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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Febbraio 2009
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO, LAMPEDUSA: OCCORRE UNA VERA POLITICA EUROPEA PER L´IMMIGRAZIONE

 
   
  Strasburgo, 4 febbraio 2009 - Si è tenuto in Aula un dibattito in merito alla situazione nei centri d´accoglienza per immigrati nell´Ue, specie a Lampedusa e Mayotte. Riguardo alla prima, alcuni deputati hanno additato la politica del governo italiano, mentre altri l´hanno difesa. Molti concordano sulla necessità di una vera politica Ue dell´immigrazione. Il Commissario, che visiterà presto Lampedusa, ha annunciato la disponibilità di nuovi fondi, rilevando l´esigenza di dimostrare più solidarietà tra gli Stati membri. Dichiarazione della Presidenza in carica - Alexandr Vondra ha ricordato due principi fondamentali: rispettare gli impegni presi dall´Ue a livello internazionale e garantire la dignità e i diritti umani dei migranti. Ha quindi sottolineato le pressioni particolarmente forti sui paesi del Sud Mediterraneo, osservando che il significativo aumento dei flussi deve portare a un rafforzamento della politica interna dell´Ue in tema di asilo e immigrazione, così come della politica esterna per garantire una gestione dei flussi più efficiente. Ha poi rilevato che, nel caso di Lampedusa e Mayotte, vi sono due tipi distinti di flussi: i richiedenti asilo e i migranti economici. In proposito ha ricordato per grandi linee le norme Ue nei due campi, ricordando che la nuova direttiva sui rimpatri sarà d´applicazione tra due anni e che essa non si applica però al territorio di Mayotte. Dichiarazione della Commissione - Anche Jacques Barrot ha sottolineato che l´Ue si è dotata, con la nuova direttiva che si applicherà dal 24. 12. 2010, di un quadro armonizzato sui rimpatri che costituisce un mezzo di controllo comunitario che consente di verificare il rispetto dei principi fondamentali dei migranti. Ha poi ricordato che la Commissione ha adottato a dicembre una proposta riguardo ai richiedenti asilo. La Commissione, ha quindi proseguito, «è cosciente della situazione difficile che affrontano le autorità italiane in ragione degli arrivi massicci d´immigrati irregolari e di richiedenti asilo sulle coste meridionali del Paese e, in particolare, a Lampedusa». Fino ad ora, ha spiegato, «l´Italia è riuscita a dare accesso al suo territorio, salvando la vita a numerosi migranti e istituendo una procedura che permette di esaminare in buone condizioni le richieste di asilo». Ha inoltre osservato che l´Italia «ha riconosciuto la necessità di protezione internazionale nella metà dei casi individuali», cosa che dimostra come nei flussi vi siano richiedenti asilo e immigranti irregolari. Da diversi anni, ha aggiunto, la Commissione stanzia mezzi finanziari volti, in particolare, ad aiutare taluni Stati membri e, in particolare, l´Italia. In proposito ha citato il progetto Presidium e le misure d´urgenza del Fondo europeo per i rifugiati. Sottolineando che la Commissione ha approvato da poco un aiuto d´urgenza di 7 milioni di euro, ha affermato che se l´Italia lo giudica necessario, «la Commissione è pronta a esaminare una nuova domanda d´aiuto d´urgenza, al fine di migliorare le strutture d´accoglienza sia a Lampedusa sia in Sicilia e sul continente, e di rafforzare la capacità delle autorità italiane di esaminare le situazioni individuali in buone condizioni». Ha quindi ricordato che si renderà presto sull´isola e a Malta per esaminare in loco la situazione. Il Commissario ha inoltre aggiunto che «una delle chiavi della soluzione è l´istituzione di un quadro di cooperazione solido con la Libia, paese principale di transito sulle vie migratorie dell´Africa dell´Est». Ha quindi offerto il suo sostegno agli sforzi volti a raggiungere rapidamente un risultato nei negoziati in corso. Altrimenti, ha ammonito, «sarà molto difficile poter affrontare tutti i problemi posti». Si è poi soffermato sulla particolare situazione di Mayotte. Interventi in nome dei gruppi politici - Margie Sudre (Ppe/de, Fr) ha sottolineato come il Parlamento non smetta di difendere la dignità umana in tutte le circostanze, incluso per quanto riguarda le condizioni di ritenzione degli immigrati clandestini. Dopo essersi attardata sulla situazione di Mayotte, ha sostenuto che l´Europa «non deve occultare che talune regioni sono confrontate a situazioni estreme» e che «la stigmatizzazione del centro di Mayotte non porta a una soluzione più rapida e più efficace della crisi». Claudio Fava (Pse, It) ha esordito citando il ministro degli Interni italiano Maroni: "Per contrastare l´immigrazione clandestina bisogna essere cattivi. Gli immigrati vengono perché è facile arrivare qui e nessuno li caccia, ma proprio per questo abbiamo deciso di cambiare musica". In proposito ha affermato che ciò «sembra una parodia della politica e invece è la politica del governo italiano», osservando come «dentro a questa politica ci sia un profondo disprezzo di ciò che noi qui discutiamo e delle regole che l´Unione europea si dà». Dopo aver dibattuto di quella di Guantanamo, il deputato ha rilevato l´esigenza di parlare con urgenza della chiusura di Lampedusa, «cioè un carcere a cielo aperto». Ricordando gli elementi principali del quadro giuridico comunitario in materia di rimpatri, ha quindi sottolineato che questo è «sostanzialmente e formalmente violato ogni giorno a Lampedusa». Ciò vale anche per la normativa sull´asilo, che interessa «la maggior parte di coloro che si trovano a Lampedusa». In proposito, ha sostenuto che spesso vi sono 180 giorni di reclusione «anche per chi fugge da persecuzioni politiche e dalla guerra». Questi, a suo giudizio, «sono atti di inciviltà giuridica» che si misurano con le 1. 200 persone morte tentando di attraversare il Mediterraneo. Invitando il commissario a visitare Lampedusa, ha concluso suggerendogli di comunicare la sua venuta all´ultimo momento, «altrimenti le faranno trovare il Cpt lucidato come una sala da ballo e le faranno immaginare che sia quello il luogo di detenzione del quale stiamo parlando questa sera». Per Jeanine Hennis-plasschaert (Alde/adle, Nl) i reportage sono eloquenti e il Consiglio pronuncia solo «belle parole in contraddizione con la realtà». Riconoscendo la difficoltà di trovare una soluzione, ha però rilevato l´importanza di migliorare la situazione e garantire il rispetto minimo delle norme Ue. A suo parere, spetta al Consiglio e agli Stati membri trovare una soluzione. Cristiana Muscardini (Uen, It) si è anzitutto dispiaciuta che «per motivi elettorali l´onorevole Fava sia costretto a dire una serie di cose non vere, di cui risponderà dopo la campagna elettorale alla sua coscienza». Ha poi osservato che «era così interessato al problema di Lampedusa che ha già lasciato l´Aula». Un´aula, ha aggiunto, «che dovrebbe esprimere riconoscenza per la generosità nell´accoglienza dimostrata in questi anni dai cittadini di Lampedusa». La deputata ha poi sottolineato i ritardi dell´Unione «nella soluzione di molti problemi legati all´immigrazione clandestina e nell´erogazione di aiuti ai paesi con frontiere esterne a rischio». Alcuni paesi, ha proseguito, «non hanno dimostrato l´accoglienza data invece dall´Italia a migliaia di disperati che rischiavano di affogare in mare per colpa di trafficanti di uomini e per l´inerzia di molti governi extraeuropei che non hanno rispettato e siglato gli accordi per il controllo dell´immigrazione clandestina». Ha quindi invocato «aiuti specifici ed economici direttamente per le popolazioni delle zone di frontiera esterne, più esposte geograficamente all´arrivo di immigrati clandestini, anche tramite la costruzione di zone franche che portino a un investimento di risorse e sgravi fiscali da non computarsi nell´ambito degli accordi sul Patto di stabilità». Per Monica Frassoni (Verdi/ale, It) «appare chiaro che il diritto comunitario internazionale è quotidianamente violato a Lampedusa». Ha quindi lamentato che le parole del Commissario e del Ministro «rimangono delle dichiarazioni formali, di wishful thinking, che non saranno seguite da fatti». Si è poi chiesta «se l´Unione europea non ha veramente nessuno strumento per fermare questa situazione: la detenzione illegale c´è, la situazione aberrante delle condizioni di accoglienza è chiara, i rischi di eliminazione virtuale del diritto di asilo ci sono». L´unione europea, ha aggiunto, «è l´unica che può far recedere l´Italia e gli altri paesi da questa situazione». Ha concluso dicendosi «estremamente preoccupata dell´annuncio di nuovi denari per l´Italia senza condizioni: Come saranno spesi? E´ cosciente il Commissario che la tanto criticata azione di monitoraggio – leggi schedatura – dei rom dell´anno scorso avrà finanziamenti dall´Europa? Quindi, che tipo di fiducia può avere questo tipo di azione?». Giusto Catania (Gue/ngl, It), citando anch´egli quanto detto da Roberto Maroni, ha sostenuto che il Ministro «da giorni e da mesi pratica la cattiveria nei confronti dei migranti in condizione irregolare». Perché «la cosiddetta emergenza Lampedusa», che ormai perdura da dieci anni, «è stata voluta e creata dal governo italiano . Con la scelta di non far partire più nessun migrante da Lampedusa. Tant´è, ha insistito, che il centro «ha avuto ben 1. 800 persone che sono state rinchiuse senza che il governo predisponesse un trasferimento di queste persone, trattenute in condizioni disumane e degradanti, in modo tale che il centro esplodesse in una vera e propria emergenza democratica». La vera emergenza, ha detto, «è quella di voler fare una sorta di zona franca del diritto, cioè un luogo dove i migranti accedono e vengono espulsi senza che i loro casi vengano analizzati caso per caso». Ricordando che l´Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha asserito che il 75% delle persone che accedono via mare in Italia chiede il diritto di asilo, ha osservato che «se fossero valide le procedure del ministro Maroni, probabilmente non avrebbero la possibilità di accedere al diritto di asilo, visto che vengono immediatamente espulsi da Lampedusa». La vera e propria emergenza e la causa di questa emergenza, ha ribadito, «è la politica del governo italiano»e «i cittadini di Lampedusa se ne sono accorti», mobilitandosi «contro il governo, contro la politica sull´immigrazione e per far sì che non si apra il centro che prevede immediatamente l´espulsione». Ha quindi concluso ricordando di aver consegnato un dossier al commissario e che anche una delegazione del suo gruppo si recherà a Lampedusa. Hans Blokland (Ind/dem, Nl) ha ricordato che una delegazione del Parlamento europeo si è recata a Lampedusa, e in altri centri, ed ha stilato un rapporto. Ha poi detto che è «allucinante che si debba parlare in continuazione di Lampedusa» e che le misure prese a livello Ue sono state inefficaci visto che nell´isola italiana sono aumentati gli sbarchi. Ha quindi chiesto cosa fa il Consiglio per aiutare l´Italia a dotarsi di strutture diverse e, riferendosi a un reportage visto in Tv, ha chiesto al governo italiano di essere più trasparente sulla questione. Per Koenraad Dillen (Ni, Be) tutti conoscono la situazione di Lampedusa, ma ha sostenuto che le autorità locali non hanno colpe, visto che manca una politica Ue dell´immigrazione. Ha poi chiesto di punire più severamente i trafficanti e di dotarsi di una politica ispirata a quella svizzera per la protezione delle frontiere. Interventi dei deputati italiani «Non mi stupisco più di nulla in quest´Aula» ha esordito Stefano Zappalà´ (Ppe/de, It), poiché «uno che lo scorso anno ha affermato di vergognarsi di essere cittadino italiano non poteva che fare le affermazioni che ha fatto adesso l´on. Fava». Dispiacendosi della sua assenza, ha detto che «sarebbe interessante sapere quanti voti prende nella sua città e quanti voti rappresenta». Ha poi osservato che da qualcuno sono state dette «alcune ignoranti stupidità» ed ha auspicato la rapida visita del commissario nei centri di Malta e Lampedusa per rendersi conto di «quanto colpevole è l´assenza di una politica comunitaria su questa materia», con il risultato che «qualche stupido ignorante poi si permette di attaccare quelle che sono invece le realtà drammatiche che vivono i cittadini e i governi nazionali». Il deputato ha quindi citato alcuni numeri: «nel 2007 sono arrivati a Lampedusa qualcosa come 11. 000 migranti, nel 2008 ne sono arrivati tre volte tanto, circa 31. 000». I richiedenti asilo, ha aggiunto, «sono stati sì e no un decimo». Inoltre, «sono arrivati 2. 000 migranti soltanto nei giorni di 26, 27 e 28 dicembre, sono state esaminate 76 richieste di asilo in tre giorni, di queste 36 con esito positivo, 3 sono sospese e 37 respinte». Ha quindi osservato che Lampedusa e Malta centri «sono soggetti a una pressione terrificante». I cittadini, ha concluso, «non ce l´hanno con il governo italiano», pertanto il Parlamento, «piuttosto che accusare le autorità legittime che fanno il massimo possibile, dovrebbe invece cercare di ottenere che questa Unione europea faccia veramente il suo dovere». Anche Roberta Angelilli (Uen, It) ha invitato il commissario a recarsi a Lampedusa, «senza avvertire, proprio per rendersi conto di persona come sia difficile gestire una situazione così emergenziale». Una situazione, ha spiegato, in cui «in un´isola di pochi chilometri quadrati dove da anni ed anni – e nel frattempo si sono succeduti i governi di destra e di sinistra – sbarcano continuamente migliaia e migliaia di persone». Alcune di queste persone, ha aggiunto, «muoiono durante il tragitto per le condizioni inumane in cui sono sottoposte da trafficanti senza scrupoli». Ha poi sottolineato che per procedere all´eventuale rimpatrio o per verificare se posseggono lo status di rifugiati politici o se bisogna concedere l´asilo politico, «le persone devono essere identificate e questo ovviamente richiede dei tempi». Ha quindi esclamato di smetterla «con la demagogia», anche perché «l´Italia sta pagando un prezzo in termini di responsabilità altissimo e sproporzionato rispetto al sostegno, sia in termini finanziari che legislativi, fornito dalla stessa Unione europea». Per Maddalena Calia (Ppe/de, It) la lotta all´immigrazione clandestina, per le sue dimensioni e i suoi effetti, «rappresenta una problematica che deve essere risolta a livello comunitario», perché «solo l´Unione europea ha la forza politica necessaria per individuare soluzioni adeguate e contenere il fenomeno, mentre nessun singolo Stato, operando da solo, può giungere a risultati analoghi». E il governo italiano, in attesa che l´Europa attui le sue strategie, «va avanti lavorando nel rispetto sia del Patto europeo sull´immigrazione e l´asilo sia della direttiva rimpatri». Ha poi giudicato ingiuste le critiche alla proposta del ministro degli Interni Maroni di creare un centro di identificazione ed espulsione sull´isola «per attuare, visto il caso specifico, una politica di rimpatrio diretto». Questa scelta, ha spiegato, «non pregiudica i diritti fondamentali dei clandestini, dei rifugiati e di coloro che richiedono asilo». E in proposito ha ribadito i dati già citati dal collega Zappalà e precisato che tutti i richiedenti asilo «sono stati trasferiti dall´isola ai centri di Trapani, Bari e Crotone», a dimostrazione che «che chi ha i requisiti viene accolto». La deputata ha poi ricordato che, sul piano internazionale, il Parlamento italiano ha ratificato l´accordo stipulato con la Libia «dove si stabilisce espressamente, all´articolo 19, la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche più efficiente per prevenire l´immigrazione clandestina». Inoltre, ha proseguito, «la scorsa settimana i ministri Maroni e Frattini hanno incontrato le autorità della Tunisia per cercare di giungere anche con questo paese a un accordo di riammissione, condizione essenziale per un rimpatrio sostenibile». L´idea che deve passare, ha concluso, «è che dobbiamo essere assolutamente fermi nei confronti dell´immigrazione clandestina, ma allo stesso tempo accoglienti e solidali con chi si integra e contribuisce allo sviluppo sociale ed economico dei nostri paesi». Mario Borghezio (Uen, It) ha esordito sostenendo che «l´Europa deve decidersi: vuole un´immigrazione regolata o l´invasione e lo sfruttamento criminale dei clandestini?». Ha poi giudicato giusta la scelta del governo italiano: «fermare i clandestini a Lampedusa e rinegoziare al contempo con i paesi di provenienza gli accordi di rimpatrio». Ci vogliono però i mezzi adeguati, ha aggiunto, «e l´Europa non deve solo discutere, solo criticare, solo guardare con il binocolo; deve aiutare il nostro paese e quegli altri che con esso sostengono la linea Maroni». Ha quindi sottolineato la partenza per la Tunisia 120 clandestini, «fatti quelli che i precedenti governi non facevano». Così, a suo parere, «si tagliano le unghie ai criminali mafiosi che sfruttano e che fanno fare questi viaggi». «Un professionista dell´antimafia come il collega Fava», ha proseguito, «dovrebbe riuscire a capirlo, non è difficile». La linea Maroni, ha spiegato, «è approvata da Malta, Grecia e Cipro». Inoltre, «tutti i richiedenti asilo e tutti i minori sono già trasferiti in appositi centri» ed è perciò falso quanto è stato detto. Ma il messaggio chiaro, ha concluso, «in Europa si entra solo regolarmente e non attraverso le barche dei mafiosi e dei delinquenti trafficanti!». Roberto Fiore (Ni, It) ha sottolineato che «in questo momento i lampedusani sono in protesta, e hanno marciato nella quasi totalità l´altro giorno sulle strade dell´isola, perché non vogliono né il Cpt e né il Cie, che è l´ultima trovata». Questo centro di espulsione e identificazione, ha spiegato, «dovrebbe nascere in un´isola che, ricordiamo, è lunga undici chilometri per tre, quindi uno spazio risibile di fronte alle migliaia di immigrati che si troverebbero nell´isola nei prossimi mesi». Ha poi ricordato che si trovava sull´isola quando si è verificata «la fuga repentina e inaspettata dei 1. 000 immigrati dal Cpt» ed di aver assistito «allo sgomento e alla paura della gente del posto che non ha più voglia di vivere questo tipo di cose», anche perché si tratta di un´isola che ha vissuto di pesca e di turismo «e vede la propria economia distrutta da una politica cieca sull´immigrazione». Altri interventi su Lampedusa Dopo aver ricordato già nel 2005 delegazione parlamentare si era commossa di fronte alle condizioni dei migranti trattenuti a Lampedusa, Martine Roure (Pse, Fr) ha osservato che nel 2008 l´isola ha dovuto gestire l´arrivo di 31. 700 migranti. Ha tuttavia sottolineato che, se per alcuni anni questi flussi sono stati ben gestiti, la situazione si è «deteriorata gravemente» a causa della decisione del Ministro Maroni di interrompere i trasferimenti verso il continente. Eppure, ha notato, il progetto Presidium «era divenuto un esempio di buona gestione dell´accoglienza», mentre lo stop ai trasferimenti pone anche «un reale problema di accesso alle procedure di asilo». Riguardo a Mayotte, ha evidenziato le «condizioni di accoglienza catastrofiche». Wolfgang Kreissl-dörfler (Pse, De) si è rallegrato della visita del commissario a Lampedusa, suggerendogli di andare senza preavviso così da impedire che il centro sia ripulito come nel corso dell´ultima visita di una delegazione parlamentare, ma prima «che Berlusconi e Maroni costruiscano un nuovo carcere di Alcatraz». Ha poi criticato la «doppia morale di alcuni, come il Ministro Maroni «che vanno a inginocchiarsi al Vaticano». Grecia, Italia e Malta, ha concluso, vanno aiutate, ma non si deve aiutare «questi ipocriti». Reinhard Rack (Ppe/de, At) ha osservato come la metà del dibattito è stato dedicato a parlare di politica interna italiana e che questo tipo di discussioni dovrebbero svolgersi a Roma, non al Parlamento europeo, dove si dovrebbero affrontare tematiche europee.  
   
 

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