anno la disponibilità ad accogliere presso di loro un bambino o un ragazzo in difficoltà senza nessuna contropartita se non un contributo fisso per le spese. Sono numeri che danno l’idea di un impegno rilevante e di una grande espressione di solidarietà di una situazione sociale ed economica che provoca sempre più difficoltà nelle famiglie, con l’aumento del disagio dei minori e del loro allontanamento dai genitori”. Lo ha detto l ‘ 11 dicembre a Mirano, l’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, aprendo i lavori del convegno regionale che ha fatto il punto sulla situazione dell’affido familiare nel Veneto e presentato le nuove Linee Guida che definiscono le azioni che i servizi del territorio devono mettere in atto per la promozione e lo sviluppo dell’affido e per la formazione e il sostegno delle famiglie affidatarie. Di fronte a un numeroso pubblico raccolto nel Teatro di viale Vittoria, e composto da operatori dei servizi e famiglie affidatarie, dal Tutore dei Minori del Veneto, dalla Presidente del Tribunale dei Minori, Valdegamberi ha ricordato che “siamo state una delle prime Regioni - ha detto ancora l’Assessore veneto - a diffondere sul territorio questo strumento di solidarietà e servizio e siamo ora una delle prima a creare e rafforzare, con queste Linee Guida, un sistema ordinato e coordinato in questo campo per dare risposte utili e flessibili ai bisogni dei minori che devono essere al centro dell’azione dei servizi”. Nel corso del 2007 sono 920 i bambini che nel Veneto sono stati accolti in una famiglia affidataria. Più dei 2/3 sono italiani. Si tratta di poco più della metà dei bambini o dei ragazzi che nel 2007 hanno vissuto un’esperienza di allontanamento dalla loro famiglia. Di questi 920: 519 sono affidati a parenti e il resto all’affido eterofamiliare; 328 di loro sono tra i 15 e i 18 anni, 247 tra gli 11 e i 14, 241 tra i 6 e i 10 anni, 94 tra i 3 e i 5 anni, 48 tra gli 1 e i 2 anni, e 12 con meno di 1 anno; 702 sono italiani pari al 72,4%. La situazione familiare dei bambini al momento dell’affido è nella maggior parte dei casi caratterizzata da genitori separati o divorziati, poi da genitori conviventi, e ancora da famiglie monogenitoriali. I motivi dell’allontanamento vanno ricercati soprattutto nei genitori che manifestano o difficoltà educative, o problemi di tossicodipendenze, o problemi economici, lavorativi, abitativi, o comportamenti di violenza sessuale sul minore, o problemi psichiatrici, o incuria verso il minore, etc. Valdegamberi ha sottolineato che “l’esperienza dell’affido è molto cresciuta nella nostra regione in questi ultimi anni. In molti contesti territoriali sono nati centri o servizi che si occupano della promozione dell’affido, del sostegno delle famiglie affidatarie. Non vogliamo trovare famiglie alternative, ma famiglie che, insieme ai servizi del territorio, riescano a costruire progetti capaci di aiutare il bambino o il ragazzo e la sua famiglia, a trovare le strade per rendere possibile la riunificazione familiare e rendere il periodo dell’affido, che è sempre e comunque traumatico, il più breve possibile”. Le Linee Guida per l’Affido nascono da un percorso di due anni di lavoro voluto dalla Giunta Regionale con una delibera del 2006 che permetterà la nascita in ogni ambito territoriale Ulss di un Centro per l’affido e la Solidarietà familiare (Casf) e la formazione degli operatori di questi nascenti Centri. Le nuove Linee Guida regionali evidenziano un ampliamento significativo dell’offerta di affido: non più un solo tito di affido si tratta ma tipologie diverse: residenziale, diurno, di sollievo, in situazioni di emergenza, da realizzarsi insieme alle risorse solidali del territorio: le reti di famiglie, le associazioni, il privato sociale. Così anche per le famiglie affidatarie che possono essere “a tempo pieno”, ma anche per alcune ore alla settimana, indirizzata ad accogliere il minore nella propria casa, ma anche a sostenere ed affiancare altre famiglie che stanno vivendo l’esperienza dell’affido. “Non cerchiamo famiglie speciali – ha detto Valdegamberi - ma famiglie normali, che mettano a disposizione i loro talenti. L’affido non deve essere visto come un atto eroico, ma come un’esperienza possibile”. Già da qualche anno la Regione Veneto sostiene economicamente in toto i Comuni e le aziende Ulss nei progetti di affido dando loro un contributo pari all’intero rimborso spese destinato alla famiglia affidataria. Nel 2007 sono stati erogati oltre 3 milioni di euro a questo scopo. Valdegamberi, infine, ha auspicato che entro il 2010 almeno il 60% dei bambini e dei ragazzi “fuori famiglia” siano in una famiglia affidataria (oggi sono il 52%). .  
   
 

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