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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Febbraio 2009
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: CINA: RISPETTO DEI DIRITTI UMANI E LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE

 
   
  Bruxelles, 9 febbraio 2009 - Il Parlamento rileva le intense relazioni commerciali dell´Ue con la Cina e il ruolo di questa nella governance globale. Ma, auspicando progressi nel rispetto dei diritti umani, chiede di eliminare gli ostacoli all´accesso dei prodotti e servizi Ue, rafforzare la lotta alla pirateria, migliorare la sicurezza dei prodotti e di vigilare sulle importazioni di tessili. Occorre poi introdurre un codice di condotta sulle attività europee dei fondi sovrani cinesi e garantire i diritti dei lavoratori. Approvando con 491 voti favorevoli, 176 contrari e 12 astensioni una risoluzione presentata da Corien Wortmann-kool (Ppe/de, Nl) in nome del suo gruppo, in alternativa alla sua stessa relazione proposta dalla commissione per il commercio internazionale, il Parlamento nota anzitutto che gli scambi commerciali Ue-cina hanno registrato un «enorme aumento» a partire dal 2000 e che l´Unione europea è il principale partner commerciale della Cina dal 2006, mentre questa è il secondo partner commerciale dell´Unione dal 2007. Tant´è che l’Unione europea, nel 2007, ha registrato un deficit commerciale con la Cina superiore a 160 miliardi di euro. In generale, i deputati sottolineano che le relazioni commerciali tra l´Europa e la Cina dovrebbero basarsi su principi quali «il reciproco impegno, l´equità della concorrenza e degli scambi commerciali, nel rispetto dei nostri valori comuni e delle norme stabilite dall´Omc, tenendo comunque conto dello sviluppo sostenibile, del rispetto dei limiti ambientali e del contributo agli obiettivi globali per la prevenzione del cambiamento climatico». Ritengono, inoltre che la Cina dovrebbe svolgere un ruolo di primo piano nel garantire che l’ordine economico mondiale si sviluppi in modo sostenibile ed equilibrato e rilevano quindi la necessità di una cooperazione «senza precedenti» tra l´Unione europea e la Cina allo scopo di risolvere l´attuale crisi finanziaria ed economica. Il Parlamento, d´altra parte, sostiene che lo sviluppo delle relazioni commerciali con la Cina «debba proseguire di pari passo con lo sviluppo di un dialogo politico trasparente, proficuo ed efficace». La questione dei diritti umani, pertanto, deve necessariamente essere parte integrante delle relazioni tra l’Unione europea e la Cina. In tale ambito, chiede alla Commissione di insistere sulla necessità di rafforzare la clausola relativa ai diritti umani nei negoziati con la Cina sul rinnovo dell´accordo di partenariato e di cooperazione (Apc). Nel sottolineare poi che la risposta dell’Europa all´intensificarsi delle relazioni commerciali Ue-cina «non può essere il protezionismo», i deputati plaudono agli investimenti effettuati nell´Unione europea dai fondi sovrani cinesi e dalle imprese statali cinesi, «che contribuiscono alla creazione di posti di lavoro e alla crescita». Tuttavia, sottolineano l´importanza di introdurre quanto meno un codice di condotta per garantire la trasparenza delle operazioni d´investimento della Cina sul mercato comunitario. Per quanto riguarda l´accesso al mercato cinese, il Parlamento esprime tuttavia preoccupazione per il fatto che in alcuni settori gli investimenti esteri «sono vietati oppure sottoposti a restrizioni», mentre misure discriminatorie sono state adottate nei confronti di aziende estere, in particolare in materia di fusioni transfrontaliere e acquisizioni. Ritiene inoltre che le pratiche protezionistiche perseguite dalla Cina, l´eccessiva burocrazia, la svalutazione del renminbi, i sussidi elargiti in varie forme e l´assenza di un livello adeguato di rispetto dei diritti di proprietà intellettuale nel paese «ostacolino il pieno accesso di numerose imprese comunitarie al mercato cinese». A quest´ultimo proposito, i deputati osservano che, nonostante i progressi compiuti, la produzione di merci contraffatte e piratate in Cina «resta a livelli allarmanti» e che il 60% delle merci contraffatte sequestrate dalle autorità doganali dell´Unione europea è prodotto in Cina. Sottolineano inoltre che ciò rappresenta un rischio concreto per i consumatori e, nel caso delle sostanze chimiche, anche per l’ambiente, visto che la produzione di tali merci avviene spesso in impianti in cui si produce anche per il mercato regolare «in spregio ai diritti dei lavoratori e alle norme igieniche e di sicurezza». Invitano quindi la Cina a intensificare gli sforzi per risolvere il problema della mancata attuazione e il rispetto dei diritti della proprietà intellettuale (Dpi) e chiedono alla Commissione, di concerto con le autorità cinesi nazionali e regionali, «a portare avanti la lotta contro la contraffazione». Esprimono anche «grande preoccupazione» per il numero crescente di brevetti per modelli di utilità e design in Cina che sono spesso copie o modifiche minime di tecnologia europea esistente «e che pertanto non contribuiscono a un´autentica innovazione». Il Parlamento esprime profonda preoccupazione per l’elevato numero di incidenti imputabili a prodotti cinesi pericolosi e, in particolare, quelli relativi ai giocattoli per bambini, ai cibi e ai farmaci. Pur compiacendosi della determinazione dimostrata dal governo cinese nel far fronte a tale problema, invita la Commissione a rafforzare il sostegno alle autorità cinesi in questo ambito. Accoglie inoltre con favore l´introduzione di un sistema di relazioni trimestrali sulle azioni di controllo effettuate dalla Cina per individuare l´origine dei prodotti pericolosi notificati nell´ambito del sistema Rapex-cina, «incrementando così la sicurezza per i consumatori europei». Il Parlamento rileva poi che un impiego efficace ed efficiente degli strumenti europei di difesa commerciale (Sdc) contribuisce a garantire condizioni eque tra la Cina e l’Unione europea, «tenuto conto del numero crescente di ricorsi anti-dumping nei confronti dei produttori cinesi». E´ peraltro del parere che l´economia cinese «non soddisfi ancora in molti ambiti i criteri che la porterebbero ad essere considerata un’economia di mercato» e invita quindi la Commissione a riconoscerle tale status «soltanto allorché soddisferà tali criteri». Chiede inoltre alla Commissione di continuare a promuovere il dialogo nell’ambito degli scambi commerciali di prodotti tessili tra l’Unione europea e la Cina e nell’ambito del meccanismo di dialogo economico e commerciale di alto livello, vigilando sulle importazioni di prodotti tessili di origine cinese. Esprimendo preoccupazione per il lavoro minorile e per le condizioni lavorative e i diritti dei lavoratori in Cina, i deputati la esortano a migliorare le condizioni di lavoro al fine di portarle al livello delle norme di base dell´Oil, a ratificare la convenzione sulla libertà di associazione e sulla protezione del diritto di organizzazione e a moltiplicare gli sforzi per combattere le cause di fondo del lavoro minorile per porvi fine. Chiedono poi alle imprese europee che operano in Cina di applicare le norme internazionali più elevate e le migliori prassi nell’ambito della responsabilità sociale delle imprese in relazione ai lavoratori e all’ambiente. I deputati esprimono profonda preoccupazione per l´elevato tasso d´inquinamento causato dall’industria cinese e per il crescente consumo di risorse naturali, in particolare di quelle ricavate da fonti non sostenibili. Consapevoli della corresponsabilità europea al riguardo, «visto che una parte considerevole della produzione industriale cinese è di proprietà di società europee», esortano la Cina ad assumersi le proprie responsabilità, dando un contributo a livello mondiale alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e alla lotta ai cambiamenti climatici. Infine, il Parlamento si compiace del ravvicinamento tra la Cina e Taiwan. Infatti considera Taiwan, che è il quarto partner commerciale più importante dell´Unione europea in Asia, «come entità economica e commerciale» e ne appoggia la partecipazione, in qualità di osservatore, alle competenti organizzazioni internazionali. .  
   
 

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