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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Dicembre 2008
 
   
  LO SCIOGLIMENTO DEI GHIACCI APRE NUOVE ROTTE DI NAVIGAZIONE NELL´ARTICO; NECESSARIE NUOVE MISURE PER L´INQUINAMENTO E LA SICUREZZA.

 
   
  Bruxelles, 18 dicembre 2008 - Una delle probabili conseguenze dei cambiamenti climatici per il nord Europa è l´aumento del traffico navale intorno all´Artico, visto che il ghiaccio sta aprendo nuove rotte e passaggi nella regione. Durante un viaggio recente nella parte settentrionale della Norvegia, il Notiziario Cordis ha parlato a scienziati, responsabili delle politiche e altre parti interessate, sugli impatti del traffico navale sull´ambiente fragile dell´Artico e ha scoperto ciò che può essere fatto per attenuare questi impatti. L´artico si sta riscaldando più in fretta del resto del mondo e le immagini satellitari rivelano che l´estensione del ghiaccio estivo marino nell´Artico è diminuito dell´8,9% ogni dieci anni dalla fine degli anni 70. Inoltre, il tasso di riduzione cresce e alcuni scienziati prevedono che tra pochi anni l´Artico potrebbe rimanere privo di ghiaccio durante l´estate. Nel 2005, il passaggio a nord est, che si estende sopra la Russia settentrionale, si è aperto per la prima volta. Due anni dopo, il passaggio a nord est è rimasto chiuso, ma si è aperto il passaggio a nord ovest sopra l´America settentrionale. Infine, nel 2008, ambedue i passaggi si sono aperti contemporaneamente. Queste rotte, che collegano l´Oceano Atlantico al Pacifico, potrebbero ridurre le rotte di navigazione di circa il 40%, aumentando la prospettiva di vedere un gran numero di navi da carico circumnavigare il Polo Nord durante l´estate. L´apertura dell´Artico non è passata inosservata da parte delle compagnie petrolifere. Si sta già cercando di esplorare i ricchi giacimenti di petrolio e di gas nel Mare di Barents e sulla penisola russa di Yamal. "Entro il 2010 saranno imbarcate 147,8 tonnellate di petrolio dalla Russia nordoccidentale e molto di esso transiterà lungo la costa norvegese," ha commentato Oddgeir Danielsen del segretariato norvegese per il Barents, nella città norvegese di Kirkenes, che si trova in prossimità del confine col la Russia. Invece, nel 2002 hanno lasciato la regione appena poco più di 5 milioni di tonnellate di petrolio. La Norvegia ha già allontanato le rotte navali dalla sua costa per offrire più tempo per reagire in caso di spargimento di petrolio. "Alcuni anni fa ci siamo rivolti all´Imo [International Maritime Organisation] e abbiamo spostato le rotte di vela un po´ piu a nord della Norvegia, per aumentare il tempo di allerta in caso di un eventuale incidente," ha detto il ministro degli esteri Jonas Gahr Støhre al Notiziario Cordis. Il paese ha anche istituito un Centro nazionale della conoscenza per il strasporto e la logistica sostenibile nell´Artico e un centro per il controllo del traffico marittimo nella vicina Vardø. Gli allarmi sullo spargimento di petrolio potrebbero essere lanciati dall´azienda norvegese Ksat (Kongsberg Satellite Services), che fornisce una serie di servizi di supporto per un gran numero di satelliti. Essa usa dati dai satelliti Sar (synthetic aperture radar) per individuare versamenti di petrolio, sfruttando il fatto che il petrolio riflette i segnali radar in modo diverso in mare aperto. Uno dei maggiori vantaggi del Sar è che funziona anche in presenza di nuvolosità e di notte. Oltre ad individuare grandi spargimenti di petrolio, il Ksat è anche in grado di localizzare discariche di acqua di sentina, pompate in mare dalle navi e composte da un misto di acqua di zavorra e petrolio. Potrebbero anche viaggiare un maggior numero di turisti verso l´estremo nord, attratti dagli spettacolari paesaggi artici. La mancanza di servizi di soccorso e salvataggio nell´Artico rappresenta un grande problema a riguardo. Ultimamente si è arrenata una nave passeggeri nei pressi di Svalbard mentre tentava di avvicinarsi alla costa per offrire ai passeggeri una vista ravvicinata della costa. Secondo Nalan Koç, una ricercatrice dell´Istituto polare norvegese a Tromsø (Norvegia), le cartine dell´Artico non sono sempre di buona qualità e molte delle navi che si dirigono nella regione non sono progettate per poter affrontare scontri con gli iceberg, per fare un esempio. Quest´ultimo punto è particolarmente importante secondo Alf Håkon Hoel, un ricercatore di geopolitica dell´università di Tromsø. "L´artico non sarà libero dal ghiaccio, ma contaminato dal ghiaccio, e in questo modo sarà difficile stabilire un traffico regolare," ha spiegato. Sapere dove si trova il ghiaccio e conoscere il suo spessore rappresenta un serio problema per le navi, anche per le navi frangighiaccio capaci di affrontare ghiaccio relativamente spesso. Detto in parole semplici, è più semplice e meno faticoso viaggiare in acqua, che dover rompere il ghiaccio e crearsi un passaggio attraverso uno strato spesso di ghiaccio. Il Ksat ha di recente lanciato un servizio per la navigazione attraverso il ghiaccio, che fornisce alle navi dati sul ghiaccio in tempo reale ad alta risoluzione su una determinata area. Con queste informazioni, i comandanti delle navi possono individuare tempestivamente la rotta più veloce e facile attraverso il ghiaccio, risparmiando tempo e carburante. La guardia costiera norvegese sta già usando questo servizio e sperimentazioni nel Baltico indicano che potrebbero tagliare del 20% i tempi di navigazione attraverso il ghiaccio. Intanto, Nalan Koç è preoccupata per il fatto che un aumento del traffico nell´Artico potrebbe contribuire ad accelerare la riduzione della calotta di ghiaccio. La Koç sta collaborando ad un progetto che misura l´impatto della fuliggine sulla capacità di riflessione del ghiaccio. In questo momento, particelle fini di fuliggine vengono spostate verso l´Artico dall´Europa e dalla Russia, e depositate sul ghiaccio. Questo rende la superficie del ghiaccio più scura, causando un maggiore assorbimento di calore dai raggi solari. Le particelle di fuliggine provenienti dai fumi delle navi che transitano nell´Artico si depositeranno direttamente sul ghiaccio, peggiorando la situazione. "Questo accelererà lo sciogliersi del ghiaccio," ha avvertito. Intanto, per il ministro norvegese degli Esteri è chiaro che la ricerca è fondamentale per il futuro dell´Artico. "La ricerca e la conoscenza sono essenziali per l´Artico," ha dichiarato. "I nostri dati sono troppo limitati e non abbastanza completi, per cui ci troviamo davanti ad un enorme compito di ricerca; si tratta di una grandissima sfida, molto entusiasmante. "L´anno polare internazionale ha visto un forte aumento degli sforzi per aumentare la nostra conoscenza. Ritengo che dovremmo fare in modo che la fine dell´anno polare internazionale non significhi anche la fine degli sforzi per promuovere la ricerca," ha concluso. Per ulteriori informazioni, visitare: Norwegian Barents Secretariat: http://www. Barents. No/ Norwegian Polar Institute: http://npiweb. Npolar. No/ Ksat: http://www. Ksat. No .  
   
 

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