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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Febbraio 2009
 
   
  APERTO AL CENTRO MARANI DI VERONA CORSO FORMAZIONE PER “NIDI IN FAMIGLIA”

 
   
  Verona, 3 febbraio 2009 - Di fronte ad una platea di giovani donne e mamme che riempivano il Centro Marani di Verona, l’assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi ha aperto 31 gennaio il corso di formazione per creare le responsabili dei “nidi in famiglia” progetto di accoglienza dell’infanzia a carattere domiciliare per dare nuovi servizi alle famiglie con bambini piccoli tra gli zero e i tre anni. Il progetto regionale “nidi in famiglia” è stato adottato dalla Giunta veneta e finanziato con un milione di euro per differenziare le risposte alle esigenze delle famiglie con bambini piccoli ed integrare l’offerta educativa dei servizi territoriali per la prima infanzia nel Veneto. “Questa formula – ha detto Valdegamberi, dando il benvenuto della Regione alle giovani corsiste – questa formula è tra le prime in Italia e va a creare un modello operativo valido per l’intera regione e entra di diritto a far parte di tutta la rete per i servizi per l’infanzia: dai nidi, ai nidi aziendali, alle scuole per l’infanzia. Si tratta di un modulo integrativo che si rivolge a quei genitori che hanno esigenze di orari lavorativi particolari e di una specifica organizzazione familiare. Abbiamo verificato che le richieste ci sono soprattutto nelle città e nei piccoli centri magari situati in zone particolari del territorio come la montagna o la campagna. L’obiettivo primario – ha continuato – è quello di soddisfare esigenze familiari che fino ad ora non avevano trovato risposta anche se l’aspetto non secondario di questa soluzione è quello di creare di fatto relazioni strette tra le diverse famiglie di coloro che ospitano i bambini e di quelli che affidano i loro figli”. Valdegamberi ha poi ricordato che la rete di servizi per la prima infanzia nel Veneto è diffusa e radicata decisamente all’avanguardia per quanto riguarda il territorio nazionale. L’offerta di servizi per la prima infanzia ha superato il 20% (a fronte di una media italiana del 7%) e l’obiettivo che si prefigge la Regione è quello di arrivare al 33% di copertura come previsto dal protocollo di Lisbona. Il modello veneto di “nido in famiglia” prevede la presenza di collaboratori educativi (che gestiscono e conducono la struttura domiciliare) gli organizzatori (che coordinano le funzioni di diversi collaboratori educativi). A coloro che conducono il “nido in famiglia” (a tempo pieno o a part time) la Regione assegna un “buono famiglia” per ridurre l’aggravio economico che le famiglie sostengono per i figli che sono iscritti e frequentano questo servizio. Il buono famiglia è diretto alla copertura parziale delle spese effettivamente sostenute dai genitori per la frequenza e potrà essere assegnato solo se il “nido in famiglia” è iscritto all’apposito elenco regionale. “Tale buono – ha sottolineato Valdegamberi – divento così, a tutti gli effetti, il riconoscimento di un servizio per la famiglia gestito direttamente anche dalle famiglie stesse, riconoscendo la loro soggettività sociale e mettendole al centro dell’azione istituzionale della Regione”. Nei “nidi in famiglia” è prevista la presenza minima di tre bambini con percorsi a tempo parziale di 80 ore (buono famiglia di 70 euro) o a tempo pieno di 100 ore (buono famiglia di 100 euro). .  
   
 

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