Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Febbraio 2009
 
   
  ANTONIO MARQUEZ IN FIESTA FLAMENCA AL TEATRO NUOVO DI MILANO

 
   
  Milano, 2 febbraio 2009 - Antonio Marquez, uno dei principali talenti del flamenco teatrale d’avanguardia, ritorna con un programma basato su musica tradizionale flamenca, composto da La Vida Breve e Bolero. La prima parte narra la storia di un emigrante che torna a casa e scopre l’amore, si sviluppa nel corteggiamento, sino alla richiesta della mano della sposa ed ai festeggiamentio nuziali, in un gioco coreografico superbo e di alto contenuto drammatico, su colonne sonore a chitarra battente. Il Bolero, nato da un’idea della danzatrice Ida Rubinstein che ne commissionò la musica a Maurice Ravel, dai tempi del suo debutto a parigi nel 1928, conobbe diverse versioni coreografiche fra cui quelle di Milloss e Bèjart; la versione di Màrquez si stacca da entrambe e si sviluppa attraverso una serie di danze per diverse formazioni di danzatori la cui affascinante gestualità è esaltata da un sapiente uso di luci. Il ritorno del personaggio centrale (Antonio Màrquez) alla propria terra natìa per sposarsi, l’incontro con la madrepatria, con la sua gente e col suo sentimento d’amore, danno vita ad una serie di danze di flamenco che si intrecciano col filo narrativo dell’opera. La coreografia di Matilde Coral, Antonio Màrquez e Currillo, e l’eccellente esecuzione dei protagonisti, rappresentano l’impareggiabile cornice in cui prende forma, attraverso la danza del flamenco, una traboccante manifestazione di sentimenti. Antonio Màrquez presenta il flamenco nella sua forma più genuina e più vera, quella di una celebrazione folclorica in cui cantaores e tocaores accompagnano i ballerini, incitando una danza in cui il potere della seduzione si unisce ad una felicità spensierata. Come nella migliore tradizione della danza spagnola, i suoni prodotti dalle mani e dai piedi dei ballerini (legati indissolubilmente al canto e alle chitarre), creano un’atmosfera di gioia e di sensualità. «Volevo che il flamenco uscisse dalle taverne e dai caffè, per portarlo nei teatri sottoforma di balletto, come hanno fatto, prima di me, Antonio e Pilar Lopez», dice. «Voglio dare una forte impronta di modernità, pur restando fedele alla mia forte identità spagnola. È un modo per espandere i confini della danza spagnola; per la mia compagnia questo non è semplicemente “flamenco”». (Antonio Màrquez) Nella performance Antonio Marquez, che appare sul palcoscenico come un personaggio misterioso e solitario, stabilisce un dialogo plastico con il contesto dei ballerini, attraverso una coreografia in simbiosi con la forza espressiva della musica di Ravel. .  
   
 

<<BACK